Volumi di vendita italiani giù ad agosto: si risparmia sulla spesa alimentare, che scende su una base annua di 240 euro, mentre soffrono i mercati di auto, calzature e abbigliamento. A forte rischio il futuro dei piccoli negozi
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Rallenta il potere d’acquisto delle famiglie e calano i consumi alimentari. Nel secondo trimestre dell’anno la pressione fiscale sale al 42,3%, l’1,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Meno spesa, più risparmio. Una tendenza che va avanti dal 2023. I redditi delle famiglie sono cresciuti dello 0,8%, su base congiunturale i consumi finali, nei primi sei mesi del 2025 sono aumentati dello 0,5%. Ad agosto, invece l’Istat registra un lieve calo delle vendite al dettaglio: dello 0,1% in termini di valore e dello 0,3% in termini di volume.
Gli acquisti di generi alimentari hanno fatto registrare una flessione del 2,2% in termini di volume, quelli per i beni non alimentari sono diminuiti dello 0,2% in termini di valore e dello 0,6% in termini di volume. Nei tre mesi estivi è aumentata la spesa per i prodotti per la cura della persona, +5,4%, mentre sono diminuiti gli acquisti di prodotti farmaceutici, -3,4%, e di elettrodomestici, radio, tv e registratori, -3,4%.
Secondo il Codacons «il trend negativo delle vendite al dettaglio evidenzia un preoccupante crollo dell’1,3% sull’anno». Secondo l’associazione dei consumatori «tra rincari dei prezzi, spese obbligate per la scuola e gli attesi rialzi delle bollette energetiche, gli italiani potrebbero essere spinti a ridurre ulteriormente i consumi, con effetti negativi diretti sull'economia nazionale».
I piccoli esercizi commerciali soffrono per una situazione ormai generalizzata. Per Confesercenti da gennaio ad agosto «le attività di vicinato registrano un calo in volume stimabile in 2,5 punti percentuali, con punte del 3% per gli alimentari». I piccoli negozi perdono il 4% di vendite, in termini di volume, all’anno. Si allunga lo spettro della desertificazione commerciale. Con effetti diretti sulle economie del territorio. Confesercenti chiede «risorse per il sostegno ai redditi delle famiglie con tagli significativi all'Irpef».
Per Assoutenti «il costo delle materie prime porta a sensibili rialzi dei prezzi che costringe i consumatori a cambiare abitudini e ridurre gli acquisti». Secondo l’Unione nazionale consumatori «le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 240 euro». Confcommercio punta l’attenzione anche sul mercato dell’auto, sull’abbigliamento e le calzature. Da due anni, incertezza e crisi economica «mantengono i consumi al minimo».