Dal nuovo Accordo Stato-Regioni 2025 all’implementazione pratica, investire nella formazione di datori e lavoratori significa creare imprese sagge, sicure e competitive
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Un tema delicato più volte affrontato è quello relativo alla formazione dei lavoratori ed oggi ancora di più a quella del datore di lavoro in relazione alle rispettive responsabilità soprattutto in materia di tutela e di infortuni.
Mentre l’innovazione cambia le regole di come si gestisce un’azienda, perché innovare non è un compito ma è una mentalità che sta cambiando, mentre l’economia sfida i vecchi modelli e la tecnologia trasforma il mondo del lavoro perché non ci può essere libertà se non c'è libertà economica, il teorico Ikujiro Nonaka si mette a scrivere e, nel suo libro “L’impresa Saggia”, sottolinea ancora una volta l’importanza dell’istinto, delle relazioni, dei valori personali e la necessità urgente di umanità e saggezza dentro le aziende. In più step lambiremo l’importanza della formazione ed il suo valore, con particolare attenzione alla figura datoriale specificando i ritorni della formazione sulla sicurezza sul lavoro.
Formazione alla sicurezza: la chiave per un’impresa saggia e responsabile
La chiave di volta per lo sviluppo di una innovazione continua è riuscire a sviluppare una saggezza pratica, plasmata dai valori, dall’etica e dalla morale. “Le «imprese sagge» sono, dunque, quelle capaci di incidere sulle relazioni umane per infondere nuove conoscenze nelle pratiche organizzative, convertendole in azione e innovazione continua a livello individuale, aziendale e sociale”. Imparare è come remare contro la corrente: se ti fermi, torni indietro. In modo analogo, le aziende che vogliono rimanere competitive e non tornare indietro, in un mercato sempre più connesso, globale e in continua evoluzione, sono quelle che riconoscono l’importanza di investire nella formazione dell’organizzazione e del personale. Adottare un approccio che si concentra sulla formazione delle persone, infatti, permette alle aziende di guadagnare diversi vantaggi, tra cui: la possibilità di avere disponibili le competenze giuste al momento giusto per soddisfare le esigenze e raggiungere gli obiettivi aziendali; una maggiore capacità di attrarre i candidati più adatti, grazie a un’offerta che offre opportunità di crescita e sviluppo professionale; una migliore permanenza e fedeltà dei dipendenti, perché è più facile trovare soddisfazione e possibilità di realizzazione all’interno dell’azienda; un significativo risparmio sui costi, poiché formare le risorse già presenti nell’azienda evita di dover ricorrere a professionisti esterni. Il potenziamento del lavoro di squadra e della collaboration serve per costruire un'azienda che va di pari passo con il costruire una missione perché come diceva Henry Ford: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso ma lavorare insieme è un successo”. La possibilità di assicurare ai dipendenti le competenze e le abilità per eseguire un’attività lavorativa in sicurezza è la soluzione giusta perché una impresa sia considerata saggia. Nel mondo del lavoro, la formazione sulla salute e sulla sicurezza è sempre stata un elemento molto importante per ridurre e prevenire infortuni e malattie legate al lavoro. Non si tratta solo di un obbligo stabilito dalla legge, il D.Lgs. 81/2008, che si occupa della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ma è anche uno strumento strategico per creare all'interno delle aziende una cultura della prevenzione. Tuttavia, per creare davvero una cultura della prevenzione, la formazione sul lavoro in materia di salute e sicurezza deve essere efficace, aggiornata e verificabile nel suo effetto sui comportamenti e sulle competenze per gestire i rischi. In questo contesto entra in gioco l'ultimo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025, che, come richiesto dall'articolo 37, comma 2, del D.Lgs. 81/2008, ha riunito, rivisto e modificato gli Accordi che attuavano quel decreto nel settore della formazione.
