Assalto al modello Riace, lo Stato non paga e il sindaco fa lo sciopero della fame

Il primo cittadino Mimmo Lucano protesta perché non vengono saldati dal 2016 i progetti relativi all’accoglienza dei migranti. A breve potrebbero finire in strada 165 rifugiati, 50 bambini e 80 operatori

di Ilario  Balì
2 agosto 2018
16:07

Contro le ingiustizie che da circa due anni stiamo subendo come comunità di accoglienza”. Per questo motivo il sindaco di Riace Mimmo Lucano ha iniziato lo sciopero della fame. Il paese dell’accoglienza è stato escluso dal saldo Sprar da luglio a dicembre 2017 (circa 650.000 euro) e per il 2018 non è compreso tra gli enti beneficiari del finanziamento del primo semestre.

«Nonostante tutte le attività siano state svolte - tuona il primo cittadino - nessuna comunicazione è pervenuta della chiusura del progetto. È stato quindi accumulato un ingente debito con il personale, con i fornitori e con gli stessi rifugiati. Da aggiungere a questa incredibile situazione la vicenda dei cosiddetti CAS. Da Settembre 2016 il prefetto di Reggio Calabria con vari assurdi pretesti - prosegue Lucano - si è rifiutato e ancora si rifiuta di saldare il dovuto. Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Se non ci sarà l'assegnazione programmata non solo finirà l'esperienza di Riace, ma saranno messi in strada 165 rifugiati; almeno 50 bambini, circa 80 operatori. Numerose attività commerciali che hanno fornito beni, prevalentemente alimentari, da più di un anno non si vedranno pagato il credito accumulato. L'economia di tutta la comunità, modello mondiale di accoglienza e integrazione, crollerà sotto un cumulo di macerie».


Giornalista
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