Come redigere un DVR completo e aggiornato, coinvolgere le figure chiave in azienda e adottare misure efficaci per prevenire infortuni, garantire l’incolumità dei lavoratori ed evitare pesanti sanzioni
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Quando la vita capovolge la nostra barca, alcuni affondano, altri lottano con forza per tornare in piedi. Gli antichi usavano il verbo "resalio" per descrivere l'atto di tentare di risalire su una imbarcazione rovesciata. Forse questo è il termine più adatto per indicare la qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le difficoltà: la resilienza deriva proprio da lì.
Serve resilienza per creare una cultura della sicurezza: certe parole, certi slogan oggi vengono usati troppo, spesso in modo sbagliato, a causa della sovrabbondanza di contenuti sui social, ma ce n’è una che resta importante, appunto la resilienza.
La sicurezza non è mai qualcosa di astratto, è fatta di realtà, di trasformazione, di decisioni, di preparazione, di reazioni consapevoli e di condivisione. Funziona proprio così: non toglie nulla a chi offre, ma arricchisce chi la riceve. La resilienza va posseduta e condivisa soprattutto in questi tempi difficili in cui molte persone muoiono a causa del lavoro, sul lavoro e per il lavoro: ogni giorno il contatore aumenta in modo sempre più esponenziale.
Non smetterò mai di ripeterlo: la vera trasformazione, quella che lascia un segno, non nasce dalle esperienze individuali ma dalla comunità, da un ecosistema di confronto e crescita dove nessuno si sente solo, ma tutti si sentono coinvolti nel processo evolutivo. È proprio questo che stiamo facendo, trattando argomenti che inizialmente sembrano ostici e didattici, ma che servono a salvare vite. Sicurezza sul lavoro, la parola che salva la vita.
Dopo aver trattato l’analisi della valutazione dei rischi negli articoli precedenti, iniziamo ora a parlare della documentazione della sicurezza partendo dal fatidico DVR (Documento di valutazione dei rischi). Ma cosa è il DVR e perché è obbligatorio? Ma da solo è sufficiente per prevenire gli infortuni? Il DVR è sempre oggetto di discussione tra aziende e enti di controllo. È normale, visto che in quasi tutti i casi esiste un largo margine di interpretazione su come redigerlo. La complessità di questo argomento porta inevitabilmente a posizioni che vanno da quelle utilitaristiche a quelle filosofiche. Nessuna delle due è necessariamente giusta, e il che è peggio, da un’azienda all’altra, da un ispettore all’altro, e ancora da un certificatore all’altro, le opinioni possono divergere in modo radicale.
Io credo che per questo possa essere utile fare un po' di chiarezza, considerando anche come il contesto nazionale, nel corso di più di un quarto di secolo, ha subito cambiamenti molto significativi. Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è un documento obbligatorio disciplinato dall'art. 28 del D.Lgs. 81/08. Il suo scopo è identificare e valutare i rischi presenti in un’azienda, analizzandoli e valutandoli per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questo documento è necessario per tutte le aziende che occupano almeno un lavoratore, come dipendente o come figura equiparata, come ad esempio soci lavoratori, tirocinanti o stagisti.
All’interno del DVR si trovano tutte le informazioni riguardanti i rischi rilevati, le cause dei rischi, e le misure preventive e protettive, nonché organizzative da mettere in atto per eliminarli o almeno ridurli al minimo. Il DVR non è solo uno strumento, ma anche un mezzo per gestire in modo adeguato il rispetto delle leggi vigenti, ma soprattutto per migliorare in modo continuo la sicurezza dei lavoratori. Redigere il DVR è un obbligo legale che il datore di lavoro deve rispettare. È importante valutare tutti i rischi per i lavoratori e per chiunque altro sia presente in azienda, anche in modo temporaneo. Questo documento è quindi fondamentale per tutelare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti; per ridurre insomma la possibilità di incidenti e infortuni; per evitare sanzioni severe, e in alcuni casi anche l'arresto.
