Nel Cosentino la vicenda che coinvolge gli addetti alle pulizie degli ospedali e dei distretti sanitari riguarda circa seicento persone. Tutti lavoratori part-time, spesso con contratti minimi tra venti e venticinque ore mensili, stipendi che oscillano tra quattrocento e seicento euro e nuclei familiari che vivono solo su quelle entrate.

Molti non hanno ricevuto il compenso di ottobre, altri attendono il versamento di novembre e la tredicesima. Una condizione che pesa su famiglie già segnate da bilanci fragili, con il periodo natalizio che si avvicina e la prospettiva concreta di non avere disponibilità per le spese essenziali.

La protesta pacifica tenuta questa mattina davanti al presidio Guido Compagna di Corigliano ha riportato al centro un problema che si trascina da settimane. La situazione riguarda in particolare due aziende, la CSF e il Faro, entrambe impegnate negli appalti di pulizia all’interno delle strutture sanitarie provinciali.

Secondo le rappresentanze sindacali, il nodo principale è il mancato perfezionamento del documento unico di regolarità, indispensabile affinché l’Azienda sanitaria possa procedere al pagamento diretto e sbloccare la catena dei versamenti. L’attesa si è tradotta in ritardi accumulati e tensioni crescenti.

Luciano Campilongo, rappresentante sindacale, sintetizza così il quadro: «Il problema è in carico alla CSF, dove mancano alcuni requisiti di regolarità. Oggi c’è un’udienza e attendiamo che il documento venga rilasciato per permettere all’Azienda sanitaria di pagare quanto dovuto. I lavoratori sono part-time quasi al completo, con redditi molto bassi, e hanno già svolto il proprio servizio».

Il sindacalista evidenzia come il gruppo abbia chiesto all’Azienda sanitaria di attivare la procedura del pagamento diretto proprio per evitare che le famiglie restino senza entrate durante il periodo natalizio. La richiesta è stata inoltrata da settimane e ora, con il passare dei giorni, diventa sempre più urgente.

Campilongo aggiunge: «Abbiamo sollecitato un confronto per trovare una soluzione. Senza il documento, i versamenti non possono partire e queste persone rischiano di non ricevere neppure la tredicesima. Parliamo di famiglie monoreddito che faticano a sostenere qualsiasi spesa».

Una parte degli addetti in capo al Faro ha già ricevuto lo stipendio di ottobre, ma restano in sospeso le giornate di novembre e la mensilità aggiuntiva. La situazione appare diversificata a seconda dell'azienda, ma il peso sulle famiglie resta identico.

Le dimensioni del problema emergono anche dalle parole di Andrea Ferrone, segretario territoriale: «La vicenda coinvolge circa seicento persone che svolgono pulizie negli ospedali e nei distretti. Siamo riusciti a far pagare una parte, ma restano cento lavoratori senza alcun versamento. Siamo preoccupati perché a novembre si aggiunge la tredicesima e molti vivono con pochi centinaia di euro al mese».

Ferrone richiama anche il tema più ampio dei compensi ridotti: «Gli stipendi bassi derivano da contratti che si rinnovano con ritardo e dall’assenza di una retribuzione minima per settori delicati come questo. Non si può andare avanti con somme così ridotte mentre il costo della vita aumenta».

Il sindacalista denuncia inoltre una tendenza presente da anni negli appalti: un sistema di spezzatini occupazionali che crea posti da poche ore per ampliare il numero degli addetti, senza però garantire entrate dignitose. «Meglio due servizi completi che quattro micro contratti. Abbiamo introdotto nella nuova gara un limite minimo del cinquanta per cento sul part-time. Può sembrare poco, ma è un passo importante».

Un confronto ufficiale si terrà il quindici dicembre grazie alla convocazione del prefetto e del direttore generale della struttura sanitaria. Il tavolo dovrà chiarire se sia possibile procedere con un documento provvisorio per permettere all’Azienda sanitaria di anticipare i versamenti e chiudere la fase più critica della vicenda.

Ferrone conclude: «Siamo davanti a persone che puliscono luoghi sensibili. Oggi hanno diritto di far emergere ciò che vivono. La popolazione deve sapere che dietro questi servizi essenziali ci sono famiglie che vivono con entrate minime».

La giornata di protesta si è svolta senza interruzioni alle attività, con molti lavoratori presenti dopo aver terminato il turno. Una situazione che rimane aperta mentre si avvicina un periodo dell’anno in cui l’assenza di reddito diventa ancora più pesante.