Attese a Roma fino a 250mila persone. E mentre i dettagli liturgici restano riservati, emergono elementi che lasciano intuire un cambio di rotta rispetto allo stile sobrio e informale del predecessore, Papa Francesco
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È tutto pronto per la cerimonia di insediamento di Papa Leone XIV, che oggi assumerà ufficialmente il ruolo di successore di Pietro. Una giornata che si preannuncia storica non solo per l’importanza dell’evento, ma anche per i segnali di ritorno alla tradizione che il nuovo Pontefice sembra voler imprimere sin dal primo passo pubblico del suo pontificato.
Attese fino a 250mila persone in piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione. E mentre i dettagli liturgici restano riservati, emergono già elementi che lasciano intuire un cambio di rotta rispetto allo stile sobrio e informale del predecessore, Papa Francesco.
Una giornata che resterà nella storia
Roma rivive l’emozione di un altro momento epocale, a dieci giorni dall’elezione di Robert Francis Prevost al soglio pontificio, avvenuta con la fumata bianca dell’8 maggio. Il primo saluto ai fedeli in papamobile sarà seguito dalla Messa per l’inizio del pontificato, celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana, alla presenza di oltre 200 delegazioni da tutto il mondo. Numerosi capi di Stato e leader religiosi renderanno omaggio anche alla tomba di Papa Francesco, a Santa Maria Maggiore.
“Messa per l’inizio del pontificato”: ritorno alla forma solenne
A colpire è già il nome scelto per la celebrazione: “Santa Messa per l’inizio del pontificato”. Non più “inizio del ministero petrino”, come introdotto da Benedetto XVI, ma una formula che richiama alla mente la lunga tradizione della Chiesa. È uno dei tanti segnali che Leone XIV sembra voler lanciare: recuperare una solennità liturgica che negli ultimi decenni era stata in parte ridimensionata.
Cerimoniale rinnovato: dignità senza ostentazione
Pur senza tornare alla fastosità delle antiche incoronazioni con la tiara, sostituite negli anni Settanta dalla Messa inaugurale, il rito di oggi promette una maggiore ricchezza simbolica. La celebrazione durerà almeno due ore e comprenderà tutti i passaggi fondamentali: l’omaggio alla tomba di San Pietro, la consegna del Pallio, dell’Anello del Pescatore, e l’atto di obbedienza da parte dei rappresentanti del popolo di Dio. Tutto questo accompagnato da canti liturgici in latino, e probabilmente anche in greco, a ribadire l’universalità della Chiesa.
Simboli e gesti: cosa aspettarsi
Il Pallio, simbolo del buon pastore, sarà imposto al nuovo Pontefice dal cardinale Dominique Mamberti. Il cardinale Tagle consegnerà l’Anello del Pescatore, mentre il cardinale Ambongo guiderà una preghiera solenne per invocare la benedizione divina sul Papa. Dodici persone, tra cui cardinali, religiosi, giovani, e una coppia di sposi, rappresenteranno l’intero popolo di Dio nell’atto di obbedienza. Un protocollo più tradizionale: torna il velo per le consorti.
Un altro segnale del ritorno a forme cerimoniali più classiche arriva dal codice d’abbigliamento riservato alle consorti degli ambasciatori: torna l’indicazione, assente da anni, del velo nero. È un dettaglio che, pur simbolico, racconta molto della visione liturgica e istituzionale del nuovo Pontefice, che sembra voler coniugare rispetto della tradizione e attenzione al contesto contemporaneo.
Una piazza blindata ma aperta a tutti
Nonostante le imponenti misure di sicurezza, la Messa sarà aperta a tutti e non richiederà biglietti. La disposizione dei presenti seguirà una rigida organizzazione: sul sagrato, ecclesiastici e delegazioni religiose a sinistra; capi di Stato e rappresentanti diplomatici a destra. La folla dei fedeli occuperà l'intera piazza e le vie limitrofe, con maxischermi installati in piazza Risorgimento e piazza Cavour.
Sicurezza in massima allerta
Il piano sicurezza predisposto è tra i più imponenti degli ultimi anni: oltre 6.000 uomini delle forze dell’ordine, anti-drone, tiratori scelti, artificieri, e più di 2.000 volontari della Protezione Civile saranno dispiegati su tutto il territorio cittadino. La questura parla di un piano ispirato alle prime parole pronunciate da Leone XIV dalla loggia vaticana: “Costruiamo ponti, non muri”. Eppure, per garantire l’accesso sicuro a un evento di tale portata, sono stati istituiti cinque varchi di prefiltraggio, e decine di strade chiuse al traffico, con importanti deviazioni per mezzi pubblici e privati.
Santa Maria Maggiore sotto osservazione
Grande attenzione anche alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove molte delegazioni estere faranno visita alla tomba di Papa Francesco. Saranno predisposte misure di sicurezza dedicate per garantire l’accesso dei cittadini e la protezione degli ospiti internazionali, con particolare vigilanza anche negli aeroporti, stazioni ferroviarie e metro della Capitale.
Il rito in dettaglio: tra latino, greco e universale
Il rito inizierà presso la Confessione di San Pietro, dove Leone XIV troverà il Pallio, l’Anello del Pescatore e l’Evangeliario. La processione liturgica attraverserà la basilica, con litanie e invocazioni ai santi. L’omelia sarà in italiano, ma letture e preghiere saranno multilingue, come ormai tradizione nei grandi eventi vaticani. A chiudere la celebrazione, la recita del Regina Caeli, in luogo dell’Angelus, previsto nel tempo di Pasqua.