Da ieri sera il Catanzaro è entrato nella storia della Serie B, ma con un primato che lascia un retrogusto amaro. I giallorossi, pareggiando 0-0 contro la Sampdoria al “Luigi Ferraris” nella sesta giornata di campionato, hanno infatti collezionato il sesto pareggio consecutivo dall’inizio della stagione. Un risultato mai più verificatosi dal lontano 1933, quando lo Spezia aprì il torneo cadetto con la stessa striscia di sei “X” di fila.

Un dato che fotografa con precisione l’avvio del Catanzaro di Alberto Aquilani: una squadra solida, capace di palleggiare bene e di rischiare pochissimo, ma al tempo stesso prigioniera della propria sterilità offensiva. Sei punti in sei gare rappresentano un bottino troppo magro rispetto alle ambizioni con cui il club si è presentato ai nastri di partenza del campionato. In un avvio di campionato nel segno del numero 6, le statistiche giallorosse si arricchiscono anche di 6 gol realizzati e 6 subiti. 

Il percorso delle Aquile è lineare, quasi geometrico. Alla prima giornata il pari interno per 1-1 contro il Sudtirol. Poi lo 0-0 sul campo dello Spezia, l’1-1 con la Carrarese al “Ceravolo”, il 2-2 a Reggio Emilia con la Reggiana, il 2-2 in rimonta contro la Juve Stabia (da 0-2 a 2-2) e infine il recente 0-0 di Genova con la Sampdoria. Sempre equilibrio, mai la gioia della vittoria, mai il rammarico della sconfitta. Una costanza che impressiona da un lato e preoccupa dall’altro. Se è vero che il Catanzaro è ancora imbattuto, è altrettanto vero che i giallorossi non sono riusciti a fare quel passo decisivo per trasformare la propria solidità in punti pesanti.

Il tecnico non si nasconde e ha individuato la chiave del problema: «Ciò che ci manca è il killer instinct», ha ammesso Aquilani nel post-gara di Marassi: «Creiamo, teniamo palla, ma davanti dobbiamo avere più cattiveria».

Il riferimento al 1933 non è solo un vezzo statistico. Novantadue anni fa lo Spezia aprì il campionato con sei pareggi e chiuse con una salvezza senza particolari patemi. Ma il Catanzaro di oggi ha ambizioni ben diverse: la società del presidente Noto ha costruito un organico in grado di puntare alla parte sinistra della classifica e, con il giusto passo, anche alla zona play off. La storia, per il momento, è scritta: sei pareggi di fila, come nel 1933. Ma il Catanzaro ha bisogno che il suo racconto stagionale vada oltre la cronaca statistica.