Il Daily Mail gli ha dedicato un’intera pagina, definendolo uno degli artisti più promettenti sulla scena globale per la sua capacità di coniugare tradizione figurativa e innovazione espressiva. La critica internazionale lo osserva con attenzione, le gallerie più prestigiose lo ospitano, i collezionisti lo cercano. Lui è Emiliano Renna, originario di Reggio Calabria e oggi residente a Londra, pittore che con la sua ricerca ha saputo imporsi ben oltre i confini italiani, diventando un punto di riferimento per un’arte che torna a raccontare storie senza rinunciare alla forza del contemporaneo.

Non si tratta solo di entusiasmo critico. Renna ha esposto alla Galleria Accorsi, all’interno del circuito ufficiale della Biennale di Venezia, una delle manifestazioni artistiche più prestigiose al mondo. Ha portato le sue tele al Carrousel du Louvre, nel cuore di Parigi, e oggi è tra i pochissimi italiani – l’unico proveniente dal Sud – a figurare all’Art Expo di Parigi. Una scalata che racconta di sacrifici e di talento, ma anche di una visione chiara: riportare la pittura figurativa al centro del discorso artistico contemporaneo, in un’epoca dominata da installazioni, performance e linguaggi multimediali.

Il suo linguaggio pittorico affonda le radici nella tradizione italiana, ma la reinventa con una sensibilità attuale. Le sue opere parlano di amori proibiti, di desideri repressi, di spiritualità e carne intrecciate. Non a caso una delle tele più amate, Le lettere della luna, raffigura la storia d’amore tra un giovane prete e un cardinale all’interno della Città del Vaticano: un tema forte, che unisce la delicatezza della rappresentazione figurativa alla potenza simbolica di un racconto che scuote e interroga. Non stupisce che proprio questa opera sia diventata uno dei simboli della sua produzione, capace di attirare tanto i collezionisti privati quanto l’attenzione della stampa internazionale.

Ma il riconoscimento più sorprendente, negli ultimi mesi, è arrivato dall’Italia. Il Parlamento ha aperto le sue porte a Renna, celebrandone il talento e il ruolo nel portare alto il nome della pittura figurativa italiana nel mondo. L’On. Simone Billi, deputato per la Circoscrizione Estero-Europa e presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo, lo ha reso protagonista di una conferenza stampa presso la Sala Stampa di Montecitorio. Un atto che ha il valore simbolico di un’investitura ufficiale: la consacrazione di un artista che non è solo un talento individuale, ma un ambasciatore culturale dell’Italia all’estero.

Accanto a lui, nella giornata romana, erano presenti figure del mondo giornalistico e culturale come Annelise Pesa, Ilenia Petracalvina, Tania Calenda e Biagio Teseo. Una cornice che testimonia quanto il percorso di Renna sia ormai guardato con attenzione da mondi diversi: quello delle istituzioni, della critica, dei media.

L’artista, dal canto suo, mantiene un atteggiamento semplice, lontano dalle pose da star. Nelle interviste sottolinea spesso quanto le sue radici calabresi abbiano plasmato il suo sguardo, tra paesaggi aspri e tradizioni popolari, tra religiosità vissuta e un istinto naturale verso l’espressione artistica. Londra, dove vive da anni, è invece il luogo della sperimentazione e del confronto con una scena cosmopolita, che gli ha permesso di aprire il proprio immaginario a nuove suggestioni.

Il suo percorso è la dimostrazione di come la pittura figurativa non sia affatto morta, anzi. Nell’epoca dell’intelligenza artificiale e delle immagini generate dai software, le sue tele raccontano che l’occhio e la mano di un artista restano insostituibili per dare corpo a emozioni e storie universali. E proprio per questo Emiliano Renna appare oggi come uno degli interpreti più autentici di un ritorno alla pittura come racconto, capace di affascinare il pubblico senza perdere complessità.

Il futuro? Ancora più internazionale. Dopo Venezia, Parigi e Londra, si parla di nuovi progetti espositivi tra Stati Uniti e Medio Oriente. Intanto, Renna continua a lavorare alle sue tele in studio, con la stessa ostinazione che lo ha portato lontano dal suo Aspromonte. Con la consapevolezza che l’arte, come la vita, è un cammino fatto di contrasti, luci e ombre. Un cammino che, oggi, lo ha portato a essere uno degli artisti italiani più osservati al mondo.