È stata consegnata ufficialmente, a Conflenti, "Villa Bunker", bene confiscato alla criminalità organizzata, restituita alla collettività grazie al progetto "Una Fattoria Sociale", promossa dal Comune di Conflenti e finanziato dal ministero dell'Interno nell'ambito del Pon Legalità Fesr 2014-2020. Alla cerimonia hanno partecipato la sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro, il prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, il presidente della Provincia di Catanzaro Mario Amedeo Mormile, il sindaco di Conflenti Francesco Emilio D'Assisi, forze dell'ordine, scuole e di numerosi cittadini.
 

"Villa Bunker" diventa adesso una fattoria sociale e didattica, uno spazio aperto, accessibile, pensato per accogliere persone fragili, giovani, famiglie, associazioni e scuole, con l'obiettivo di generare inclusione, apprendimento, lavoro e relazioni. Un'infrastruttura sociale permanente. L'intervento si inserisce nel quadro del Pon "Legalità" dedicato alla promozione dell'inclusione sociale attraverso il recupero dei beni confiscati alle mafie, e rappresenta un esempio concreto di rigenerazione urbana e sociale fondata sui principi della legalità, della partecipazione e della responsabilità collettiva.
 

D'Assisi ha parlato di una giornata che segna un prima e un dopo per la comunità conflentese. «Oggi - ha detto - restituiamo alla nostra comunità un luogo che per troppo tempo è stato simbolo di illegalità e prevaricazione. Un luogo che faceva paura, che divideva, che rappresentava l'arroganza del potere criminale. Oggi quello stesso spazio diventa un luogo di legalità, di lavoro, di solidarietà. Non inauguriamo semplicemente un immobile. Oggi affermiamo con forza un principio: la legalità è più forte di qualsiasi forma di sopraffazione. Questo luogo parla soprattutto ai ragazzi. Dice loro che le cose possono cambiare, che il futuro non è scritto, che esiste una strada fatta di scelte responsabili, di collaborazione, di rispetto delle regole. La legalità non è un concetto astratto: è un valore che si costruisce ogni giorno, anche e soprattutto attraverso progetti come questo».
 

«È fondamentale - ha detto Mormile - contrastare ogni forma di ambiguità e di confusione, perché è proprio lì che si annida il vero pericolo. Oggi siamo davanti a un'alternativa chiara: da una parte la comunità, la sicurezza, la legalità; dall'altra il crimine. Eventi come questo dimostrano che un'altra strada è possibile e che le istituzioni, quando lavorano insieme, possono davvero incidere. Accanto alla dimensione sociale c'è anche una prospettiva economica sana: creare opportunità, favorire il turismo, costruire una crescita equilibrata che non lasci indietro nessuno. È questo il senso profondo della legalità».


«Essere qui oggi - ha detto De Rosa - significa crederci davvero. Significa dimostrare che lo Stato non è un'entità lontana, ma una presenza concreta che cammina accanto ai territori. La sicurezza non è il frutto di un singolo, ma di una squadra fatta di donne e uomini in divisa che ogni giorno lavorano insieme per riaffermare il valore dello Stato. Ho visto in passato beni confiscati abbandonati, lasciati al degrado. E lì lo Stato rischia di perdere credibilità. Lo Stato si afferma davvero solo quando quei beni vengono recuperati e restituiti alla comunità».
 

Per Wanda Ferro l'inaugurazione «simboleggia concretamente la vittoria dello Stato. Una doppia vittoria: prima con la confisca di questo bene sottratto alla criminalità organizzata, poi con la sua restituzione alla comunità. In Calabria sono stati destinati 3.820 immobili, di cui 444 in provincia di Catanzaro. Nel triennio 2023-2025 le destinazioni sono cresciute del 197% rispetto al triennio precedente. Questo dimostra che la strada del riutilizzo sociale dei beni confiscati è quella giusta. È così che lo Stato vince davvero: quando restituisce futuro alle comunità».