Gli accertamenti biologici non ripetibili previsti nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, inizialmente programmati per oggi, sono stati rinviati al 4 giugno a causa di un problema procedurale legato alla notifica degli atti.

Il provvedimento, firmato dal procuratore Giuseppe Lombardo e dalla pm Sara Parezzan, doveva coinvolgere gli indagati – molti dei quali detenuti – e i familiari del magistrato, parti offese nel procedimento. Alcune notifiche tuttavia non sono andate a buon fine, costringendo la Procura a incaricare la propria segreteria e la Squadra Mobile di comunicare la nuova data.

Le operazioni si svolgeranno presso i laboratori del Gabinetto regionale di polizia scientifica, dove i magistrati conferiranno incarico a un perito, con facoltà per gli indagati di nominare propri consulenti tecnici. Solo successivamente sarà possibile stabilire quando inizieranno le analisi vere e proprie.

Il nuovo accertamento si inserisce in un quadro investigativo riaperto dopo decenni, che si è intensificato nel 2019 con il ritrovamento del fucile usato nell’omicidio, recuperato a Belpasso (Catania) grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola.

Il successivo esperimento giudiziale dell’8 e 9 aprile 2025 ha visto la ricostruzione della scena del crimine a Piale, frazione di Villa San Giovanni, 34 anni dopo l’attentato in cui il giudice perse la vita. Per l’occasione, la polizia scientifica ha utilizzato l’autovettura originale del magistrato, una BMW 318i, una replica del fucile e una moto identica a quella dei killer.

A oggi restano 20 gli indagati, accusati di omicidio, tra cui nomi di vertice della ’Ndrangheta reggina e della Cosa nostra catanese. Inizialmente erano 24, ma nel frattempo sono deceduti tre dei coinvolti: Matteo Messina Denaro, Giovanni Tegano e Francesco Romeo, cognato del boss catanese Benedetto Santapaola. Quest’ultimo, pur comparendo nella lista, non potrà essere processato in quanto già assolto in un procedimento precedente per lo stesso reato.

Non è ancora chiaro se il nuovo accertamento riguarderà una traccia di sangue, un’impronta digitale o altro materiale biologico, né se tale reperto provenga dalla BMW del giudice – oggi sotto sequestro dopo essere stata per anni conservata dalla famiglia – o dal fucile recuperato.

Antonino Scopelliti fu ucciso il 9 agosto 1991, in un agguato che segnò un punto di convergenza fra le due principali organizzazioni criminali italiane. All’epoca il magistrato si preparava a sostenere l’accusa in Cassazione nel maxiprocesso contro Cosa nostra. L’attentato, avvenuto senza scorta e mentre rientrava dal mare, fu eseguito da due sicari su moto, che lo colpirono con fucili a pallettoni.

Secondo le più recenti ricostruzioni giudiziarie, l'omicidio fu commissionato da Totò Riina e dai vertici di Cosa nostra alla ’Ndrangheta, con l’obiettivo di impedire la conferma delle condanne nel maxiprocesso e alimentare la strategia stragista contro lo Stato.