Quanto sta accadendo nella Striscia è stato al centro di un incontro voluto dall'amministrazione comunale. La rappresentante del popolo palestinese: «Noi assetati di pace, ma Israele non la vuole». Il giornalista Bassam Saleh: «Le istituzioni italiane prendano posizione»
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“Rompiamo il silenzio: basta genocidio” è stata la significativa denominazione dell’incontro tenutesi dalle ore 18 presso la Sala consiliare di Palmi, per discutere sulla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza e, più in generale, sulla questione palestinese. L’iniziativa, organizzata con le associazioni “Per non dimenticare Sabra e Chatila” e “ReCoSol”, ha visto l’intervento in videoconferenza dalla Palestina di Abeer Odeh, ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia.
L’ambasciatrice, tradotta dal giornalista palestinese Bassan Saleh, ha ringraziato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Ranuccio per la presa di posizione in sostegno del popolo palestinese.
«A Gaza abbiamo perso 55mila esseri umani, persone con sogni, aspirazioni, che volevano vivere come tutti – ha affermato Abeer Odeh -. Sono morti 17mila bambini al di sotto dei 14 anni. 40mila sono rimasti orfani di uno o entrambi i genitori. Chi è rimasto vivo è nudo, assetato, assistito da nessuno, senza più una famiglia su cui contare. Nella striscia di Gaza non ci sono più scuole, ospedali, non c'è da mangiare, che vita li aspetta in futuro? Il silenzio della comunità internazionale ci chiediamo fin quando continuerà? Aspettiamo che qualcuno prenda provvedimenti contro Israele e gli porti un rendiconto di quello che sta facendo contro il popolo palestinese. Addirittura qualche leader italiano si imbarazza quando deve definire Netanyahu come criminale di guerra. Quando parlo di qualche responsabile italiano non lo lego assolutamente al grande popolo italiano che ha dato tutta la solidarietà possibile».
L’ambasciatrice ha invocato che «bisogna prendere una posizione coraggiosa per imporre sanzioni contro lo Stato occupante di Israele. Israele deve essere punito per quello che sta facendo. Bisogna lavorare insieme affinché le risoluzioni dell'Onu, del Consiglio di sicurezza, vengano accolte e che le delibere della Corte di giustizia vengano attuate contro chi sta commettendo crimini contro i nostri figli e famiglie».
Nella sala consiliare di Palmi sono state trasmesse immagini crude, durissime, profondamente toccanti, di bambini uccisi, dei loro corpi martoriati. Ciò ha creato commozione, sgomento, indignazione per ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza.
«Come possiamo definirci essere umani e non avere una reazione quando vediamo bambini morire?– ha dichiarato Abeer Odeh-. Noi siamo assetati di pace, ma Israele non la vuole. Vogliono distruggere completamente il popolo palestinese, non c'è altra definizione a questo che: genocidio. Stanno cercando di costringere i palestinesi a lasciare la Palestina, questa si chiama pulizia etnica. Il popolo italiano deve far pressione al suo governo per riconoscere lo Stato palestinese. Affinché venga instaurato uno Stato indipendente e il popolo palestinese possa praticare il diritto all'autodeterminazione».
L’auspicio per il giornalista palestinese Bassam Saleh è che il grido lanciato da Palmi arrivi in tutta Italia affinché altri sindaci, come fatto a Napoli, riconoscano lo stato della Palestina.
«Denunciamo un massacro. Le istituzioni italiane devono prendere qualche posizione per fermare questo genocidio – ha affermato il giornalista-. Soprattutto, salviamo il popolo palestinese, perché sta letteralmente morendo di fame. Bisogna cessare subito il fuoco».
L’amministrazione comunale di Palmi sta promuovendo costantemente iniziative per condannare le violenze nei teatri di guerra.
«Sentiamo la necessità morale, di coscienza, di gridare al mondo lo scempio che si sta consumando a Gaza – ha affermato il sindaco Giuseppe Ranuccio con al fianco Antonio Papalia -.I diritti del popolo palestinese vengono calpestati. Non arrivano gli aiuti umanitari. Un grido di dolore che parte da Palmi, un appello a tutti i potenti del mondo affinché si adoperino per far cessare le violenze».
Promotrice dell’iniziativa, insieme all’amministrazione comunale, è stata l’associazione “Per non dimenticare Sabra e Chatila” del presidente Enzo Infantino, un'associazione che dal 2000 si reca nei campi profughi palestinesi per portare sostegno e solidarietà.
«Sosteniamo la battaglia per i diritti dei palestinesi – ha sottolineato Infantino-. Oggi siamo qui a Palmi, su invito dell'amministrazione comunale, perché vogliamo ancora una volta denunciare il genocidio e la pulizia etnica in corso in questo momento nella striscia di Gaza per mano del criminale di guerra Netanyahu. Non lo diciamo noi, ma lo dice la corte internazionale dei diritti umani che ha accusato Netanyahu di crimini di guerra».