VIDEO | Operatori al lavoro da giorni nell’ex area industriale: oggi sembra quasi normale ma arrivare fino a questo punto è stato difficile. Cosa c'è dietro un risultato a cui manca ancora un dettaglio non trascurabile: la chiarezza sui tempi
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Si potrebbe anche sostenere che a Crotone colpisce meno del prevedibile vedere i primi operatori con tute e mascherine di protezione con i mezzi pesanti ed ingombranti impegnati nel trasporto speciale. Partono oramai sistematicamente, la mattina presto, uomini e camion dalla vecchia strada consortile, parallela alla statale 106 e, più che simbolicamente, attraversano la famigerata e avvelenata passeggiata degli innamorati (o collina dei veleni), mentre si avvia la bonifica di quella che fu l’area industriale più importante di quello che ancora si chiamava Mezzogiorno.
Invece è solo necessario rammentare che pur sembrando un secolo fa quando fu (quasi) necessario che si costituisse attorno all’ex governatore Mario Oliverio un Comitato trasversale (denominato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere”) che seppe in qualche modo rilanciare coinvolgimento e comunicazione diretta con i cittadini (più che comprensibilmente disillusi) per «stanare l’ennesimo ritardo rispetto alle polemiche divampate tra rappresentanti istituzionali». Così qualche ex sindaco ed amministratori,con 6 consiglieri comunali in carica, assieme ad associazioni e liberi cittadini ed appunto l’ex governatore Oliverio, raccolsero firme e stanarono il campo, fin troppo aperto.

Per ribadire che in gioco c’era «un problema che riguarda la salute di tutti noi e che non possiamo più ignorare - ribadì Carmine Talarico, già sindaco e presidente della Provincia, protagonista degli anni ’90 di una protesta eclatante contro il colosso di Stato Eni, prima della morte di Gardini - oggi più che mai è necessario che la deputazione calabrese prenda posizione per evitare una compromissione più elevata rispetto a quella con Eni, con un piano dei rifiuti regionale che riapre tutta la geografia dei siti di smaltimento che coinvolge gli interessi anche di A2A, che è l’altro colosso, anch’esso a partecipazione pubblica da parte di Regione Lombardia e Comune di Brescia, sbarcato a Crotone ed in Calabria da tempo».
Così, in meno di un anno, tra decisioni del Ministero revocate dal Tar, divisioni e campagne elettorali dove, indubbiamente, il campo largo, attentissimo a certificare un alito più pulito del proprio dirimpettaio, ha lasciato spazio alla diatriba tra il trinomio Occhiuto, Ferrari e Voce ed il Generale meno bellicoso di tutti i tempi. Eni e lo Stato, dopo ritardi inconcepibili, possono oggi confezionare l’inizio di un percorso che, ovviamente, è solo all’inizio, ma che, altrettanto indubbiamente, “segna” una data storica (almeno si può sperare).
Ci sono e continueranno ad amplificarsi polemiche e primati, ma, forse, sarebbe anche importante, imporre ad Eni ed al generale Errigo di riferire tempi e modalità della fase di estrazione e trasporto dei rifiuti pericolosi e pesanti. Ed a tal proposito, oggi mettiamo dunque “in fila” le opinioni di quasi tutti, che potrebbero “ritrovarsi”, speriamo definitivamente, così come confermato dallo stesso commissario straordinario di Governo per la bonifica del Sin Crotone-Cassano e Cerchiara di Calabria, “nel preoccuparsi” alla riemersione delle aree archeologiche di Antica Kroton, guadando Crotone tra prezzi altissimi dell’industrializzazione senza regole, ed una nuova prognosi che possa almeno far respirare il dopo veleni.