Zona economica speciale

Zes, l’allarme di Unindustria Calabria: «Recuperare i ritardi, si rischia la perdita degli investimenti»

Il monito del presidente Aldo Ferrara: «Rendere immediatamente operative le procedure, il modello deve andare a regime»

di Luana  Costa
1 marzo 2024
11:28

«Non c’è più tempo, bisogna immediatamente rendere operative le procedure perché il nuovo modello della Zes Unica per il Mezzogiorno vada a regime». Torna a prendere posizione sulla riforma della Zes, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara che rilancia, ancora una volta, l’allarme sulle prospettive per gli investimenti e i nuovi insediamenti produttivi in Calabria se non ci saranno immediati e forti correttivi all’impostazione attuale della Zes Unica per il Mezzogiorno.

«Ci sono degli elementi importanti da tenere in considerazione – prosegue – perché, mai come adesso, in Calabria, ma direi in tutto il Mezzogiorno, c’è bisogno di investimenti. Siamo in una fase in cui c’è un rallentamento dell’economia ed è proprio qui e ora che si deve sostenere la volontà degli imprenditori di scommettere sul futuro.


Ecco, quindi, che lo stallo in cui versa la Zes unica e la contemporanea eliminazione del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno pongono un doppio limite alle intenzioni di investimenti al Sud. E un altro serio limite all’attrattività della Zes è l’impossibilità di cumulare i vantaggi Zes con quelli del credito d’imposta introdotto nel Piano Transizione 5.0.

A pagare in quanto a capacità attrattiva degli investimenti sono e saranno sempre le regioni del Mezzogiorno, aumentando i divari socio-economici con il resto del Paese e dell’Europa. Ci sono imprenditori che aspettano ormai da diversi mesi una risposta alla domanda inoltrata per avviare un investimento in area Zes e il rischio che molti di essi rinuncino all’idea spostando l’investimento altrove è enorme: aver sospeso fino a fine marzo la valutazione delle domande pone un serio limite alla possibilità di sviluppo delle attività economiche e quindi dei territori».

Le preoccupazioni degli industriali riguardano, come più volte sottolineato, alcune previsioni normative della Zes Unica: «Continuiamo a ribadire – ha spiegato Ferrara – come sia necessario eliminare il limite minimo di 200mila euro agli investimenti in area Zes: si tratta di una misura che tiene fuori una grandissima parte di imprese.

Inoltre, affinché le scelte gestionali relative alla Zes siano efficaci perché realmente rispondenti alle necessità dei territori e delle imprese che intendono operarvi, è strettamente necessario coinvolgere nella cabina di regia della Zes Unica il sistema confindustriale e le parti sociali: insomma, si acceleri definitivamente sul nuovo modello di Zes, il tempo dell’attesa è finito, ora bisogna correre per recuperare i seri ritardi accumulati».

Giornalista
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