Le parole di un genitore presente al Parco urbano al momento dell’incidente: «Noi eravamo lì, il piccolo non è mai salito a cavalcioni»
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«Il bambino non era sulla trave, si è semplicemente appoggiato mentre facevamo una passeggiata per visitare la nuova area fitness. Si è appoggiato e la trave lo ha travolto rotolandogli sull’addome e fermandosi sul collo».
La testimonianza di una persona presente venerdì sera nel Parco urbano di Vibo, quando un piccolo di 3 anni è stato schiacciato da un tronco posto sul percorso di allenamento intensivo, smentisce categoricamente che il piccolo fosse a cavalcioni della trave che fa parte del “boot camp”, il tipico percorso che ricalca quello utilizzato per la preparazione fisica dei soldati che si vede in tanti film.
«Io e mia moglie eravamo lì, insieme ai genitori del bimbo che conosciamo, tutti insieme con i nostri figli. Siamo stati sentiti dalle forze dell’ordine e non possiamo accettare che si possa insinuare il dubbio che il piccolo fosse a cavalcioni della trave. Nulla di tutto questo. Ci eravamo fermati a lungo nell’area giochi dedicata ai più piccoli, ma i nostri figli non ne volevano sapere di venire via nonostante si stesse facendo tardi. Per convincergli abbiamo detto loro che saremmo andati a visitare un’altra area giochi e ci siamo avviati verso il percorso fitness per adulti. Eravamo appena arrivati, quando abbiamo visto quel tronco rotolargli addosso, ma lui non era salito, non era a cavalcioni, si è semplicemente appoggiato». Continua a leggere su IlVibonese.it