Il partito si unisce per la conferma del segretario mentre nei territori gli scontri sono all'ordine del giorno. Il consigliere regionale Mammoliti ha un’idea: chiede di modificare lo statuto e aprire il voto a cinque ne abbia voglia, proprio com’è successo per l’elezione di Elly Schlein
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Il congresso unitario aveva lasciato ben sperare. Per una volta nel Partito democratico non si è litigato. Tutti d’accordo nell’indicare il senatore Nicola Irto come segretario regionale. Si pensava che questi “amorosi sensi” venissero propagati sui territori. In fondo ci sono le regionali dietro l’angolo e il vero nemico da battere è il centrodestra.
Invece alla luce di quello che sta succedendo sui territori viene anche il dubbio che una mattina di queste Irto abbia litigato con se stesso, tanto per confermare la vena tafazzista del partito. Da Cosenza a Vibo fino a Catanzaro i congressi si stanno animando solo per roba da notai: tesseramento, respingimento di liste, accuse e veleni reciproci. Citiamo il caso di Lamezia dove Doris Lo Moro fin quando è stata candidato sindaco elogiava il Pd. Ora che ha perso però si è portata via il pallone dicendo, ovviamente in pubblico, che non vuole partecipare a congressi farsa caratterizzati da “accordicchi” fra i gruppi dirigenti. Dai vertici nessuna risposta ufficiale, anche se nelle chat i veleni sono all’ordine del giorno. Però per non farsi mancare nulla progressisti e riformisti del partito si menano fra loro come fabbri.
A Cosenza lo scontro è fra il sindaco di Celico, Matteo Lettieri, e l’ex sindacalista della Cgil Pino Le Fosse, da Corigliano Rossano. Anche qui mille polemiche tutte incentrate su questioni burocratiche che hanno persino portato alle dimissioni del presidente della commissione per il congresso, Salvatore Giorno.
A Vibo la situazione non è migliore. Qualche ras del partito ha esagerato nel tesseramento iscrivendo al partito moglie, figli, suoceri. Insomma tutta la famiglia. Ma soprattutto c’è stato un curioso anelito democratico nel paese di Serra San Bruno dove in pochi giorni le iscrizioni hanno fatto raddoppiare il numero complessivo delle tessere in tutta la provincia di Vibo. Da qui l’esposto dell’avvocato Lucio Aragona alla commissione provinciale di garanzia in cui si fa riferimento all’articolo 7 del regolamento che vieta di pagare più tessere dallo stesso conto corrente.
Da tutto questo i candidati alle segreterie provinciali sembrano essere quasi schiacciati. Il dibattito è diventato appunto notarile e burocratico e le proposte politiche sono eventuali. Inutile dire che con questo tipo di dibattito pensare ad una base che si appassioni è praticamente utopia. Ma c’è chi non molla. È il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, che in una nota chiede di superare il concetto di iscritto elettore. D’altronde, argomenta giustamente il consigliere, l’attuale segretaria nazionale del partito Elly Schlein è diventata tale grazie al voto dei non iscritti ché fra i tesserati aveva vinto nettamente Stefano Bonaccini.
«Quello che sta avvenendo nelle Federazioni provinciali, al di là delle legittime richieste e/o posizione pubbliche, rimanda una immagine negativa dell’unico partito che ancora oggi, nonostante tutto, elegge i propri dirigenti a differenza di altre forze politiche che si limitano semplicemente a nominarli. Come si fa successivamente a chiedere il consenso elettorale per il Pd se si alimenta questo clima di denigrazione collettiva? Cui prodest?»
Mammoliti prova ad andare oltre la proposta. «Mi sto attivando, soprattutto nell’area centrale della Calabria nelle federazioni di Catanzaro – Crotone – Vibo Valentia, a sollecitare la più ampia partecipazione democratica degli iscritti al voto. L’esercizio del voto resta sempre la scelta più giusta e democratica e contribuisce a rafforzare una comunità che deve essere sempre di più inclusiva e plurale. Viceversa, si corre l’inevitabile rischio di indebolire la tenuta dell’impianto unitario del congresso regionale e la rappresentatività del partito ai vari livelli».
Mettendo da parte il tentativo di uno sforzo che pare titanico, l’idea sembra buona per eliminare definitivamente il problema dei “signori delle tessere”. Vedremo cosa ne pensa Nicola Irto.