Sono stati inseriti nella classifica stilata dalla guida 50 Top Italy. Ecco quali sono le attività e gli chef che si sono contraddistinti nella nostra regione
Ci sono anche tre ristoranti calabresi tra i migliori cinquanta d’Italia per la cucina d’autore: ecco quali sono
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«Grande cucina. Due parole per essere incisivi. E una grande azienda familiare della quale il ristorante a Catanzaro, Stella Michelin con in sala Rosetta, è il fiore all’occhiello. Luca, giovanissimo chef, non sbaglia un piatto, nè un’intuizione, nè un’esecuzione, originale e al contempo territoriale». Lo scrive la guida 50 Top Italy descrivendo la cucina del ristorante catanzarese che occupa l'ottava posizione nella classifica generale. Il Riso, alghe, zenzero, bergamotto e ricci di mare e il Tonno, albicocca e peperoni, magistrali. Ha ereditato la cucina dal padre Antonio, diviso tra banchetti e una nuova apertura a Lamezia Terme. E dal padre prende anche l’abilità di sdoppiarsi, fondamentale è infatti il suo contributo da Brezza, giovanile fish-bar a Soverato, assieme alla sorella Antonella.
«Una certezza. Come il faro per una nave. La cucina che mette insieme materie prime di estrema qualità, leggibilità degli ingredienti, tecnica infallibile e felicità del palato». È quanto si legge nella descrizione fatta dalla guida 50 Top Italy. Gambero rosso è un ristorante di pesce, gestito dalla famiglia Sculli: Francesco ai vini, Riccardo in cucina e Tiziana in sala, che hanno ereditato il ristorante fondato dai genitori negli anni ‘70. Crudi che vale il viaggio, tutto il mar Jonio nel piatto grazie alla sapiente collaborazione con i fornitori di zona, una cantina tra le più fornite della regione, l’attività è infatti anche enoteca, i dolci che sono come ci si aspetta, buonissimi più che concettuali, e il servizio impeccabile. Nella classifica generale occupa il nono posto.
Un angolo di fine dining nel centro di quella che era la cittadina di Nicastro, oggi inglobata in Lamezia Terme. «Tecnica, tanta, territorio, sempre, e la ricerca di chi vuole trasmettere messaggi ed emozioni. In questo si può riassumere la cucina di Luigi Lepore, grandi esperienze fuori, il ritorno a casa e poi la Stella Michelin per il ristorante che conduce assieme alla sorella Stefania», scrive la guida nella descrizione del ristorante lametino che nella classifica di 50 Top Italy occupa il 28esimo posto. Lo spaghetto alla melanzana bruciata svela una mano leggera ma decisa e l’agnello frutti rossi, radicchio e crema di latte di capra rivela l’abilità dello chef nel giocare di contrasti e armonie di sapori: dolce, acido e amaro in un equilibrio millimetrico. I dolci chiudono confermando le aspettative.
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