Il progetto Mesoraca in Festival, ormai alla sua quarta edizione e promosso dall’APS Mesoraca in Festival, anche quest’anno nasce con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura nel territorio di Mesoraca, attraverso un percorso di programmazione che coniughi tradizione e innovazione. “Il festival – specificano gli organizzatori – vuole coinvolgere la comunità locale e attirare visitatori esterni, favorendo così la crescita culturale, turistica ed economica del territorio. Si pone come un laboratorio culturale dinamico e inclusivo, finalizzato alla promozione, valorizzazione e diffusione della cultura, dell’arte, della creatività e dei saperi in tutte le loro forme ed espressioni”.

Il progetto interviene nei settori della promozione e della divulgazione culturale (letteratura, lingua, giornalismo, saggistica, storia, filosofia, ambito scientifico-matematico, scienze umane, educazioni, formazione, spettacolo, musica, arti figurative, teatro, danza, cinema, fotografia, comunicazione, web, digital, pubblicità, marketing, imprenditoria, cultura medico-sanitaria, saperi creativi e tutela socio-antropologica, storico-artistica, paesaggistico-ambientale e dei beni immateriali) con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo più ampio possibile del territorio.
Attraverso una rete di attività ed esperienze, il festival si propone di promuovere e divulgare conoscenza, favorendo il dialogo tra cittadini, il mondo della cultura, delle realtà imprenditoriali, di enti, agenzie e istituzioni locali, provinciali, regionali, nazionali e internazionali. Con un’attenzione particolare alla valorizzazione del raccordo tra la comunità e le istituzioni, il Mesoraca in Festival intende, dunque, creare spazi di divulgazione, promozione, confronto, inclusione e crescita, ponendosi come motore di innovazione per l’intero territorio.

Il festival affronterà temi cruciali e attuali – quali la biodiversità, la sostenibilità, il patrimonio materiale e immateriale, la cittadinanza attiva, la multiculturalità, l’imprenditorialità, il digitale, la memoria storica, l’ascolto e la lettura – ponendoli in dialogo con la specificità territoriale.

Abbiamo intervistato il Presidente dell’associazione Mesoraca in Festival, e direttore artistico, Francesco Grano.

Siamo giunti alla quarta edizione di questo Festival centrale per una importante area interna del Crotonese. Quanto crede che sia importante valorizzare gli eventi culturali in Calabria? Ma soprattutto, considera che questi vengano sufficientemente sostenuti dagli enti competenti nel corso del tempo?
"Il valore degli eventi culturali in Calabria è oggi più che mai cruciale. La nostra regione, spesso raccontata solo attraverso stereotipi di marginalità e fragilità, possiede in realtà un patrimonio culturale immenso che merita di essere riportato al centro del dibattito nazionale. La cultura è un motore di sviluppo, un volano di rinascita civile ed economica, non un semplice ornamento. Fare cultura significa, concretamente, fare turismo culturale, ossia attrarre visitatori, studiosi, artisti, intellettuali, investendo così sul futuro dei nostri paesi, delle nostre città. Non a caso, fino allo scorso anno, il nostro festival è stato itinerante, muovendosi tra i luoghi simbolo della storia e dell’arte di Mesoraca, proprio in una dimensione di riscoperta, di esplorazione. Quest’anno, invece, i riflettori si accenderanno sul Santuario del SS. Ecce Homo, uno spazio sacro e identitario dotato di sale multimediali e spazi esterni, ameni e ridenti, che diventa sede naturale per questa edizione. Quanto al sostegno delle istituzioni, devo riconoscere con grande soddisfazione che l’amministrazione comunale tutta del Comune di Mesoraca, con particolare riferimento al sindaco, dott. Annibale Parise, e all’assessore con delega alla Cultura, prof.ssa Eloisa Tesoriere, entrambi al loro secondo mandato, con cui abbiamo dialogato e cooperato costantemente in questi anni di festival, ha sempre creduto nella nostra iniziativa, distinguendosi per lungimiranza e per coerenza di investimenti e promozione culturale. Proprio in virtù di ciò il Comune di Mesoraca e il nostro festival sono stati protagonisti di un incontro dedicato presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, come esempi di rinascita culturale calabrese. Tuttavia, occorre sottolineare che, a livello più ampio, spesso le difficoltà maggiori nascono dalla scarsità dei fondi accessibili. Un progetto culturale serio e duraturo necessita di supporto economico concreto da parte di enti locali, regionali e nazionali. Senza questo, il rischio è che tante buone idee restino solo sulla carta. Proprio in virtù di ciò, il prossimo 6 settembre alle ore 21.00, contestualmente allo sviluppo del festival, ospiteremo un importante confronto al femminile su donna, cultura, istruzione, politica e territorio come strumenti di rinascita del Mezzogiorno. Sarà un momento di riflessione collettiva e di apertura, coerente con la nostra missione: trasformare Mesoraca in un laboratorio culturale, simbolo di una Calabria che sa rinascere attraverso la diffusione dei saperi”.

