Mordi e fuggi, affitti brevi e weekend pieni: così cambia il turismo calabrese. La settimana clou da tutto esaurito non cancella il crollo di giugno e luglio che pesa su imprese e lavoratori
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Ferragosto aiuta ma non salva l’estate calabrese. I primi dati, non ufficiali, evidenziano dati confortanti, sul fronte degli arrivi e delle presenze turistiche rispetto al calo registrato a giugno e a luglio. Qualche giorno di pienone non basterà a far recuperare settimane di crisi ed incertezza evidenziate anche dagli operatori. In alcune località costiere in questi due mesi la diminuzione di presenze ed introiti ha toccato il 30% con riflessi diretti sui servizi offerti dalle imprese del settore balneare e dall’intera filiera che alimenta il circuito economico del comparto. Vacanze non alla portata di tutti. Colpa dei prezzi e soprattutto della crisi che limita la capacità di spesa delle famiglie.
In Calabria i numeri confermano una tendenza che va consolidandosi ormai da tempo: le vacanze degli italiani sono sempre più mordi e fuggi e sempre più concentrate nei fine settimana e nella quindicina di giorni, sempre sold out, a cavallo di Ferragosto. Arrivi e pernottamenti negli alberghi sono solo una parte del business estivo. Il resto lo fanno gli affitti brevi e le presenze in bed & breakfast, agriturismi e campeggi.

La Calabria resta, al Sud, una delle mete preferite dagli italiani. La nota congiunturale sul Sistema turistico calabrese, diffusa a giugno dalla Regione parla di un aumento del 10,1% nel primo quadrimestre dell’anno: 224.292 arrivi che hanno generato 464.240 presenze. Numeri rinforzati, rispetto allo stesso periodo del 2024, dai turisti stranieri: 37.862 arrivi (+45,8%) e 113.580 presenze (+50,1%) con una permanenza media di 2,1 giorni. Da gennaio ad aprile - sempre secondo la nota della Regione - gli esercizi alberghieri hanno registrato 174.752 arrivi e 330.206 presenze con una permanenza media di 1,9 giorni. Le strutture ricettive extra alberghiere hanno registrato 49.540 arrivi e 134.034 presenze con una permanenza media di 2,7 giorni. Nei primi 4 mesi del 2025 la Calabria è stata scelta in prevalenza da turisti della regione (25%) e poi da visitatori provenienti dalla Campania, dalla Sicilia, dalla Puglia, dal Lazio e dalla Lombardia. Tedeschi, polacchi, francesi e statunitensi hanno occupato le prime quattro posizioni sul fronte degli arrivi dall’estero.
Si attendono, ora, i dati sui risultati ottenuti nei tre mesi più importanti dell’anno. Tra giugno ed agosto Unioncamere ha previsto in Calabria 42.580 assunzioni, oltre la metà delle quali nelle imprese del settore turistico nel quale converge il 18% delle imprese artigiane: 5.886 con 13.652 addetti. Agroalimentare, ristorazione e servizi i comparti più produttivi. Le province di Reggio Calabria e Cosenza detengono il maggior numero di imprese e di occupati.