A testimoniare il ruolo strategico della formazione, sono alcuni dati statistici che riconoscono proprio in questo tipo di attività uno dei benefici più apprezzati dai dipendenti. Il legame tra sviluppo delle competenze e produzione di valore pubblico ridefinisce il ruolo della formazione, superando logiche episodiche o formali e ponendola al centro delle politiche organizzative e gestionali.
La formazione del personale ha assunto una progressiva centralità strategica, grazie (soprattutto) alla sua integrazione nel “ciclo della performance” ma la sua assenza è un vulnus molto profondo e purtroppo molto spesso, in alcuni settori a priori considerati pericolosi, può costare molto cara. Ma procedere a fornire una adeguata e sufficiente formazione non sempre è facile e richiede in capo al datore di lavoro che ne ha l’obbligo, ai fini della sicurezza sul lavoro, delle capacità manageriali innovative ed efficaci, sempre molto accurate attenzionando le reali esigenze del suo organico, con la cura che compete al buon padre di famiglia.
La formazione sulla sicurezza è un investimento che ripaga l’impresa saggia? Quali sono gli eventuali benefici?
L’attivazione di percorsi formativi obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro genera benefici molto rilevanti su diversi aspetti e altrettanto chiaro è che ogni datore di lavoro dovrebbe integrare pienamente la formazione all’interno della propria organizzazione. Purtroppo, però, non è sempre facile instaurare una cultura dell’apprendimento all’interno dell’azienda, sia perché si tratta di abilitare nuovi comportamenti, sia perché spesso persistono resistenze dovute a diversi fattori anche di origine esterna.
Allora come fare? Progettare la formazione in modo condiviso: l’utilità dei workshop dopo aver effettuato un censimento dei fabbisogni formativi e degli strumenti, piattaforme e prassi operative già esistenti all’interno dell’azienda, risulta molto utile avviare un processo di co-design che, attraverso l’approccio di un processo iterativo e non lineare che mira a comprendere i bisogni reali delle persone (cd design thinking) e un numero limitato di workshop ben facilitati, permetta di progettare un piano di formazione aziendale.
Conviene quindi costituire un gruppo ristretto di persone chiave all'interno di un'organizzazione (un gruppo di lavoro "core") coinvolgendo non solo le persone che si occupano di apprendimento, formazione e sviluppo, ma anche persone con competenze diverse e provenienti da aree specifiche. Il coinvolgimento dei rappresentanti di diverse aree è importante non solo per favorire il dialogo tra persone con competenze diverse e generare nuove idee, ma anche per comprendere meglio le esigenze da parte dei dipendenti.
Cultura della sicurezza: il vero capitale di un’impresa consapevole è la strategia
Si tratta quindi di definire sempre a livello strategico un piano che indica quali piattaforme acquistare, quali figure interne sviluppare o riconvertire e quali iniziative di formazione mettere in atto o aggiornare. Il piano dovrà includere anche delle linee guida per progettare le iniziative, sia in termini tecnici che di formati. Partire da un processo di ideazione strategica per arrivare al piano formativo è molto importante per facilitare un cambiamento che sia reale e accettato da tutta l’organizzazione. Comunicare e coinvolgere è un altro aspetto chiave per cambiare le abitudini organizzative.
È importante non trascurarli se si vuole creare una cultura dell’apprendimento all’interno dell’azienda. Come fare? Innanzitutto, è necessario coinvolgere i manager intermedi, che saranno i responsabili e i promotori delle iniziative di formazione tra i colleghi. Poi bisogna creare campagne di comunicazione interne mirate, da svolgere prima dell’inizio del piano formativo per generare attesa e informare bene, e durante l’andamento, per far vivere i dipendenti l’esperienza di apprendimento attraverso i social e le piattaforme interne. Scegliere il momento giusto per integrare al meglio la formazione all’interno dell’azienda, è importante considerare le esigenze di conciliare gli impegni lavorativi e le scadenze con i momenti di studio e approfondimento. Le sfide in questo senso possono essere molte, per cui è necessario pianificare in anticipo le ore dedicate alla formazione.
