Dal debutto del 1929 all’ultima volata a Scalea nel 2022: la nostra regione ha scritto pagine memorabili della corsa rosa. Nel 2026 il ritorno con due frazioni attesissime tra Catanzaro, Cosenza e Praia a Mare
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Palmi-Camigliatello Silano, Giro d'Italia 1982
La Calabria e il Giro d’Italia: una lunga storia d’amore. Corsa rosa che ha percorso le strade calabresi nel corso della sua più che centenaria storia, partendo dalla sua prima volta nel 1929. Nel 2026 si correrà l’edizione numero 109, con il Giro che torna quattro anni dopo l’ultima volta. Su traguardo di Scalea la vittoria andò al francese Arnaud Démare. Due le frazioni: la quarta tappa il 12 maggio, Catanzaro-Cosenza di 144 chilometri e la quinta il 13 maggio, Praia a Mare-Potenza di 204 chilometri.
La prima tappa nel 1929
Ma è bene tornare indietro nel tempo per ricordare i grandi campioni che hanno percorso, a cavallo delle loro bici, le strade della Calabria, regalando grandi emozioni agli appassionati delle due ruote a pedali. Immaginate ad esempio le difficoltà logistiche che una corsa di ciclismo poteva incontrare nel 1929. Fu proprio questo l’anno in cui per la prima volta il Giro d’Italia approdò in Calabria, con la tappa Potenza-Cosenza. Ad imporsi un grandissimo di questo sport, un vero e proprio mito come Alfredo Binda. Semplicemente il più forte, tant’è che in quella edizione vinse ben otto delle 14 tappe in programma, conquistando facilmente il trionfo finale. Dopo l’arrivo di Cosenza, la corsa rosa ripartì proprio dalla città bruzia il giorno successivo alla volta di Salerno. Anche in quella occasione vinse Binda. Il Giro d’Italia tornò in Calabria l’anno successivo, il 1930, edizione passata alla storia proprio per l’assenza di Binda. Considerata la sua impressionante superiorità, gli altri ciclisti minacciarono di non presentarsi al via. E così l’organizzazione decise di lasciare a casa Binda, pur pagandogli 22.500 lire, la somma che avrebbe vinto in caso di ennesimo trionfo rosa. Tornando alla corsa, il 22 maggio 1930 la Reggio Calabria-Catanzaro fu vinta da Marchisio, maglia rosa poi conservata anche nelle tappe successive, la Catanzaro-Cosenza (successo di Piemontesi) e la Cosenza-Salerno, stesso percorso dell’anno precedente.
Il Giro d’Italia in Calabria nel dopoguerra
Per rivedere il Giro in Calabria bisogna attendere la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’edizione del 1949: nella Villa San Giovanni-Cosenza si impone Guido De Santi, poi il giorno dopo ancora una volta si riparte dalla città dei Bruzi (e ancora alla volta di Salerno) e nell’albo d’oro c’è il “campionissimo” Fausto Coppi. Negli anni Cinquanta soltanto una volta il Giro invece tocca la nostra regione: nell’edizione del 1954 è prevista la partenza da Reggio Calabria e l’arrivo a Catanzaro. Vince Nino Defilippis e Giuseppe Minardi indossa la maglia rosa. Il giorno dopo la corsa a tappe lascerà la nostra regione e da Catanzaro si trasferirà a Bari.
Gli anni ‘60
Negli anni Sessanta invece il Giro torna in Calabria. Nel 61′ il Giro propone una tappa “nuova”, la Reggio Calabria-Cosenza. È la settima di quella edizione e a vincere è un nome importante, Antonio Suarez, che nell’occasione è anche maglia rosa. Il corridore spagnolo, che nel corso della sua carriera ha vinto anche una Vuelta nel 1959, aggiunge così un altro sigillo al suo palmarès. Il giorno dopo nuovo arrivederci del Giro alla Calabria con la frazione Cosenza-Taranto, vinta per la cronaca da Pier Van Est. Due arrivi di tappa caratterizzano l’edizione 1965: Brands si aggiudica la Maratea-Catanzaro, Adriano Durante la frazione tutta calabrese da Catanzaro a Reggio Calabria. Nel 1967 il copione è pressoché simile all’edizione del 1961. Si corre infatti la Reggio Calabria-Cosenza e questa volta a imporsi nella città dei Bruzi è Stablinski, con il Giro in ripartenza il giorno successivo verso Taranto.
