Stelle e strisce

L’amico americano, Occhiuto incontra l’ambasciatore Usa: «Qui per discutere di nuovi accordi commerciali»

VIDEO | Dopo l’apripista Carlo Guccione che nei giorni scorsi è stato convocato nella residenza del rappresentante degli Stati Uniti, è la volta del presidente della Calabria. Mediterraneo al centro delle attenzioni del partner d’Oltreoceano (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Massimo Clausi
2 febbraio 2023
20:52

Dopo Carlo Guccione, convocato nelle settimane scorse presso l’ambasciata statunitense a Roma per discutere del suo libro sulla sanità, questa volta è toccato al presidente Roberto Occhiuto. È stato lo stesso governatore a diffondere la notizia attraverso i suoi canali preferiti: i social. In serata ha infatti pubblicato un video su Instagram mentre ammira gli arazzi e gli arredi dell’ambasciata di via Veneto. Nel video fa vedere anche l’omaggio dell’ambasciatore, un libro sulla grande bellezza della Città eterna, ovviamente griffato Usa.

Se conosciamo per grandi linee l’oggetto della discussione fra Guccione e gli analisti dell’ambasciata, non sappiamo cosa si siano detti con Occhiuto. Il presidente nel video è molto vago «con l’ambasciatore abbiamo discusso di molte cose - ha detto il presidente - fra cui la possibilità di attivare rapporti commerciali fra alcune aziende statunitensi e la Calabria. Stiamo seminando molto… sono sicuro che raccoglieremo».


Altro piccolo indizio arriva direttamente dall’ambasciata americana che per non essere da meno rispetto ad Occhiuto ha deciso di pubblicare un suo post, ma questa volta su Twitter: «Positivo incontro oggi tra l’Incaricato d’Affari Shawn Crowley e il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Occasione per esplorare nuovi modi per promuovere gli investimenti e lo scambio culturale tra la regione e gli Stati Uniti».

In base a queste dichiarazioni, quindi, più che di sanità si è parlato di business. Del resto non è un mistero che molte multinazionali stanno guardando con grande attenzione la nostra regione e sono pronte ad investire da noi. Un nome su tutti è Accenture, la grande multinazionale operante nel settore della consulenza strategica e direzionale e dell'esternalizzazione. Ma non è la sola pronta a investire.

Non a caso il presidente Occhiuto sin dal suo insediamento sta immaginando lo sviluppo futuro di Gioia Tauro non solo come transhipment ma come area industriale attrattiva, grazie alla sua posizione, anche per gli investitori esteri. Ieri in Confcommercio, Occhiuto ha ricordato che Msc nel suo piano industriale ha previsto qualcosa come 200 milioni per Gioia Tauro. Ha aggiunto che anche la Zes sta prendendo vigore con il commissario che è in grado di rilasciare in una settimana lavorativa le autorizzazioni per i nuovi insediamenti. D’altronde tutti sanno che il futuro è il Mediterraneo e i paesi del Nord Africa che secondo le stime di molti economisti conosceranno a breve una crescita sostenuta del Pil.

«Così come il Nord Italia nel dopoguerra si è avvantaggiato dalla vicinanza con i motori dello sviluppo europeo - ha detto il presidente - noi dobbiamo essere pronti a sfruttare la nostra vicinanza con il Nord Africa dove, non a caso, il presidente Meloni è andata ad acquistare gas». Finalmente il raccordo ferroviario del retroporto di Gioia Tauro sembra essersi sbloccato e il sogno di Occhiuto è quello oggi di realizzare il rigassificatore che comprende anche una piastra per il freddo per lavorare il gas e portarlo dallo stadio liquido a quello gassoso. Ma la piastra può diventare anche utile per surgelare i nostri prodotti agricoli e trasformare così Gioia Tauro nel più grande distretto agroalimentare del Meridione.

Gli americani, evidentemente, sono convinti di queste possibilità e vogliono capire come coglierle fino in fondo. La loro presenza in Calabria d’altronde sarebbe strategica non solo da un punto di vista economico, ma anche geo-politico.

Secondo molti analisti il Mediterraneo è al centro di una guerra di strategia, condotta in sordina. Da quando la Turchia ha vietato alle navi russe l’attraversamento del Bosforo, questi hanno perlustrato strade alternative e scelto proprio il Mediterraneo, muovendosi nelle aree di pertinenza della flotta statunitense ed occidentale. I calabresi se ne sono accorti nel novembre scorso quando un gruppo di appassionati ed ex militari ha diffuso immagini satellitari che mostravano la portaerei statunitense Truman inseguita dal caccia Kulakov. Dall’inizio del conflitto, inoltre – nell’ambito di un’operazione di controllo dei cieli europei - sui nostri cieli sorvolano i bombardieri degli Stati Uniti al fine di pattugliare i confini della crisi.

Ma i fronti aperti dagli Usa non riguardano solo la Russia. C’è chi dice, ad esempio, che gli americani siano preoccupati per la storia dei medici cubani. In Calabria ne devono arrivare quasi 500 in base all’accordo sottoscritto dal presidente Occhiuto con un’agenzia governativa di lavoro interinale. L’accordo ha scatenato molte polemiche. Per ora di cubani ne sono arrivati solo 51, attivi negli ospedali del reggino. Molte di più sono state le polemiche su questa operazione che sono partite anche da Bruxelles che in una risoluzione ha definito il “fitto” dei medici da parte de L’Avana una forma moderna di schiavitù. In tanti dicono che Cuba usi questo sistema come propaganda al regime e quindi bisogna capire con attenzione chi sono questi medici. In Calabria, ad esempio, c’è stato uno scontro molto duro fra i presidenti degli ordini dei medici e Occhiuto. Il punto è proprio l’accertamento delle competenze mediche e linguistiche dei cubani. L’Ordine ha chiesto di poterle verificare lui, come avviene in tutti gli altri casi. L’accordo fra la Cittadella e Cuba prevede invece che la verifica venga svolta da una commissione, sulla base delle carte inviate direttamente da L’Avana.

Insomma materiale quanto basta per costruirci una spy story. Ma ad Occhiuto, che qualcuno ha definito con ironia presidente forzista che finanzia il regime cubano, tutto questo importa poco. Gli interessa di più creare rapporti commerciali con gli Usa.

 

Giornalista
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