Da un lato il presidente americano, discusso, incontenibile e sempre a caccia di colpi di scena. Dall’altro un sovrano apparso fragile e dimesso. L’analisi di uno storico incontro che ha lasciato molti interrogativi nei sudditi di sua maestà
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Donald Trump è stato accolto a Londra con tutti gli onori di Stato, in una cerimonia che ha però lasciato molti interrogativi tra i sudditi di Sua Maestà. Davanti alle telecamere di tutto il mondo, il presidente americano ha infranto più volte il protocollo, arrivando persino a posare le mani sulle spalle del sovrano: un gesto quasi sacrilego nella rigidissima etichetta reale.
Ma ciò che ha colpito di più è stata l’immagine di Carlo III. Mentre manteneva i soliti toni sobri e discreti, il re è apparso fragile e dimesso. Ha persino ceduto il passo a Trump davanti ai militari: un atto non inedito, ma che ha dato l’impressione di grave debolezza. Nel corso della visita di Trump, la corona britannica è sembrata come oscurata. Carlo III poco ha saputo fare davanti ad un presidente americano discusso e incontenibile, sempre a caccia di colpi di scena.
La verità è che il Re non attraversa un periodo favorevole. Le malattie che hanno colpito lui e la famiglia reale, gli scandali che continuano a minarne l’immagine e le sue stesse esitazioni, lo hanno trasformato in un sovrano segnato dalla sfortuna. Su di lui pesa ancora l’ombra imponente di Elisabetta II: la regina che per settant’anni ha incarnato dignità e fermezza, trasformando la monarchia in un pilastro nazionale e in un simbolo globale di stabilità.
È come se Elisabetta fosse ancora lì, viva, nel cuore dei sudditi e nell’immaginario collettivo, più presente persino di chi oggi siede sul trono. Al confronto, Carlo III appare incerto, esitante, incapace di trasmettere forza e prestigio a un’istituzione che rischia di scivolare verso l’irrilevanza.
Il Regno Unito, orfano della sua regina più grande, si ritrova così con una monarchia che vacilla. E l’incontro con Trump non ha fatto altro che accentuare la sensazione di un regno smarrito, in cerca di un ruolo che non riesce più a definire. In attesa che i Windsor trovino in William, il 40enne principe del Galles, primo nella linea di successione al trono britannico, un re capace di ridare autorevolezza e forza alla corona britannica. E all’intero Regno Unito.