Via libera del Cdm

Migranti, Governo dichiara lo Stato d’emergenza. Occhiuto: «Giusto avere poteri speciali per gestire fenomeno»

Il Consiglio dei ministri ha deliberato il provvedimento su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone attraverso le rotte del Mediterraneo

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di Redazione
11 aprile 2023
17:46
Nel riquadro Roberto Occhiuto
Nel riquadro Roberto Occhiuto

Su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.

«Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli - ha detto Musumeci - della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea».


Cosa prevede lo stato d'emergenza

Con lo stato di emergenza si potranno realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard. Così fonti di governo al termine del Consiglio dei ministri, sottolineando che inoltre saranno coinvolte la Protezione civile e la Croce rossa italiana con il loro bagaglio di esperienze e dotazioni. Allo stesso tempo, sottolineano le stesse fonti, si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.

La dichiarazione dello stato di emergenza consente di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale, spiegano fonti di governo evidenziando che il numero degli sbarchi è largamente superiore rispetto al passato e il Governo risponde prontamente dichiarando su tutto il territorio nazionale per un periodo di 6 mesi lo stato di emergenza. Per l'attivazione e l'avvio delle prime misure urgenti, aggiungono le stesse fonti, sono stati stanziati 5 milioni di euro previsti dal Fondo per le emergenze nazionali.

Occhiuto: «È giusto avere poteri speciali per gestire fenomeno complesso»

«Giudico positivamente la dichiarazione da parte del Consiglio dei ministri dello stato di emergenza sulle migrazioni. È giusto che il Ministero dell’Interno e le istituzioni possano avere poteri speciali per affrontare e gestire un fenomeno complesso, destinato a non esaurirsi nel breve periodo e che sta mettendo a dura prova alcune Regioni del Sud, come la Calabria. Dopo la tragedia di Steccato di Cutro, ho avuto modo di confrontarmi con i ministri competenti - a partire dal ministro Matteo Piantedosi - in merito alle difficoltà oggettive che riscontrano i Comuni calabresi meta di migliaia di arrivi irregolari». Afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

«Penso al caso più eclatante - prosegue il governatore - , quello di Roccella Jonica, Comune in prima linea nell'accoglienza di flussi migratori di enormi dimensioni. Lo stato di emergenza consentirà a tutte le strutture dello Stato di velocizzare l’iter di alcune procedure necessarie per avere a disposizione gli strumenti indispensabili a garantire sempre e in modo strutturale la prima accoglienza per i migranti che arrivano nel nostro Paese, e dunque nella nostra Regione. Bene ha fatto il governo Meloni a mettere in campo una misura indispensabile per incidere in processi spesso non gestibili con l’amministrazione ordinaria. Nel complesso, l’Italia sta fronteggiando praticamente da sola un’emergenza gravissima, che nei mesi estivi è destinata ad acuirsi».

«Il mio auspicio è che questa volta l’Europa concorra concretamente ad affrontare le migrazioni in maniera solidale, e soprattutto attraverso nuovi ed efficaci mezzi di soccorsi in mare e contestualmente di ricollocamento dei migranti tra i diversi Paesi dell’Ue», conclude Occhiuto.

 

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