L'obiettivo principale del DVR è creare un ambiente di lavoro più sicuro per tutti, effettuando un’analisi completa dei rischi e delle misure necessarie. Tuttavia, le imprese senza dipendenti non sono obbligate a redigere il DVR.
Ma chi partecipa alla redazione del DVR? La stesura del documento non è un lavoro solo ed esclusivo del datore di lavoro, ma richiede la collaborazione di diverse figure professionali. Anche se la responsabilità finale spetta al datore di lavoro, queste figure partecipano attivamente al processo, condividendone i contenuti:
- Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) accompagna e collabora con il datore di lavoro nella valutazione dei rischi e nella pianificazione delle misure di sicurezza.
- Il Medico Competente (MC), se richiesto, contribuisce alla valutazione dei rischi per la salute dei lavoratori e si occupa della sorveglianza sanitaria.
- Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) viene consultato in anticipo sui contenuti del documento e ha diritto di riceverne una copia.
Una volta completato, il DVR deve essere firmato da queste figure per attestarne la validità e la condivisione del processo, anche per individuare le responsabilità in caso di incidenti e per darne una certezza temporale.
Ma come redigere il DVR? I passaggi fondamentali per farlo in modo corretto sono in particolare alcuni molto delicati:
1. Analisi dell’azienda, si inizia con le informazioni anagrafiche dell’azienda e una descrizione dettagliata del ciclo produttivo, delle mansioni, delle attrezzature e delle sostanze utilizzate.
2. Individuazione dei pericoli, in questa fase si identificano tutte le potenziali fonti di rischio presenti negli ambienti di lavoro.
3. Valutazione dei rischi, per ogni pericolo individuato, si valuta la probabilità che si verifichi un danno e l’entità di tale danno.
4. Definizione delle misure di prevenzione e protezione, si individuano e si programmano gli interventi necessari per eliminare o ridurre i rischi, ad esempio l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI), la formazione dei lavoratori e la revisione delle procedure.
5. Programmazione del miglioramento, si definiscono le tempistiche e le responsabilità per l’attuazione delle misure di sicurezza pianificate.
Solo dopo questa accurata prima fase, utile alla individuazione ed all’analisi dei rischi il contenuto del DVR può essere chiaramente esplicitato. Troppo spesso oggi si vedono DVR prestampati, compilati in modo ultra-generico, spersonalizzati e non coerenti e conformi alla reale attività aziendale.
Ma cosa deve contenere il DVR per essere considerato un valido e regolare documento? Secondo l’articolo 28 del D.Lgs. 81/08, il DVR deve includere almeno i seguenti elementi:
- Una relazione sulla valutazione di tutti i rischi, specificando i criteri adottati;
- L’indicazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei DPI utilizzati;
- Il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
- L’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure di sicurezza e dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere;
- Il nominativo del RSPP, del RLS e del Medico Competente (se nominato);
- L’individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici.
I contenuti sono obbligatori tenendo presente che il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi (art 29 c. 1 T.U. 81/08), che, a titolo tassativo e non esaustivo, sono elencati nell’art 28 comma 1 del T.U.81/08. Il DVR però è un documento dinamico e duttile che deve essere costantemente aggiornato e comporta una immediata rielaborazione, in caso di:
- Modifiche significative dei processi produttivi o dell’organizzazione del lavoro
- Introduzione di nuove attrezzature, sostanze o tecnologie
- A seguito di infortuni gravi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria lo rendano necessario
- Evoluzioni della normativa in materia di sicurezza.