È bene valutare in anticipo il proprio calendario annuale e prevedere quando ci saranno periodi molto impegnativi, in modo da creare un piano di lavoro realistico e adatto alle esigenze dell’azienda. Per molte imprese, scegliere il momento giusto, quindi, è un passo fondamentale per stabilire obiettivi veri e raggiungibili così come creare una perfetta routine di apprendimento. Se per la tipologia di azienda è difficile organizzare i periodi di lavoro e quindi dedicare tempo alla formazione, possiamo aiutarci con strumenti video tramite le nuove app da seguire quotidianamente con una certa regolarità (microlearning).Fare dei percorsi modulari o creare newsletter settimanali o con podcast, permette di rendere la formazione continua e, nel tempo, serve a creare una routine tutti i non è sentito come un momento improvvisato che sottrae tempo al lavoro. Ecco alcuni esempi concreti, ma se l’obiettivo è mantenere aggiornati ed adeguatamente formati i lavoratori sono necessarie anche le sessioni in presenza. La formazione in presenza dei lavoratori è un modo tradizionale e obbligatorio per svolgere corsi sulla sicurezza, come stabilito dal D.Lgs. 81/08. Questo sistema prevede che i lavoratori partecipino fisicamente a lezioni tenute da un formatore esperto e qualificato. Questo metodo è molto utile per la formazione pratica e per interagire con gli altri, ma non è l’unica possibilità; infatti, la formazione può essere offerta anche in videoconferenza o con sistemi e-learning, a seconda delle esigenze. Alcuni corsi, specialmente quelli che richiedono un addestramento pratico, come il primo soccorso o la prevenzione incendi, devono però essere fatti di persona e così tutti i nuovi assunti e i lavoratori che non hanno ancora ricevuto la formazione devono farla, con tempistiche precise per completarla all’atto della costituzione del rapporto di lavoro. La formazione non è un costo, ma un investimento: come ha detto Benjamin Franklin, "Un investimento nella conoscenza paga sempre il miglior interesse". Quando si applica alla sicurezza, significa che investire nella formazione è un investimento sia per chi lavora che per l’azienda stessa, poiché riduce i costi legati a infortuni e malattie professionali. Per garantire che l’obbligo formativo sia veramente rispettato, è necessario creare sempre nuovi e efficaci sistemi e regole che non si concentrino solo sulla conformità alle norme, ma anche sulla verifica dell’apprendimento, sulla sua efficacia e sulla sua durata. Ai lavoratori devono essere forniti strumenti adeguati e competenze reali. Ma oggi, come meglio indicato nelle modalità e nella durata, da maggio 2025 (cioè, da quando è vigente il nuovo accordo Stato Regioni 2025) anche i datori di lavoro sono obbligati a ricevere formazione. Il Decreto Fiscale, il Decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito in Legge 17 dicembre 2021, n. 215, ha modificato il D.Lgs. 81/08, introducendo importanti cambiamenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, tra cui l’obbligo della formazione per i datori di lavoro. All’art. 37 novellato del T.U. 81/08 si legge che i datori, i dirigenti e i preposti devono ricevere una formazione adeguata e specifica, insieme a un aggiornamento periodico, in base ai loro compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. Tra le tante modifiche apportate ai vecchi accordi Stato -Regioni in materia di sicurezza, una delle più importanti è sicuramente proprio questa e cioè l'introduzione dell'obbligo di formazione per tutti i datori di lavoro. Infatti, finora, il vertice aziendale, che ha tutte le responsabilità in materia, era l'unico escluso dall'obbligo di partecipare ai corsi di formazione.
