La protesta

All’ospedale di Polistena interventi cancellati perché mancano i medici, cittadini in piazza: «Ora basta»

Manifestazione questa mattina organizzata dal Comitato a tutela della salute dei cittadini della Piana. Presente anche don Pino De Masi (Libera): «Diritto alla salute negato, vogliamo risposte serie»

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di Giuseppe Mancini
16 marzo 2024
14:00

Le carenze della sanità, e nello specifico dell’ospedale “Santa Maria degli Ungheresi”, sono state al centro di una manifestazione di protesta avvenuta in mattinata dalle ore 09:30 a Polistena nell’area antistante il presidio ospedaliero. A organizzare l’incontro il Comitato spontaneo a tutela della salute dei cittadini della Piana, con le seguenti motivazioni: «L’ospedale spoke di Polistena è senza anestesisti, dall'uno marzo sono stati sospesi tutti gli interventi, chi ha bisogno può aspettare o partire per terre lontane. Liste d’attesa infinite, disagi enormi, dolore, viaggi della speranza e arricchimento indebito del privato, noi non ci stiamo più».

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I cittadini sono stati invitati a ricostruire il futuro e a «schierarsi accanto ai medici liberi e a tutti gli operatori sanitari che vorrebbero lavorare in tranquillità, ma non trovano condizioni idonee».


Il comitato fondato nel luglio 2022 da Marisa Valensise, Francesco Trimarchi, Marcello Cordino e Francesco Nasso ha anticipato la mobilitazione di piazza lanciata dal sindaco di Polistena Michele Tripodi per il prossimo 4 maggio.

Nonostante l’impegno del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che è anche commissario ad acta della Sanità in Calabria e della direttrice generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia, i quali si stanno adoperando per aprire nuovi reparti, acquistare macchinari e favorire il miglioramento delle condizioni generali, il problema della Sanità nella Piana di Gioia Tauro è cronico e il territorio ne soffre terribilmente. Scarseggiano le guardie mediche, le case di comunità e gli ospedali attrezzati in modo impeccabile, e continuano i viaggi della speranza per curarsi al Nord Italia, con una spesa di centinaia e centinaia di milioni di euro. Molti professionisti rifiutano di venire a lavorare in Calabria e i medici cubani a cui ci si è rivolti, e che stanno lavorando molto bene, rappresentano solo una soluzione tampone ad una situazione atavica.

«Siamo qui perché martedì scorso moltissimi cittadini che dovevano operarsi sono stati mandati a casa senza preavviso – è quanto denuncia il presidente del comitato Marisa Valensise -.Sono stati cancellati gli interventi di sala operatoria per mancanza di anestesisti, creando molti disagi a pazienti e parenti. C’era gente che piangeva, avevano operazioni programmate e annullate. Abbiamo appurato che dal primo di marzo sono stati annullati un'ottantina di interventi. Gli anestesisti sono il cuore pulsante di un ospedale, senza di loro non si possono programmare gli interventi. Quelli provenienti dal Gom per svolgere servizi aggiuntivi sembra che non siano pagati da tempo e hanno smesso di venire. Chi non ha la possibilità di partire non sa come fare, abbiamo il diritto di curarci nella nostra terra. Vogliamo capire dal presidente Occhiuto come fare ad andare avanti. Molti operatori sanitari si lamentano perché non possono lavorare, le sale operatorie hanno bisogno di interventi di riqualificazione. Questo è l'unico ospedale spoke della zona, quindi deve essere tutelato e rafforzato a tutti i livelli».

All’incontro mattutino ha portato anche la sua testimonianza un uomo di Cinquefrondi, il quale ha confermato che mercoledì mattina, recatosi in ospedale per eseguire un intervento di chirurgia in programma da mesi, gli è stato detto che l’operazione non si poteva fare per mancanza di anestesisti. L’intervento è stato rinviato a data da destinarsi.

Anche il sindaco di Polistena Michele Tripodi nei giorni scorsi aveva inviato un messaggio al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, nel quale aveva espresso «forte preoccupazione per quanto sta avvenendo, chiedendogli un intervento immediato per ripristinare la funzionalità delle sale operatorie che in carenza di anestesisti non possono funzionare».

Da quanto si apprende pare che i chirurghi abbiano le sale operatorie bloccate. Ma interpellati, nessuno di loro ha rilasciato dichiarazioni, perché non autorizzati.

I sindaci del comprensorio erano assenti poiché impegnati a Napoli in una manifestazione contro l’autonomia differenziata. Quasi un centinaio, ma non di più, i cittadini accorsi davanti il nosocomio di Polistena per rivendicare il diritto alla salute. Presenti a dare il proprio contributo, esortare a trovare soluzioni e chiedere il potenziamento dell’ospedale: don Pino De Masi referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro, l’assessore Maria Catena Napoli e il capogruppo di maggioranza Fabio Racobaldo in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Polistena, il sindaco di Melicucco Francesco Nicolaci, il sindaco di Serrata Angelo D’Angelis, il vicesindaco di Cinquefrondi Rocco Furiglio, Stefania Marino presidente dell’associazione Prosalus di Palmi e in veste anche di delegata di “Comunità competente”, la rete di associazioni, fondazioni, comitati di cittadini, guidata da Rubens Curia, che si batte per una sanità migliore in Calabria.

«È una battaglia di popolo. La politica deve renderci conto perché alcuni servizi vengono meno – ha affermato Don Pino De Masi -. Il diritto alla salute è negato perché chi ha in mano il timone gioca con equilibrismi e favorisce lobby, bisogna cambiare rotta. Al di là delle chiacchiere, vogliamo risposte serie. Non si può chiudere un servizio dalla sera alla mattina.Il problema serio è che non viene messa al centro la persona, il malato, quindi in questo modo non andremo mai avanti».

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