L’accusa ha invocato altre cinque condanne per la moglie, il figlio e due collaboratori. Chiesti due anni per il sindacalista della Uila. Ci sono 51 parti civili, quasi tutti lavoratori dei supermercati
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Il pm della Procura di Catanzaro, Saverio Sapia, ha invocato oggi sei condanne nei confronti degli imputati implicati nel procedimento, con rito abbreviato, sul presunto sfruttamento dei lavoratori nei supermercati del gruppo Paoletti distribuiti tra Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale.
Il magistrato ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione, 4000 euro di multa e confisca del compendio aziendale nei confronti di Paolo Paoletti, titolare dei supermercati; 9 anni e 2 mesi e 2000 euro di multa nei confronti della moglie Anna Valentino; 7 anni, 11 mesi e 3 giorni e 1.500 euro di multa nei confronti di Vittorio Fusto, dipendente di Paoletti; 4 anni, 11 mesi 20 giorni e 1200 euro di multa nei confronti della collaboratrice Tiziana Nisticò; un anno e 4 mesi nei confronti del figlio Rosario Martinez Paoletti; 2 anni nei confronti di Vito Doria, conciliatore sindacale della Uila.
L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro ha portato alla contestazione di retribuzioni inadeguate, o comunque insufficienti rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) parte delle retribuzioni sottratte (con restituzione in contanti) dietro la minaccia del licenziamento e facendo leva sullo stato di bisogno dei dipendenti.
Inoltre, secondo quando già emerso nel corso dell’esecuzione della misura cautelare, Paoletti e la moglie Anna Valentino avrebbero adoperato, all’interno degli uffici amministrativi, un impianto di intercettazione ambientale consistente in un registratore con risponditore automatico al fine di controllare a distanza due dipendenti e tutti i lavoratori presenti nella stanza.
A Paoletti, Valentino, Giorgio Rizzuto (imputato nel procedimento con rito ordinario) e Nisticò viene contestato, a vario titolo, il reato di estorsione per aver costretto otto dipendenti, tanti ne conta la chiusura indagini, a «restituire parte della retribuzione dietro la minaccia di licenziamento».
Nel processo sono costituite parte civile, 51 persone, la maggioranza delle quali è composta da dipendenti dei supermercati.
Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Giuseppe Partenope, Giuseppe Fonte, Vincenzo Vaiti, Domenico Cortese, Salvatore Giunone, Helenio Cartaginese, Marco Sinopoli, Francesco Gambardella, Antonio Balladelli, Aldo Casalinuovo, Carlo Petitto, Vincenzo Iiritano, Gaspare Guarino, Lorenzo Guarino.