Abbigliamento, utensili, oggetti artigianali, tecnologia, libri, prodotti per la casa. Nuove o vintage, merci di ogni tipo, di ogni fattura e di ogni provenienza - anche la spedizione di generi agroalimentari è ormai molto diffusa - arrivano ogni giorno nelle nostre case. Basta un clic. Semplice, veloce, pochi affanni per il compratore abile ad usare carrelli d’acquisto e metodi di pagamento digitale. Le compravendite online hanno rivoluzionato il commercio. Non ci sono solo i grandi marketplace con le piattaforme di vendita da miliardi di euro di fatturato. Migliaia di piccoli imprenditori hanno infatti puntato sulle vetrine virtuali per competere sia nel mercato nazionale che all’estero. Negli ultimi dieci anni le imprese italiane operanti nel settore e-commerce sono più che triplicate passando da poco più di 10mila a 43.379. Il dato, che certifica una crescita pari a +225,6%. Il dato emerge da uno studio di InfoCamere-Unioncamere su dati Movimprese.

Tra le regioni con il maggior numero di imprese operanti nel settore del commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet, alla fine del 2024 figurano la Lombardia con 8.545 imprese (il 19,7% del totale), la Campania con 6.484 (14,9%) e il Lazio con 5.088 (11,7%). Alle stesse regioni va il podio della crescita in valore assoluto nel decennio considerato: +6.014 imprese in Lombardia, +5.170 in Campania e +3.499 nel Lazio.

A livello relativo, invece, la Campania guida la classifica delle regioni con il più alto tasso di crescita percentuale nel decennio (+393,5%), seguita da Calabria (+294,2%) e Molise (+251,1%). Si tratta di numeri che testimoniano una diffusione trasversale e ormai radicata di queste attività in tutti i territori.

La Lombardia con 8.545 punti vendita online è la regione con il maggior numero di imprese, il 19,7% del totale

Nel confronto tra province, Napoli conquista il primato assoluto con 4.120 imprese di commercio online a fine 2024, con una quota che rappresenta il 9,5% del totale nazionale. Seguono Roma con 3.999 (pari al 9,2% del totale) e Milano con 3.895 (9%). Napoli si distingue anche per il maggior saldo assoluto nel periodo (+3.418 imprese) e per la crescita percentuale più marcata (+486,9%). Il dato partenopeo, spiega Unioncamere, evidenzia come la rivoluzione digitale non sia una prerogativa delle capitali economiche del Paese ma un fenomeno distribuito, capillare, con potenzialità forti anche in contesti tradizionalmente meno digitalizzati. Le imprese online rappresentano una delle forme di autoimpiego più diffuse tra gli under 35. In questa direzione lo scorso anno il Governo ha stanziato 800 milioni di euro, 700 provenienti dal Fondo sociale europeo plus (Fse+) e 100 dal Pnrr, nell’ambito del programma di garanzia dell’occupabilità dei lavoratori. Due gli interventi sovvenzionati: Autoimpiego Centro Nord Italia e Resto al Sud 2.0. La spesa media per avviare un marketplace online gestito da una ditta individuale o da un’impresa unipersonale non supera i 20mila euro.