Cemento illegale, inquinamento, pesca di frodo e violazioni del Codice di navigazione: il 2024 è stato un annus horribilis per le coste e i mari italiani, con un boom dell’aggressione illegale. Nel 2024 sono stati ben 25.063 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, +9,2% rispetto al 2023, di cui 12.663 (il 50,5%) nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. In particolare, anche quest’anno la Campania prima in classifica con 4.208 illeciti penali, poi Sicilia (3.155), Puglia (2.867) e Calabria (2.433). Al quinto posto il Lazio (1.696 reati) e al sesto la Toscana (1.687). Ad aumentare in maniera ancora più significativa gli illeciti amministrativi: 44.690, +21,4% rispetto al 2023. Per un totale, sommando reati e illeciti amministrativi, di 69.753 violazioni, con una media di 9,5 per km di costa, uno ogni 105 metri.

A primeggiare si confermano i reati relativi al ciclo illegale del cemento, a cominciare da quelli connessi all’abusivismo edilizio, (10.332, +0,7% rispetto al 2023), che costituiscono il 41,2% del totale di quelli accertati nel 2024. La crescita più consistente si registra sul tema dell’inquinamento, dalla mala depurazione al ciclo illegale dei rifiuti, con 7.925 reati (+24,4% rispetto al 2023). Balzo anche delle violazioni del Codice di navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette, con 2.253 reati (+9,4% rispetto al 2023) e dalla pesca illegale con 4.553 reati (+6,7% rispetto al 2023).

La denuncia arriva dal report “Mare Monstrum” 2025 di Legambiente - elaborato su dati delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, frutto di 935.878 controlli eseguiti nel 2024 - pubblicato alla vigilia del quindicesimo anniversario dell’omicidio del sindaco pescatore di Pollica (Sa) Angelo Vassallo. Il Cigno Verde parteciperà domani alle celebrazioni in suo ricordo, organizzate dal Comune di Pollica presso il Porto della frazione di Acciaroli, nel corso delle quali verrà assegnato il Premio Angelo Vassallo, riconoscimento annuale per le amministrazioni più impegnate nella difesa dell’ambiente e nella lotta alle illegalità.

Tornando alla fotografia scattata dal report, nel 2024 crescono le persone denunciate (26.902, +5,3% rispetto al 2023) e i sequestri (+1,3%). Diminuiscono invece gli arresti (-33,8% rispetto al 2023) e le sanzioni amministrative (-19,6%), imputabile ad un assestamento dopo il forte incremento dell'anno prima. Misurando, invece, i dati dei reati e illeciti amministrativi in base all'estensione delle coste, emerge una nuova classifica dell’illegalità che vede al primo posto la Basilicata (33,6 reati per chilometro), poi Emilia-Romagna (29,9 reati per km), Molise (25,1 reati per km), Veneto (22,9 reati per km) e Campania (20,4 reati per km).

Contro l’abusivismo, la mala depurazione, la gestione illecita dei rifiuti e la pesca illegale, Legambiente ribadisce l’urgenza di rafforzare, il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte attraverso 10 priorità per la tutela dell'ecosistema marino. Tra queste, il ripristino dell'efficacia dell’art. 10-bis della legge 120/2020 che affida ai prefetti l’abbattimento degli abusi edilizi non demoliti dai Comuni, l’istituzione di fondi strutturati per garantire le demolizioni degli immobili illegali; il completamento e potenziamento dei sistemi fognari e di depurazione con una gestione integrata del ciclo idrico e dei rifiuti; l’aggiornamento della normativa sul riuso di reflui depurati e fanghi, specie nel settore agricolo; l’adozione di misure efficaci contro la pesca illegale e gli scarichi illeciti in mare.

«Nel quindicesimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – torniamo ad onorarne il coraggio nel contrasto a speculazioni e illegalità, portando all’attenzione dati e storie che raccontano l’assedio crescente alle nostre coste. In difesa del mare non arretriamo di un passo, grazie al lavoro di monitoraggio, volontariato ambientale e denuncia portato avanti con la nostra campagna storica Goletta Verde, l’indagine Beach Litter e le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti. Il nostro ecosistema marino ha bisogno di un cambio di passo deciso, per questo rilanciamo dieci proposte a Governo, Parlamento, Regioni e Comuni, mettendo al centro il contrasto all’abusivismo edilizio e alle occupazioni del demanio, gli investimenti per la depurazione e il riuso delle acque, specie in settori strategici come quello agricolo, e misure contro la pesca illegale e l’inquinamento da rifiuti. Un piano concreto per rafforzare legalità, tutela ambientale e sicurezza».

«La morsa delle illegalità lungo le coste italiane richiede interventi urgenti – aggiunge Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente –. L’abusivismo edilizio resta una piaga profonda, alimentata dalla presunzione diffusa di poter occupare il demanio marittimo o realizzare manufatti fuorilegge in nome di un presunto “diritto” al godimento privato del mare e dalla scarsa efficacia della risposta da parte delle istituzioni, a partire dai Comuni più esposti al cemento illegale, nonostante l’impegno quotidiano di procure, forze dell’ordine e Capitanerie di porto. Ma il Belpaese è anche ostaggio di uno dei mali più antichi, l'inquinamento frutto della maladepurazione, per cui attualmente pendono quattro procedure d’infrazione da parte dell’Europa a suo carico. Sul versante delle attività di prevenzione e contrasto, infine, questa edizione di Mare Monstrum, è arricchita dal contributo del Comando generale della Guardia di Finanza (III Reparto operazioni) sulle attività 2022-2024 nelle aree di maggior pregio ambientale».

