La giovane scrittrice di Mesoraca ha presentato durante l’edizione 2025 il suo ultimo romanzo “Elsa”: «Umanità sconfinata»
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Una serata del Premio Letterario Caccuri 2025, nel riquadro la scrittrice Angela Bubba
«A Caccuri non c’ero mai stata. O meglio, c’ero passata di striscio una ventina d’anni fa, in autobus, durante una gita coi miei compagni di liceo. Ci eravamo girati attorno, avevamo circumnavigato questo paese di cui sentivo parlare spesso, anche allora, mentre non riuscivo mai a metterci piede. Ci sono riuscita quest’anno, nel 2025, finalmente ho potuto visitarlo e soprattutto amarlo, durante l’ultima edizione del Premio Caccuri, conclusasi lo scorso 10 agosto. Gli organizzatori della manifestazione, a partire da Olimpio Talarico e Adolfo Barone, hanno tenuto molto che ci fossi anch’io, e per questo non li ringrazierò mai abbastanza». Parte da qui il racconto emozionato della scrittrice Angela Bubba sulla sua partecipazione al Premio Letterario Caccuri, dove ha presentato il suo ultimo romanzo “Elsa”.
«Un primo evento, dedicato al mio ultimo romanzo “Elsa”, si è svolto nel pomeriggio del 6 agosto al Castello; mentre un secondo si è tenuto qualche giorno dopo, la sera del 9, insieme al noto antropologo Vito Teti, – continua la Bubba – con cui ho conversato su non pochi temi prima che gli venisse consegnato un meritatissimo premio alla carriera, cosa che mi ha reso oltremodo felice, di più, mi ha reso onorata, anche solo per essere stata accanto a una simile figura, fra le più alte del nostro panorama culturale, non solo calabrese e neppure solo italiano».
«Quasi cinque giorni a Caccuri dunque, in questo punto luminoso della provincia di Crotone, piccolo ma capace di creare una realtà eccezionale. Un fenomeno esaltante, ricco, sorprendente e internazionale; catalizzatore di riflessioni, di dialoghi davvero irripetibili, di approfondimenti, condivisioni, spettacoli e tanto altro, e ugualmente in grado di esprimere bellezza al di là dal palco, a luci spente – e questo pure mi ha colpito molto, anzi mi ha commosso –, capace di regalare la grazia nel quotidiano, nelle posture di ogni giorno, in quei gesti minimi e immensi allo stesso tempo. Anche di ciò posso dire di aver fatto ampiamente esperienza, essendo stata accolta con una gentilezza che non era solo gentilezza, ma era anche attenzione costante, premura, amicizia. In una parola, o meglio due, umanità sconfinata. Ringrazio di nuovo e calorosamente il Premio Caccuri, dalla prima all’ultima persona che ha trasformato la mia permanenza in una festa, un momento radioso, un dono».