È battaglia in queste ore attorno alla presa di servizio per le pulizie di tutti gli ospedali della provincia. «L'udienza cautelare è imminente, se si procede con la consegna d'urgenza vi saranno conseguenze»
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Entro il primo giorno del nuovo anno il cambio appalto per il personale è già pronto. Il verbale sindacale e aziendale è già stato firmato nell'aula Magna dell'Asp di Cosenza. La presa di servizio, con consegna di urgenza, è sul tavolo per la Rti Team Service arl - Snam Lazio Sud per la gestione delle pulizie di tutti i presidi ospedalieri del perimetro dell'Asp di Cosenza. La super gara, per intenderci. Il mega appalto da 39 milioni di euro più Iva per 4 anni (più uno) più prevedibilissime proroghe sine die (ci sono voluti 5 anni per la nuova gara, tanto per intenderci...).
Ma soprattutto, il super chiacchierato intreccio con le movenze di Claudio Lotito, presidente della Lazio e collega in Senato di Mario Occhiuto tra i banchi di Forza Italia e per ultimo presentissimo anche alla "prima" della corrente "liberal" del presidente di Regione, Roberto. Per non dire della decina di emendamenti presentati dallo stesso Lotito negli ultimi 3 anni a favore della sanità di Calabria, alcuni di questi divenuti poi essenziali.
C'è lui, il presidente della Lazio, dietro la Rti che ha vinto il grande appalto per le pulizie degli ospedali della provincia di Cosenza, l'aggiudicazione definitiva è del 4 dicembre. Da qui le procedure di urgenza per la presa di servizio e il cambio personale entro il primo gennaio, l'assorbimento delle maestranze. Con più di una insidia però sullo sfondo. Perché nel frattempo la seconda classificata in gara (nonché titolare della precedente gestione del servizio) e cioè Cns Servizi società cooperativa decide di ricorrere al Tar della Calabria contro l'aggiudicazione dell'appalto alla Rti di Lotito (il ricorso è affidato agli avvocati Oreste e Achille Morcavallo). Con tanto di inevitabile richiesta di sospensiva cautelare dell'assegnazione dello stesso appalto in una prima udienza utile del Tar che dovrebbe tenersi entro la prima metà di gennaio.
Da qui la diffida, civile e sullo sfondo anche penale, a non procedere nelle more al cambio appalto e alla presa di servizio «e a non adottare atti pregiudizievoli, relativi alla procedura impugnata, ivi compresa la consegna di urgenza, stante l'imminenza dell'udienza e l'operatività dello stand still processuale previsto dal d.lgs 36/2023. In difetto saremo costretti ad adire ulteriormente le vie legali, segnalando la vicenda alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per l'accertamento delle conseguenti responsabilità dei singoli firmatari degli atti».
Il ricorso al Tar di Cns segue sostanzialmente l'intero percorso "anomalo" dell'iter di gara (più volte da noi descritto) e culminato in una ispezione Anac (ormai archiviata positivamente, sia pure con criticità) e in un interesse mediatico nazionale (si resta in attesa di un pezzo girato da Report). I ricorrenti segnalano nel ricorso regole del gioco cambiate in corso d'opera, punteggi rivisti e riassegnati, aperture di buste non in modalità simultanea, rinvio sospetto di commissioni di gara.
E poi ancora la mancata verbalizzazione dell'apertura delle offerte tecniche, evidentemente aperte «senza alcuna garanzia di segretezza, par condicio e trasparenza». Fino ai «punteggi tecnici migliorativi» nei confronti «del solo Rti Team Service». Materia del contendere per i giudici del Tar Calabria. Chiamati anche a decidere se sospendere o meno, nelle more di una trattazione di merito, l'intera partita. Che però, da giovedì, prende formalmente un'altra piega. E un altro padrone.



