Al di là delle polemiche, ancora più vive in questo periodo elettorale regionale del post dimissioni di Occhiuto, un dato è incontrovertibile: dopo 25 anni d’attesa è al via concreto la bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Crotone con lo spostamento delle prime duemila tonnellate di rifiuti, pronte a lasciare la Calabria (pare verso la Sicilia in parte, ma attenzione a rivelare siti precisi per non far risvegliare qualche altro comitato altrove).
Colpisce vedere i primi operatori con tute e mascherine di protezione, e i mezzi impegnati nel trasporto speciale, partire dalla vecchia consortile e, simbolicamente, attraversare la famigerata e avvelenata passeggiata degli innamorati, mentre si avvia la bonifica di quella che fu l’area industriale più importante del Mezzogiorno.

Il processo iniziale coinvolge 100 automezzi per la rimozione definitiva dei residui industriali depositati a pochi metri dal mare e mai smaltiti correttamente e parte prima degli effetti della sentenza del Tar che ha dato ragione alle istituzioni, alle associazioni che hanno preteso che il trasferimento dei rifiuti andasse fuori regione così come previsto dai piani di bonifica originari.
In verità, così come specifica il sindaco Vincenzo Voce «per questa tipologia di rifiuti non pericolosi era già tutto previsto; ora che anche il TAR ci ha dato ragione, nessuno parla del tentativo di Eni di evitare la messa in sicurezza permanente, dopo aver scongiurato la bonifica dei siti; ma nessuno ne parla perché c’è la volontà di strumentalizzare politicamente più che voler davvero bene al territorio - aggiungendo – ma ai tavoli ministeriali ci sarà sempre l’ingegnere Voce che è rimasto l’attivista che da sempre studia, denuncia e pretende».

Il sindaco di Crotone Vincenzo Voce

Riusciamo a raggiungere anche il Generale Emilio Errigo, commissario straordinario per la bonifica del Sin di Crotone, che dalla stessa cartina del suo ufficio nel Palazzo della provincia di Crotone, ci racconta l’itinerario dei camion che si sposteranno, in questa prima fase, specificando numeri, superficie ed anche polemiche placate (a suo dire), che trova il modo di rilanciare sulla notizia che ci era arrivata su imminenti novità sulla parte archeologica coperta da veleni: «Oggi è certamente una data storica, io sono un patriota ed un pluridecorato servitore dello Stato, ringrazio giudici e giornalisti, e mi piace che lei confermi la sua attenzione e capacità di informarsi ed informare correttamente - risponde l’ex Commissario di Arpacal – ci aiuteranno Arpa Calabria (per cui lavoreranno altre 5 unità in più, da Crotone), l’arma dei Carabinieri, Ispra e l’esercito; e le confermo che a breve, assieme alla fase delicata che riguarderà lo stoccaggio e lo spostamento dei rifiuti pericolosi, potremo addirittura prevedere l’intervento sugli 80 ettari che coprono l’area archeologica più importante della città, anche se il mio principale obiettivo rimane la salute dei bambini e delle donne che attendevano questo primo inizio da più di un quarto di secolo».

Il commissario straordinario per la bonifica del Sin di Crotone, Emilio Errigo

Infine, bisogna rammentare che questo primo processo iniziale, da questa mattina, coinvolge 10 mezzi che si spendono per la rimozione definitiva dei residui industriali depositati a pochi metri dal mare e mai smaltiti correttamente.
Per quanto riguarda gli effetti della sentenza del TAR, che ha dato ragione alle istituzioni e alle associazioni ricorrenti, la decisione del Ministero - e quindi del Generale - di utilizzare la discarica privata dei Vrenna è stata confermata ma, al netto di una possibile pronuncia del Consiglio di Stato se richiesta, ha sancito che anche questi veri e propri veleni, siano poi trasferiti fuori regione, così come peraltro previsto dai piani di bonifica originari e che, invece, ha “trovato” tantissimi vincitori.