Il Documento non ha scadenza stabilita dalla legge e generalmente viene aggiornato senza una data fissa. In caso di infortuni, cambi di sede dell’azienda, modifiche nell’organizzazione o cambio del datore di lavoro il DVR va però aggiornato entro un termine stabilito di 30 giorni. L’articolo 29 del D.lgs. 81 del 2008 sancisce che il documento di valutazione dei rischi debba essere rielaborato anche in seguito al verificarsi di incidenti ed infortuni significativi: in questo caso il datore di lavoro è tenuto a dare una comunicazione immediata al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza con una documentazione idonea ed aggiornata sui nuovi fattori di rischio, sulle modalità e sulle misure di prevenzione e protezione. Il monitoraggio degli infortuni, specie di quelli con lesioni gravi, è molto importante per prevenire i rischi. Una mancata nuova elaborazione del DVR ed il verificarsi di due eventi nello stesso luogo e con le stesse modalità può comportare per il datore di lavoro una condanna penale oltre che una sanzione di tipo amministrativo.
La redazione del DVR non è un’operazione semplice perché si tratta di uno strumento che deve essere completo ed adatto ad ogni esigenza e deve corrispondere ai criteri dell’articolo 28 del D.lgs. 81/2008. Per poter elaborare e redigere un DVR è necessaria una formazione tecnica che permette di conoscere i vari processi per l’individuazione dei rischi e l’identificazione di un programma di prevenzione e protezione della sicurezza e della salute del lavoratore. Il datore di lavoro insieme al responsabile del servizio di protezione e prevenzione, al medico competente ed al rappresentante dei lavoratori procede all’elaborazione del DVR in varie tappe.
Affinché il DVR sia completo e coerente è necessario definire l’anagrafica dell’azienda con il relativo organigramma di sicurezza. Si procede poi secondo un ordine di compilazione di schede che sono quella relativa alla valutazione dei rischi specifici e particolari, quella delle mansioni dei dipendenti, quella dei rischi associati alle mansioni e quella delle misure di prevenzione e protezione. Il tutto deve essere debitamente sottoscritto da tutte le figure responsabili, pena la nullità del documento che comporta una serie di sanzioni sia amministrative che penali. Il DVR deve essere conservato all’interno dell’azienda, in formato cartaceo o digitale, con una data certa, e deve essere accessibile per essere consultato dagli organismi di controllo.
Se il DVR non è stato redatto o se è incompleto (meglio dire non aggiornato e non elaborato), il datore di lavoro può incorrere in severe sanzioni. Le conseguenze delle violazioni possono essere sia amministrative che penali:
- Sanzioni economiche: si tratta di multe che variano in base alla gravità
- Sanzioni detentive: in alcuni casi, si possono applicare arresti che durano da 3 a 6 mesi fino ad arrivare alla sospensione dell’attività in caso di mancanza assoluta a cui provvedono le autorità competenti (INL e ASL). Un DVR corretto e aggiornato è particolarmente importante in caso di infortuni sul lavoro. Il DVR rappresenta il primo passo per un datore di lavoro che assume un dipendente, ma non è sufficiente da solo per evitare incidenti e tragedie sul lavoro. Il DVR deve sempre essere sottoscritto dal datore di lavoro, dal responsabile della prevenzione e protezione, dal medico competente e dal rappresentante dei lavoratori.
La mancanza di una qualsiasi firma rende il documento non valido. È l’obbligo non scritto del datore di lavoro verificare che il documento sia completo e coerente. Redigere un DVR completo e conforme alle norme è il primo e fondamentale passo per garantire un ambiente di lavoro sicuro. Tuttavia, il documento da solo non è sufficiente: la formazione dei lavoratori è necessaria per trasformare le procedure scritte in comportamenti sicuri e consapevoli nella pratica quotidiana.
L’erogazione dei corsi di formazione previsti dal DVR rende il lavoratore una figura attiva e responsabile delle sue azioni. Questo perché la responsabilità del datore di lavoro non è automatica, ma si basa sul "non poteva non sapere", con riferimento a situazioni di colpa in vigilando o in eligendo. La gestione della sicurezza non deve mai essere vista come un problema: garantire la conformità dell’azienda e investire nella salute dei dipendenti non solo tutela i singoli ma anche la comunità intera. Sulla formazione faremo un prossimo focus apposito.