«Mare monstrum disegna ancora una volta, in maniera nitida e attraverso la spietatezza dei dati, una Calabria che tenta, senza ancora riuscirci, di affrontare e risolvere le problematiche che incidono sulle coste e sul mare», commenta Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, che aggiunge: «I numeri fotografano anche lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto nella lotta all’illegalità ambientale, in sinergia con quello delle Procure della Repubblica».

«In particolare – afferma Parretta – abusivismo edilizio, depurazione e rifiuti costituiscono priorità assolute per la futura classe politica regionale. La Calabria che vorremmo si fonda su una cultura profonda della legalità e del rispetto ambientale, che deve diffondersi sempre di più tra i cittadini e permeare le istituzioni. La Calabria – conclude Parretta – può e deve uscire dalle proprie patologie con una svolta decisa, che renda i primi posti nelle classifiche dei reati ambientali solo un doloroso ricordo».

Ciclo illegale del cemento

Dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge, la Campania è in testa alla classifica del mare violato nell’ambito della filiera del cemento illegale con 1.840 reati accertati (il 17,8% del totale nazionale). Primato confermato, inoltre, dal numero di persone denunciate (2.073) e arrestate (4), e dal numero dei sequestri (343). Al secondo posto la Puglia con 1.219 reati accertati (l’11,8% del totale nazionale). Seguono Sicilia con 1.180 reati (l’11,4%), Toscana con 946 reati (il 9,2%), Calabria con 869 reati (l’8,4%), il Veneto con 746 reati (il 7,2%) e il Lazio con 649 reati (6,3%).

Inquinamento

Il 31,6% dei reati contestati sono riconducibili a depuratori inesistenti o mal funzionanti, a scarichi fognari abusivi e sversamenti illegali di liquami e rifiuti. La Campania si conferma prima in classifica con 1.264 reati accertati (il 15,9% del totale nazionale). Primato che viene confermato per le persone denunciate e arrestate (1.341), e i sequestri (729). Al secondo posto sale la Calabria, (1.137 reati accertati, il 14,3% del totale), poi la Puglia con 936 reati (11,8% dei reati nazionali), la Sardegna con 794 reati (il 10%), il Lazio con 707 reati (l’8,9%), la Sicilia con 699 (8,8%) e la Liguria con 396 reati (il 5%).

Pesca illegale

La terza tipologia di illeciti penali più accertati nel 2024 riguardano la pesca di frodo, che rappresenta il 18,2% del totale. La Sicilia è in testa con 898 reati, il 19,7% del totale nazionale. Seguono Puglia (567 reati) e Liguria (564 reati). La Sicilia prima anche per la quantità di prodotti ittici sequestrati, con 343.630,7 chilogrammi, seguita da Sardegna (230.574,2 kg) e Toscana (95.133 kg).

Danni ambientali e violazioni del Codice di navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette: rappresentano il 9% dei reati contestati nel 2024. Prima in classifica la Campania (744 reati), tallonata da Sicilia (378), Sardegna (252), Marche (173).

Dieci proposte

1) Ripristinare l'efficacia dell’art.10-bis della legge 120/2020, affidando ai Prefetti l’abbattimento degli abusi edilizi non demoliti dai Comuni.

2) Finanziare con 100 milioni l’anno il Fondo per i Comuni che demoliscono abusi edilizi e destinare 50 milioni l’anno a procure e prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna.

3) Rafforzare il contrasto alle occupazioni abusive del demanio marittimo per ripristinare la legalità, tutelare l’ambiente e garantirne la fruizione pubblica.

4) Introdurre sanzioni penali per dirigenti che non applicano le norme contro l’abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende erogatrici che stipulano contratti illegittimi con proprietari di immobili abusivi.

5) Rilanciare, a livello locale e nazionale, la costruzione e l’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, integrando la gestione del ciclo idrico con quella dei rifiuti.

6) Aumentare la circolarità delle acque reflue e dei fanghi di depurazione, puntando su riuso (non è stato ancora emanato il Dpr su questo tema), recupero di materia ed energia, e aggiornando la normativa con regole chiare “end of waste”.

7) Garantire la piena attuazione della Direttiva Ue 2019/883 sugli impianti portuali per la raccolta dei rifiuti delle navi e introdurre divieti stringenti per lo scarico in mare, come zone speciali di divieto anche oltre le 12 miglia dalla costa.

8) Promuovere politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti, per la migliore tutela del mare e della costa.

9) Potenziare i controlli delle Agenzie regionali e provinciali protezione ambientale attraverso il Sistema Nazionale Snpa, rendendo operativa la legge 132/2016 con l'approvazione dei decreti attuativi mancanti.

10) L’adozione, da parte del Governo e del Parlamento, di adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, per la tutela dell’ecosistema marino.