La leadership nella sicurezza: il datore di lavoro come primo esempio
Qual sarà l'impatto di questa nuova formazione per i datori di lavoro? Il datore di lavoro è una figura molto importante nella gestione della sicurezza all’interno di un’azienda. Ha la responsabilità legale e organizzativa di assicurare che le attività svolte dai dipendenti avvengano rispettando le norme vigenti, in modo da proteggere la salute e il benessere dei lavoratori. Per rafforzare questa funzione, il Nuovo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025 ha introdotto un percorso di formazione specifico e obbligatorio per il Datore di Lavoro. Questo accordo ha reso obbligatoria la formazione per ogni azienda, e ci aspettiamo che possa diventare un strumento utile e concreto per lo sviluppo delle competenze necessarie per gestire in modo efficace la sicurezza sul lavoro. Per la prima volta, è stato introdotto un corso specifico per i Datori di Lavoro, prima non esisteva un percorso formativo obbligatorio per questa figura, nonostante il ruolo chiave che svolge nella sicurezza aziendale. Questa novità segna un cambiamento importante: si riconosce infatti l’esigenza di una formazione base, necessaria per qualsiasi ulteriore specializzazione. Ora, anche chi intende assumere il ruolo di RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) non può accedere al relativo corso senza aver prima completato il corso di base per i Datori di Lavoro. Come fanno molti paesi europei, anche il nostro sistema giuridico ora riconosce ufficialmente l’obbligo di formazione in materia di sicurezza sul lavoro per questa figura chiave. Struttura e contenuti del nuovo corso base prevedono una durata minima di 16 ore comprensiva di due moduli principali, che si completano l’un l’altro: Modulo giuridico-normativo che presenta in modo completo la normativa in materia di salute e sicurezza, con un focus sulle responsabilità civili, penali e amministrative del Datore di Lavoro. È necessaria la conoscenza approfondita dei ruoli di enti come ASL, INAIL e i controllori, e su come meglio applicare correttamente le leggi in vigore. Un secondo modulo è di tipo organizzativo e gestorio della sicurezza: si concentra infatti sui temi pratici per creare e mantenere un sistema di prevenzione interno. Argomenti trattati includono il valore e la corretta modalità attiva su come fare la valutazione dei rischi aziendali, si deve imparare a gestire meglio le emergenze: la gestione ed organizzazione dei cantieri e degli appalti è fondamentale per un operatore economico come il datore di lavoro a tutti i fini; ma sono utili anche approfondimenti sugli obblighi della sorveglianza sanitaria, sulla effettiva necessità e sul valore delle riunioni di sicurezza e sulle strategie di comunicazione per diffondere la cultura della sicurezza tra i lavoratori, al fine di coinvolgere attivamente tutta la struttura. Questi moduli non si limitano a trasmettere informazioni teoriche, ma hanno lo scopo di sensibilizzare i Datori di Lavoro sull’importanza del riconoscimento dei rischi, della pianificazione delle misure preventive e della gestione efficace della sicurezza, per creare consapevolezza delle proprie responsabilità. È previsto un modulo aggiuntivo per le imprese affidatarie nei cantieri. Per i Datori di Lavoro che operano come imprese affidatarie nei cantieri temporanei o mobili – il settore più a rischio in Italia – il nuovo Accordo prevede un ulteriore modulo specifico di 6 ore, conforme all’art. 97, comma 3-ter, del D.Lgs. 81/08. Questo modulo si concentra su aspetti legati alla sicurezza nei cantieri, con approfondimenti sull’ organizzazione del cantiere e i rapporti tra i diversi soggetti coinvolti; sull’applicazione dei Piani di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e la redazione dei Piani Operativi di Sicurezza (POS);sul significato reale della verifica della congruenza dei POS trasmessi dalle imprese esecutrici e subappaltatrici; sul coordinamento degli interventi in base alle disposizioni degli artt. 95 e 96 del D.Lgs. 81/08 – misure generali di tutela e obblighi dei Datori di Lavoro e Dirigenti; sulle procedure per garantire la sicurezza nei lavori affidati.
L’obiettivo è fornire ai partecipanti competenze specifiche per gestire le complessità del contesto cantieristico, dove la collaborazione tra diverse imprese e figure professionali richiede un coordinamento attento e puntuale per ridurre i rischi interferenziali. Obiettivi formativi e competenze acquisite nel percorso formativo del datore di lavoro mirano a rafforzare le sue capacità di svolgere il proprio ruolo in modo competente e responsabile.
