L’accordo per il cessate iI fuoco tra Israele e Hamas è un fascio di luce dopo il tanto buio, causato dai fatti del 7 ottobre del 2023.

In questo lasso di tempo l’ignominia ha prevalso sulla civiltà, la violenza ha ferito sentimenti, l’orrore della violenze contro persone inermi, molti bambini e donne, ha cancellato la sensibilità di umanità e di pietà.

Le guerre sono tragedie, il collasso della convivenza. I conflitti hanno segnato la storia dell’umanità.

Si sperava che dopo i due conflitti mondiali e i tanti che ne son seguiti ci potesse essere una stagione in cui le feroci contrapposizioni, antiche e non, potessero trovare, in un clima mondiale più disteso, giuste composizioni nel segno della giustizia, della convivenza pacifica. I G7, 8, 20 e così via sono stati visti con la speranza che si operasse per un nuovo ordine mondiale. I summit delle grandi potenze potevano costruire processi di pacificazione e fare giustizia di interessi violati.

Si sperava, quindi, che i focolai locali potessero essere assorbiti e ricomposti da scelte di ampio respiro che cancellassero sfruttamenti inumani.

Invece le assise delle potenze non hanno rotto gli angusti recinti dei loro interessi e non hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo perché non ce l’hanno.

Il Medio Oriente è stato sempre una area in subbuglio. Il controllo delle risorse energetiche sono state e sono la causa di scontri epocali, del fenomeno sempre più incontrollato del terrorismo.

Ci auguriamo che il cessate il fuoco fra Israele e Hamas sia preludio di pace che contagi anche altri territori dove scorre il sangue.

Ai Paesi arabi, al presidente Trump va dato merito per l’attuale risultato positivo raggiunto. Forse si riesce a capire che i conflitti rendono tutti insicuri.

Per gli accordi l’Europa è stata assente. L’Italia rivendica con consumata goffaggine ruoli che non è riuscita ad avere e di cui non c’è traccia come scrive Massimo Franco su Corsera, forse è nel pensiero della Meloni e di Tajani. Ma non possiamo leggere il pensiero altrui. Solo auspicare serietà che non si raggiunge con la grinta della presidente del Consiglio e con la svogliatezza del pensiero del ministro degli Esteri.

Su tutta questa vicenda qualche preoccupazione c’è che non sia un armistizio fragile.

A proposito di goffaggine il ministro della giustizia Nordio ne ha dato un vastissimo campionario quando l’altro giorno il Parlamento ha discusso se dare o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti suoi, del ministro Piantedosi e del sottosegretario Mantovano per la vicenda squallida della liberazione di Almasri, un assassino e torturatore. Nordio non ha detto la verità al Parlamento e fa dire solo oggi che c’era una ragione di Stato, perché era in pericolo la incolumità dei nostri connazionali. È una notizia tutta da verificare ma sembra una cialtroneria. Il fatto è che l’Italia ha liberato un criminale, uno stupratore di bimbi e non si sa la ragione vera, forte e convincente.