Il clan del Crotonese aveva rifondato i propri assetti anche dopo la decapitazione dei suoi boss. Il nuovo assetto organizzativo per gestire estorsioni, appalti e bacinelle: la base era in un autosalone
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Si potrebbe parlare della terza generazione delle nuove leve all’interno del contesto ‘ndranghetistico di Cirò, dopo due grandi operazioni che hanno disarticolato la consorteria Farao Marincola: Stige (2018) e Ultimo Atto (2022). L’operazione Saulo ieri ha portato a 18 arresti. Tra questi, scrive il gip Massimo Forciniti, c’è qualche veterano, come Luigi Vasamì, classe ’62, detto Gino, l’uomo al quale il boss Cataldo Marincola aveva dato l’ordine di occuparsi dell’occultamento dell’arsenale del clan.
Insieme a lui avrebbero portato avanti le attività illecite della cosca Giuseppe Cariati, classe ’61, Francesco Amantea, classe ‘62, Gianluca Scigliano, classe ’79, nonché l’emergente Luca Frustillo, classe ‘85. Mentre sull’area di Cirò Marina emergevano le figure di Cataldo Cornicello, classe ‘79 e di Franco Cosentino, classe ’74, soggetti legati all’esponente di spicco Giuseppe Spagnolo, alias “Peppe u’ banditu”, già condannato in Stige e oggi raggiunto da una nuova, pesante accusa: quella di essere istigatore e autore, con la complicità di Martino Cariati e Franco Cosentino, dell’omicidio, nel 2003, di Francesco Mingrone, reo di aver molestato la sorella di Spagnolo.
Il gip annota come «la sopravvivenza della consorteria alla decapitazione dei suoi vertici ed alla sottrazione di gran parte dei suoi uomini siccome reclusi. Il segnale fondamentale trasmesso è che sul territorio non cambia nulla, cambiano gli uomini ma non il meccanismo di controllo sul territorio stesso. Consegue, poi, la necessità da parte del sodalizio di “arraffare” denaro da canalizzare per il sostentamento delle famiglie dei numerosi affiliati detenuti, degli affiliati liberi attivi, e per alimentare nuovi progetti criminali…».
Sono le estorsioni la prova del nove della continua presenza della cosca sul territorio.
L’assenza dei capi storici ha fatto sì che alcuni soggetti, come Basilio Paletta, una volta tornati in libertà dopo le misure cauteli di Stige, avrebbero beneficiato di un periodo di libertà nel corso del quale hanno dato prova della loro pervicacia e pericolosità, sino al loro arresto avvenuto a seguito della sentenza emessa dalla Corte Suprema di Cassazione a giugno 2024.
Paletta è stato scarcerato nel 2022 per poi essere tratto in arresto nuovamente a giugno 2024 per l’espiazione della pena definitiva. Secondo l’accusa Paletta «sfruttando il temporaneo stato di libertà, assumeva la direzione del sodalizio di 'ndrangheta di Ciro, rappresentando in quel periodo temporale il vertice della cosca, con incarico di “reggente”, al fine di proseguire e dimostrare pubblicamente l’attuale persistenza in vita della Locale di 'ndrangheta di Ciro, ossia continuare a mantenere saldo il controllo del territorio anche sotto il profilo economico; in tal senso promuoveva e organizzava l’associazione impartendo ordini e direttive agli associati, controllava la perpetrazione dei reati fine dell’associazione, primi tra tutti quelli in materia di estorsioni ad alcuna delle quali partecipava personalmente, controllo degli appalti pubblici, ricevendo i profitti delle attività illecite e provvedendo alla spartizione e consegna delle quote per il mantenimento delle famiglie degli affiliati soprattutto quelli detenuti e al pagamento delle spese legali…».
Stessa condotta, con una sorte diversa, per il collaboratore di giustizia Gaetano Aloe. Anche Aloe, scarcerato a dicembre 2022 ha ripreso a manifestare le condotte intimidatorie del clan sul territorio. A marzo 2023 ha però deciso di collaborare con la giustizia e ha raccontato quello che era il nuovo assetto organizzativo della cosca. Parole che sarebbero state riscontrate, dice il gip, dalle indagini dei carabinieri. Sarebbe così emerso il ruolo di Paletta ma anche i ruoli chiave assunti da Franco Murano e Claudio Adorisio. Basti pensare, sostiene l’accusa, che l’autosalone di Murano era diventato il nuovo quartier generale del sodalizio.