Reddito di cittadinanza

L’assessore Calabrese: «Il lavoro c’è ma le aziende non ricorrono ai Centri per l’impiego, serve terapia d’urto»

VIDEO | Il componente della giunta regionale con delega al settore parla di «episodi paradossali» e annuncia nuove assunzioni nei Cpi. «Daremo risposte ai 15mila ex percettori rimasti senza sussidio in Calabria» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
28 agosto 2023
17:10

Il vero banco di prova per la riforma, dopo la sospensione del reddito di cittadinanza, sarà l'1 settembre, quando sarà attiva la piattaforma dove gli ex percettori dovranno presentare domanda per accedere al percorso di formazione e supporto al lavoro. L'assessore al ramo della Regione Calabria, Giovanni Calabrese, ha convocato il 30 agosto una riunione con i responsabili dei Centri per l'impiego e Anpal per verificare la perfetta funzionalità della piattaforma.

«Siamo pronti»

«Durante l'intero mese di agosto c'è stato un confronto costante con il ministero del Lavoro, con i centri per l'impiego sull'utilizzo della piattaforma che dovrà raccogliere le istanze del reddito di cittadinanza, ritengo che siamo pronti per affrontare questa nuova esperienza che vede oggi quasi 15mila calabresi interessati dalla riforma», ha chiarito l'assessore al ramo.


Una terapia d'urto

In Cittadella c'è la piena consapevolezza del terreno minato su cui ci si muove. La Calabria "vanta" altissime percentuali di disoccupazione e contava anche un altissimo numero di percettori del sussidio: 243mila al 31 dicembre 2021. «Va fatta una riflessione sul mondo del lavoro - spiega Calabrese - serve una sorta di terapia d'urto in Calabria e un impegno diverso da parte sicuramente dei Centri per l'impiego e da parte delle aziende. Bisogna creare le condizioni per una occupazione che in Calabria manca».

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«Qualcosa non funziona»

«Anche se assistiamo ad episodi paradossali, abbiamo aziende che lamentano la mancanza di personale e d'altra parte un numero elevato di disoccupati. Abbiamo fatto un confronto - precisa - prendendo a campione un centro per l'impiego e ci ritroviamo in una zona turistica tantissimi disoccupati e al contrario aziende che non trovano addetti. Quindi, qualcosa non funziona in Calabria».

Distorsione del mercato

Secondo quanto riferito, nel centro per l'impiego preso in esame risultano 2.500 iscritti in condizione di disoccupazione con pregresse esperienze nel settore del turismo, ma anche aziende che operano nello stesso settore e sono in difficoltà nella ricerca di personale. «Secondo me, i centri per l'impiego non sono stati visti nel modo giusto da parte delle aziende, oggi sono chiamati a svolgere una funzione importante per l'incrocio tra la domanda e l'offerta e devono interagire di più con le aziende».

Nuove assunzioni nei Cpi

«C'è un problema di fondo che riguarda il reddito, molte persone preferiscono il reddito piuttosto che andare a lavorare forse perché non trovano il lavoro che vorrebbero. Dobbiamo ragionare e studiare, lo stiamo facendo con gli strumenti e le risorse che abbiamo, e sono tante». Sul rafforzamento dei Centri per l'impiego l'assessore, intanto, rassicura sull'imminente immissione di nuovo personale: «È stato fatto un piano di assunzioni. Si tratta di un percorso in itinere - chiarisce -, molte assunzioni sono state già fatte e verranno completate a metà settembre». 

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Piano straordinario

«Inoltre, stiamo rilanciando le attività dei centri per l'impiego anche nell'ambito di quanto previsto dalla legge sulle politiche attive del lavoro. Una legge che in Calabria mancava dal 2001, è stata approvata dal Consiglio regionale lo scorso giugno. Nei prossimi giorni verrà istituito il tavolo per le politiche sul lavoro proprio come momento di confronto attraverso gli attori istituzionali previsti dalla legge per arrivare ad un piano straordinario del lavoro».

«Le risorse ci sono»

«Le risorse ci sono e sono tante - aggiunge l'assessore - anche attraverso il progetto Gol e altre misure ma dobbiamo saper utilizzare queste risorse perché se non andiamo ad interagire con le richieste delle aziende e degli enti di formazione per fornire una formazione giusta e adeguata non credo che faremo un buon servizio. Oggi ci sono le condizioni, a mio avviso, per poterlo fare basta confrontarsi e lavorare. Serve una azione sinergica».

Giornalista
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