L’intervista

Migranti, l’ambasciatore italiano in Turchia: «Meno 39% di partenze nel 2023, pressione su Roccella diminuita»

«I 4000 migranti sbarcati nella Locride nel 2023 sono tanti, ma rispetto ai 7000 registrati nei primi mesi del 2022 le cose sono migliorate». Giorgio Marrapodi, calabrese di Martone, racconta cosa si sta facendo sulla rotta turca, da dove era salpata anche la barca naufragata sulle coste di Cutro

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di Vincenzo Imperitura
2 settembre 2023
06:30

«Dobbiamo tenere a mente che quello migratorio è un fenomeno che non è semplice controllare. Quasi tutte le proiezioni realizzate dai centri studi che si occupano di migrazioni ipotizzano che entro il 2050 il numero dei soli migranti climatici atteso è compreso in una forbice che va dai 50 ai 200 milioni di persone. E il Mediterraneo è una delle zone della Terra in cui le temperature aumentano più velocemente. Questo è un problema che va affrontato e gestito».

Ambasciatore italiano in Turchia dal gennaio del 2022, Giorgio Marrapodi è un diplomatico di lungo corso. Madrid, Bucarest, Vienna, New York prima di Ankara: una vita passata in giro per il mondo senza mai dimenticare la Calabria e la sua Martone, minuscolo paesino arrampicato sulle colline della Locride, che martedì gli ha conferito la cittadinanza onoraria.


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Osservatore privilegiato dei fenomeni migratori che vedono la Calabria jonica punto d’arrivo di migliaia di persone che proprio dalla Turchia prendono il mare, Marrapodi analizza gli ultimi dati registrati sulla rotta turca del Mediterraneo, sottolineando una flessione nel numero delle partenze rispetto allo scorso anno.

«Le partenze sulla rotta orientale nei primi sette mesi del 2023 – dice a LaC l’ambasciatore – si sono ridotte rispetto ai primi mesi dello scorso anno del 39%. I 4000 migranti arrivati a Roccella nel 2023 sono tanti, ma rispetto ai 7000 registrati nei primi mesi del 2022 le cose sono migliorate. I flussi che hanno registrato notevoli aumenti nello stesso periodo sono quelli che provengono dal sud del Mediterraneo. Negli ultimi mesi le forze di polizia di Ankara hanno fermato e arrestato centinaia di trafficanti di essere umani che in Turchia hanno installato le loro centrali operative. E nello stesso periodo è stata fatta un’efficace attività di prevenzione sulle partenze. Detto questo, i fenomeni migratori non si controllano facilmente».

In Turchia da meni di due anni, il diplomatico calabrese sottolinea poi buoni i rapporti tra i due Governi, caratterizzati dalla comune appartenenza alla Nato, da uno scambio commerciale da miliardi di dollari l’anno e legati ai flussi migratori che incrociano le due sponde del Mediterraneo.

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«La collaborazione con le autorità turche è efficace, le squadre della nostra Protezione Civile erano sui luoghi del terremoto che ha devastato Turchia e Siria appena dieci ore dopo il disastro – dice ancora Marrapodi – e credo che negli ultimi due anni il Governo italiano stia facendo tanto, con l’ampliamento delle quote di ingresso per i lavoratori migranti e con i corridoi umanitari per aiutare chi fugge dalle guerre, perché inevitabilmente credo che bisogna distinguere chi fugge dalle guerre e chi fugge dalla povertà: certamente  entrambi hanno bisogno di una vita migliore, però a chi fugge dalla guerra è necessario accordare una protezione di tipo diverso. Sotto questo aspetto il Governo turco sta facendo sforzi enormi per i rifugiati Siriani – sono poco meno di 4 milioni i profughi siriani che attualmente si trovano in Turchia, che si aggiungono alle migliaia di rifugiati che in Asia Minore ci sono finiti, da tutto il Medio Oriente, inseguendo il sogno di arrivare in Europa, ndr – in termini di edilizia residenziale, istruzione e sanità ma tanto c’è ancora da fare».

 

 

 

 

 

 

 

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