Al termine del corso, i datori di lavoro dovranno essere in grado di: acquisire conoscenze giuridiche per esercitare il ruolo in modo corretto; comprendere gli obblighi e le responsabilità su più livelli amministrativo, civile e penale; conoscere il sistema istituzionale di prevenzione e il funzionamento degli organi di controllo; sviluppare competenze organizzative e gestionali per creare sistemi efficaci di prevenzione e protezione; utilizzare tecniche di comunicazione efficace per sensibilizzare i collaboratori e i dipendenti e diffondere la cultura della sicurezza. La didattica si basa su una combinazione di approfondimenti teorici, esempi pratici e momenti di confronto, in modo da rendere l’apprendimento immediatamente applicabile nella pratica aziendale. Il corso base da 16 ore si può fare in varie forme: in aula, con videoconferenze sincrone e in format eLearning, per garantire flessibilità.
I Datori di Lavoro dovranno completare comunque la loro formazione entro due anni dall’entrata in vigore del nuovo Accordo. Sono previste inoltre l’esenzione per chi ha già completato la formazione prevista per i Dirigenti come stabilito dall’Accordo Stato Regioni 2011 (Allegato III); il riconoscimento dei corsi già erogati che rispettano i contenuti del nuovo Accordo del 17 aprile 2025; un aggiornamento obbligatorio ogni cinque anni, con una durata minima di 6 ore, comprensivo, se necessario, del modulo “Cantieri”. In sintesi, questo nuovo percorso formativo rappresenta un investimento strategico per le imprese, che permette ai Datori di Lavoro di migliorare la propria competenza, gestire meglio i rischi e contribuire a creare una cultura della sicurezza condivisa. Una formazione completa, concreta e aggiornata, che permette al Datore di Lavoro di svolgere il suo ruolo in modo responsabile e consapevole, con l’obiettivo di proteggere finalmente la sicurezza dei lavoratori è un successo per lavorare insieme proprio come diceva Ford e per essere considerata come una impresa saggia, come sostiene Nonaka. Il nuovo Accordo prevede che tutto l’iter formativo debba essere documentato: se accade un infortunio si può andare a controllare e riscontrare il percorso tracciato (con l’obbligo di conservazione per 10 anni di tutta la documentazione) per ricostruire tutti gli eventi e le responsabilità: questo cambia tutto, anche ai fini della verifica finale a cui il datore di lavoro è sottoposto.
Sicurezza etica vuol dire vantaggio competitivo
La sicurezza sul lavoro è un dovere etico e legale per tutti i datori di lavoro e la formazione del datore di lavoro da obbligo deve essere ora vissuta come vera opportunità. Da ora in avanti i datori di lavoro dovranno percepire la formazione prevista dal nuovo Accordo Stato-Regioni non come un adempimento burocratico privo di valore reale, non come un peso per l'organizzazione, non come un'attività utile ma non prioritaria rispetto ad altre esigenze aziendali; ma come un’opportunità per migliorare la consapevolezza sui rischi e sulle responsabilità, uno strumento efficace per rafforzare la cultura della sicurezza in azienda; uno strumento efficace per rafforzare competenze utili alla leadership ed un percorso di crescita personale e professionale per il datore di lavoro.La conoscenza dei lavoratori, dei datori di lavoro, attraverso il loro comportamento, le loro competenze e le loro abitudini, crea la vera sicurezza sul lavoro e i buoni risultati che ne seguono. Il benessere sul lavoro non è solo come assenza di malattie o infortuni, ma è una dimensione complessa che permette all’essere umano di dare senso, valore e dignità al proprio lavoro. È questa la vera sicurezza che un’organizzazione efficace e competitiva deve offrire. I segreti del successo di un’organizzazione di sicuro risiedono nella sua cultura, cioè nel modo in cui si comportano e interagiscono le persone che vi operano. Bisogna quindi puntare a costruire sempre un ambiente di lavoro sicuro sempre di più in termini di cultura.