Gli Anni ‘70: De Vlaeminck e Merckx
Negli anni ‘70 il Giro percorre il territorio calabrese in tre edizioni. Montesano sulla Marcellana è un piccolo comune che si trova in Campania, in provincia di Salerno. È da lì che il Giro parte il 26 maggio del 1972 con destinazione Cosenza. È finita da tempo l’era dei grandi campioni, siamo lontani anni luce dai tempi di Coppi e Bartali. Nel ciclismo ci sono però nuovi assi. Uno di questi è Roger De Vlaeminck, corridore belga, adatto più che altro alle corse di un giorno (non a caso si è imposto in grandi classiche come la Milano-Sanremo o la Parigi-Roubaix): è lui ad imporsi sul traguardo di Cosenza e questo sarà soltanto uno dei suoi 255 trionfi, che lo rendono uno dei ciclisti più vincenti nella storia di questo sport. Il giorno dopo si corre la Cosenza-Catanzaro. Vince Petterson, ma la notizia più importante è che a vestire la maglia rosa è Eddy Merckx. Uno che non ha bisogno di presentazioni. Nel 1972 il Giro in Calabria chiude la sua esperienza con la Catanzaro-Reggio, dove vince Benfatto. La corsa rosa torna nella nostra regione nel 1975 con la Bari-Castrovillari e a vincere è ancora Roger De Vlaeminck. Poi il giorno dopo la carovana lascia la città del Pollino per approdare a Padula. L’anno dopo, nel 1976, Roger De Vlaeminck conquista un’altra vittoria in terra calabrese: il 25 maggio si aggiudica la Reggio Calabria-Cosenza e conferma così il suo feeling con la città bruzia, nella quale veste la maglia rosa. Il giorno successivo la corsa riparte da Cosenza verso Matera, con successo di De Muynck.
Le tappe negli anni ‘80: la rivalità tra Saronni e Moser
Costante la presenza del Giro in Calabria anche negli anni Ottanta. È il 1981 quando un altro big del ciclismo italiano, Moreno Argentin, si aggiudica la frazione da Sala Consilina a Cosenza. In rosa troviamo Giuseppe Saronni, che conserverà il simbolo del primato anche nella frazione successiva, la Cosenza-Reggio Calabria, frazione che si aggiudica invece Serge Parsani. Nel 1982 l’organizzazione prevede due arrivi di tappa. Nella settima frazione, quella da Castellamare di Stabia a Diamante, Moser si prende tutto: è primo al traguardo e veste anche la maglia rosa. Nei giorni successivi, dopo aver fatto visita in Sicilia, il Giro riparte da Palmi con arrivo a Camigliatello Silano. Il successo va a Becaas. Ci vorranno poi tre anni per rivedere la corsa a tappe nella nostra regione. Nel 1985 la frazione Matera-Crotone la vittoria va a Rosola, quindi nella Crotone-Paola si impone Acacio da Silva. La corsa riparte dalla città di San Francesco alla volta di Salerno, dove invece vince Allocchio. Il Giro torna in Calabria l’anno dopo, quando nel 1986 Baronchelli prende tappa e maglia rosa aggiudicandosi la Villa San Giovanni-Nicotera. Il giorno successivo la corsa riparte dalla cittadina del vibonese per arrivare a Cosenza e al traguardo arriva per primo un grandissimo del ciclismo, l’americano Greg Lemond. Quindi la ripartenza, sempre dalla città dei bruzi, verso Potenza. Alla fine degli anni Ottanta è ancora Cosenza ad essere protagonista al Giro d’Italia. È il 1989 quando Rolf Jarmann si impone nella città bruzia, con Contini in rosa. Maglia conservata anche nella frazione successiva, un altro classico, da Cosenza a Potenza. Strade fatte e rifatte, vero, ma sempre con nuove emozioni e nuovi protagonisti.
