Naufragio Cutro, Refugees Welcome: «Un anno dopo la tragedia nulla è cambiato»
L'organizzazione ricorda che sono «già 100 le vittime da inizio anno nel Mediterraneo» e chiede «un cambio di passo nelle politiche nazionali ed europee»
![Naufragio di Cutro](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2024/01/19/2024_2024_documentario_cutro_4.jpg)
«È passato un anno dalla strage di Cutro, il naufragio al largo delle coste calabresi in cui più di novanta persone persero la vita. Da allora, purtroppo, nulla è cambiato. Nel Mediterraneo si continua morire - già 100 le vittime da inizio anno - per una precisa volontà politica che, a livello nazionale ed europeo, si traduce, da anni, in una serie di provvedimenti finalizzati a impedire alle persone in cerca di protezione o di una vita migliore di entrare in Europa in modo sicuro e legale, a esternalizzare il controllo delle frontiere e a criminalizzare la solidarietà e il soccorso in mare». A dirlo è Refugees Welcome Italia che chiede un «cambio di passo» delle politiche italiane ed europee.
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«Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Finché non saranno incrementate vie di accesso legali e sicure e si ostacoleranno i salvataggi, - sostiene la direttrice di Refugees Welcome Italia Fabiana Musicco - le persone continueranno ad affidarsi a pericolosi trafficanti e nel Mediterraneo si continuerà a morire. Questo è inaccettabile. Serve un cambio di passo nelle politiche europee che rimetta al centro le persone e i lori diritti, e il Patto Migrazione e Asilo, che sarà approvato ad aprile, va in direzione contraria».
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![](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2023/03/02/mini_2023_spiaggia-naufragio-cutro-dieci-ansa.jpg)
L'organizzazione chiede al governo italiano e all'Unione Europea di «creare una missione europea di soccorso e salvataggio in mare; ampliare i corridoi umanitari, estendendoli a tutte le zone di crisi, per permettere alle persone che hanno bisogno di protezione di arrivare in Europa in sicurezza; incrementare le vie di ingresso legali come visti per lavoro, studio, semplificare i ricongiungimenti familiari e ampliare la platea di chi può accedervi».
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