Sarà questa volta Sorical ad occuparsi degli interventi straordinari di efficientamento degli impianti depurativi calabresi che la Regione si appresta a realizzare per il quarto anno consecutivo. Solo un piccolo assaggio delle responsabilità che d’ora innanzi la società dovrà accollarsi a seguito del graduale subentro nella gestione dei depuratori.

La gestione dei depuratori

Per ora sotto la sua competenza meno di una decina che – per effetto di un cronoprogramma serrato e ben definito – a breve diventeranno 580, tanti sono i depuratori presenti sul territorio regionale. Sottodimensionati, obsoleti, deteriorati dal tempo e da una manutenzione che molto ha lasciato a desiderare, gli impianti depurativi continuano a rappresentare una vera piaga per l’ambiente ma soprattutto per i bagnanti che d’estate vorrebbero solo godersi il mare senza condividerlo con macchie galleggianti, vaganti e maleodoranti.

Nuova tranche di interventi

D’intesa con le amministrazioni comunali, che ancora detengono la competenza gestionale, Sorical appalterà gli interventi straordinari finanziati dalla Regione con 15 milioni di euro (fondi Fsc) a beneficio dei 115 comuni costieri calabresi. Quest’anno gli interventi preventivi - per evitare sempre possibili sversamenti o inquinamenti in piena stagione turistica – riguarderanno tutto il litorale regionale, ampliando un controllo a raggiera che negli anni scorsi si è, invece, concentrato sui tratti più critici.

Maladepurazione

Nel 2022 il principale bersaglio dell’operazione lanciata dalla Cittadella contro la maladepurazione è stato il tratto compreso tra Tortora e Nicotera. La Regione ha speso 3,6 milioni di euro per eseguire interventi di sistemazione degli impianti e altri 2,3 milioni per lo smaltimento dei fanghi, risorse che però i comuni dovranno restituire alla Cittadella.

Work in progress

Sempre il tratto tirrenico tra Tortora e Nicotera è stato al centro degli investimenti pianificati dalla Regione nel 2023, quasi triplicati: nove milioni di euro per accomodare pompe di sollevamento, reti di collettamento e di raccolta dei reflui, condotte. Un sistema tanto arzigogolato quanto inadeguato da costare alla Calabria svariate sanzioni per le infrazioni accertate dalla comunità europea.

38 milioni in quattro anni

Nel 2024 sono stati destinati ad interventi straordinari sui depuratori 10,5 milioni di euro ampliando il raggio di azione anche al litorale ionico, fino alle risorse stanziate quest’anno per un valore di 15 milioni di euro. Complessivamente 38,1 milioni in quattro anni, all’incremento degli investimenti per l’efficientamento degli impianti sembra esser corrisposto un decremento delle non conformità, almeno da quanto emerge da un report realizzato dal dipartimento Ambiente.

Sistemi di monitoraggio

I dati sono stati desunti da un doppio sistema di monitoraggio realizzato d’intesa con Calabria Verde. Squadre di sorveglianza idraulica, deputate oltre che al controllo delle aste fluviali anche alle acque di balneazione, inviano segnalazioni dal territorio che convergono nella control room al sesto piano della Cittadella. Nel 2023 sono giunte al portale 4.828 segnalazioni da parte delle squadre di Calabria Verde, nel 2024 sono state meno della metà: 1.521.

Il portale Difendi Ambiente

Altrettanto in deflazione risultano le segnalazioni giunte al portale regionale DifendiAmbiente, implementato dalla Regione per consentire ai cittadini, anche in forma anonima, di comunicare criticità e sversamenti in mare. Nel 2023 ha raccolto 2.267 segnalazioni, nel 2024 sono state 1.545.

Segnalazioni dal tirreno cosentino

Secondo l’analisi disaggregata proposta dal dipartimento Ambiente, delle segnalazioni giunte nel 2024 il 68% proviene dal tirreno cosentino, il 13% dal tirreno catanzarese, il 6% dal tirreno vibonese e dallo ionio catanzarese, il 2% dal tirreno reggino, dallo ionio cosentino e dallo ionio reggino, l’1% dallo ionio crotonese.

Ordine di priorità

Anche quest’anno la mole di interventi è stata pianificata in ordine di priorità: sostituzioni di tratti di condotta ammalorate (in precedenza si è rimpiazzato un altro pezzo), impianti di sollevamento altrettanto fatiscenti (lo scorso anno si è intervenuti su altri in stato evidentemente più critico), spostamenti di reti di collettamento verso altri depuratori per alleggerire il carico di impianti che non reggono più il peso dei reflui perché sottodimensionati, con inevitabile sversamento in mare.

Fiumi di... reflui

Ma spesso il pericolo non viene dalla costa. È il caso del depuratore di Zungri, piccolo centro dell’entroterra vibonese con poco meno di duemila abitanti. L’impianto depurativo posizionato in un’area poi franata impediva il collettamento dei reflui, scaricati quindi in un affluente del torrente Murria che sfocia nel mare di Briatico. In meno di quattro mesi – lo scorso novembre - è entrato in funzione un nuovo depuratore modulare, correttamente collegato alla rete di collettamento. Adesso i residenti e i villeggianti di Briatico giurano che il colore dell’acqua di mare è decisamente migliorato.