Gli Anni ‘90: la maglia rosa di Argentin e la vittoria di Fondriest
Ma è dagli anni Novanta in poi che la presenza della corsa rosa si è ancor di più intensificata rispetto al passato. Nel 1993 c’è un solo arrivo, alle Terme Luigiane a vincere è un corridore famoso come Konishev, con Moreno Argentin che sul podio veste la maglia rosa. Due anni dopo il Giro arriva nuovamente – da Taranto – alle Terme Luigiane, dove il percorso finale ben si adatta allo spettacolo. E anche questa volta a imporsi è un altro grande campione come Maurizio Fondriest, mentre in rosa c’è lo svizzero Rominger. È bene ricordare come in quella edizione proprio Rominger sfiorò un clamoroso en plein, visto che vestì la rosa dalla seconda all’ultima tappa. Il giorno dopo partenza in Calabria, da Marina di Acquappesa, fino a Monte Sirino. Un anno dopo, siamo nel 1996, il Giro d’Italia torna in Calabria con due arrivi: la Metaponto-Crotone se l’aggiudica Edo, la Crotone-Catanzaro il francese Hervè, che nell’occasione conquista anche la maglia rosa. Il suo primato durò poco, perché il giorno dopo, nell’Amantea-Monte Sirino, uno strepitoso Rebellin si prese tappa e maglia. Un solo arrivo in Calabria invece nell’edizione 1997: nella Cava de Tirreni-Castrovillari a imporsi è Konishev, al suo secondo successo personale in terra calabrese. Il giorno successivo la corsa lascia la città del Pollino per arrivare a Taranto, dove vinse Cipollini allo sprint. Gli anni Novanta, siamo nel 1999, si chiudono con un nuovo arrivo alle Terme Luigiane e con un successo da parte di un altro campione come Laurent Jalabert, corridore francese al top in quel periodo. In rosa però c’è Blijlevens, che perderà il primato a scapito di Jalabert il giorno successivo, perdendo terreno nella Terme Luigiane-Monte Sirino vinta da Jaime Gonzalez.
Le tappe calabresi nel nuovo millennio
E arriviamo agli anni Duemila. Siamo in un nuovo millennio ma la storia del Giro d’Italia in Calabria non si interrompe di certo. A Svorada va la tappa Paestum-Scalea, con Moreni in maglia rosa. Il giorno dopo la corsa lasciò la cittadina tirrenica verso Matera, dove vinse Cipollini. Nel 2003 nuovo arrivo alle Terme Luigiane e anche in questo caso a vincere è un big come Garzelli, abile scalatore ma anche perfetto finisseur, specie quando la strada inizia a salire. In maglia rosa c’è Petacchi, che non riesce ad aggiudicarsi lo sprint ma resta al comando della classifica generale anche dopo la Terme Luigiane-Vibo Valentia, appannaggio di un altro specialista dello sprint come McEwen. L’edizione del 2005 del Giro d’Italia è di quelle da ricordare, perché inizia con un cronoprologo a Reggio Calabria, vinto da Lancaster che ovviamente in questo caso riesce anche a conquistare la maglia rosa. Il giorno successivo si riparte da Reggio alla volta di Tropea e a imporsi è un grande nome del ciclismo come Bettini, che diventa anche il numero uno della classifica generale. Il 9 maggio si viaggia da Catanzaro Lido a Santa Maria del Cedro, dove l’arrivo è allo sprint. Vince McEwen e strappa la rosa a Bettini, che però se la riprende il giorno dopo, alla fine della Diamante-Giffoni vinta da Danilo Di Luca. Franco Pellizzotti è in maglia rosa invece al termine della Pizzo-Catanzaro, frazione del Giro d’Italia 2008 vinta da uno dei più grandi velocisti della storia del ciclismo moderno, vale a dire Mark Cavendish. Il giorno dopo la corsa riparte da Belvedere Marittimo a Contursi, dove si impone Brutt.
Per rivedere il Giro d’Italia in Calabria bisogna poi attendere il 2011, quando Oscar Gatto vince in volata la Sapri-Tropea. Nel 2013 altre due frazioni: la Policastro-Serra San Bruno (dove si impone Battaglin) e la Cosenza-Matera vinta da John Degenkolb. Per rivedere la corsa rosa in Calabria è stato poi necessario attendere tre anni, con Diego Ulissi a braccia alzate sul traguardo della Catanzaro-Praia a Mare, con Dumoulin in rosa nel Giro d’Italia 2016. Il giorno successivo la carovana è ripartita dalla cittadina tirrenica verso Benevento. La corsa rosa torna in Calabria nell’edizione del Centenario del 2017 la Reggio Calabria-Terme Luigiane vinta da Silvan Diller, mentre il giorno successivo nella Castrovillari-Alberobello a vincere è Caleb Ewan. L’ultima volta in Calabria nel 2022 fu il francese Arnaud Démare a vincere la tappa Palmi-Scalea. E ora tutti in attesa delle due tappe in Calabria del Giro d’Italia 2026, edizione numero 109, con altri corridori e vincitori pronti a scrivere delle belle pagine di ciclismo in terra calabrese.