Dalle vostre dichiarazioni emerge una chiara volontà di rafforzare il concetto di turismo per il Marchesato. C'è tanto ancora da fare per invertire il trend, oltre a questi eventi culturali crede ci sia bisogno di altro per portare il turismo montano a livelli superiori nella nostra Regione?
"Sì, c’è ancora molto da fare. Gli eventi culturali sono un primo passo, perché offrono visibilità, creano comunità, attraggono visitatori. Ma il turismo montano, per diventare realmente competitivo, deve integrarsi con un sistema più ampio di infrastrutture, servizi, comunicazione e promozione del territorio. Bisogna investire sulla viabilità, sull’accoglienza, sulla formazione degli operatori turistici, sulla digitalizzazione. Il Marchesato crotonese ha risorse straordinarie, dai paesaggi naturali ai siti archeologici, dai borghi medievali alle tradizioni enogastronomiche, che rischiano purtroppo di rimanere, come è accaduto fino ad oggi, un patrimonio dimenticato, un potenziale inespresso. Il nostro compito, come operatori culturali, è dunque quello di valorizzarli e inserirli in una narrazione coerente e attrattiva: senza cultura non può esserci turismo, ma senza turismo, inteso come movimento di uomini e idee, non può sopravvivere la cultura: le due dimensioni devono camminare insieme”.

Lei che è certamente uno dei protagonisti del Festival ci sa dire quanta organizzazione c'è dietro un evento del genere? Oltre la passione e la dedizione cos'altro la spinge a portare avanti questo lavoro?
"Come è ovvio, un evento del genere non nasce per caso: è il frutto di mesi di lavoro, di coordinamento, di pianificazione attenta. Dietro le quinte operano uomini e donne, ragazzi e ragazze di Mesoraca e di Petilia Policastro, tutti volontari, che credono nel progetto e che prestano tempo ed energie senza alcun tornaconto personale. Io stesso, oltre a essere direttore artistico e presidente dell’APS Mesoraca in Festival, sono docente di Materie letterarie presso il Liceo Scientifico “Raffaele Lombardi Satriani” sede di Mesoraca, laureato in Lettere classiche e dottore di ricerca in Storia antica. Questo mi permette di avere uno sguardo lungo sulle radici profonde della cultura magnogreca e mediterranea, che considero un’eredità da rilanciare, non un reperto da musealizzare. Il Festival si pone dunque in continuità con il lavoro educativo svolto nelle scuole delle aree interne, spesso segnate dal rischio di dispersione scolastica, di marginalizzazione. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo collaborato con il Liceo Scientifico “R. Lombardi Satriani” di Petilia Policastro, grazie alla disponibilità della dirigente scolastica prof.ssa Antonella Parisi, attivando percorsi di stage e PCTO. Quest’anno allargheremo la rete all’I.C. “Moro-Lamanna”, guidato dalla dirigente scolastica prof.ssa Cristina Lupia. A ciò si aggiunge il dialogo costante con numerose associazioni del territorio, come Ambasciatori di Calabria, realtà ormai consolidata in ambito regionale, che punta a far conoscere e a valorizzare le eccellenze calabresi nel mondo. Oltre alla passione e alla dedizione, ciò che mi spinge ad operare è, pertanto, la ferma convinzione che la cultura sia un diritto universale, non un privilegio. La mia esperienza di studioso e docente mi porta a credere che educare e diffondere saperi sia un dovere civile, oltre che morale”.

Riesce ad anticipare qualche obiettivo della prossima edizione?
"Posso anticipare che stiamo lavorando con grande entusiasmo alla creazione del Premio Letterario “Messurga” – Opera Prima, un’iniziativa che nasce con l’intento di lasciare un segno profondo non solo nel panorama culturale calabrese, ma anche in quello nazionale. Il premio sarà dedicato alla memoria di Filippo Falbo, intellettuale mesorachese di grande sensibilità e visione, figura che ha rappresentato un punto di riferimento per la nostra comunità e che merita di essere ricordata e onorata attraverso uno strumento di diffusione e promozione del sapere. Abbiamo voluto legare il nome di questo premio alla memoria di un uomo che ha incarnato i valori della cultura come crescita personale, come impegno civile e come servizio alla collettività”.