Nei prossimi giorni si voterà in Calabria. E come ogni volta che le urne si aprono, il rischio più grande non è quello di scegliere “male”, ma di non scegliere affatto. Di lasciare le schede in bianco, le cabine elettorali vuote, le decisioni nelle mani di pochi.

Perché oggi in Italia, a vincere spesso, è l’astensionismo. Il partito del NON VOTO è il primo partito in Italia. Ce lo dicono i numeri. Elezioni dopo elezioni, sempre più italiani si tengono lontani dalle urne. Per rabbia. Per sfiducia. Per delusione. E come biasimarli? La politica ha dato, spesso, pessime prove di sé. Ha lasciato irrisolti i problemi più urgenti e quotidiani.

In tutta Italia, ma in modo ancor più drammatico in tante aree del Mezzogiorno, si fatica ad accedere alle cure, perché la sanità pubblica è al limite, fatta di attese, reparti vuoti, ambulanze insufficienti. Il lavoro, per i giovani, è un miraggio; per le donne, una battaglia; per chi ha già dato tanto, una lotteria.

Le imprese, soprattutto quelle piccole e familiari, che tengono in piedi l’economia reale, fanno fatica a sopravvivere tra tasse, burocrazia, concorrenza sleale.I trasporti isolano invece di unire. I collegamenti sono spesso inadeguati, e chi vive nei piccoli centri si sente abbandonato. In questo contesto, rinunciare al voto può sembrare una forma di protesta.
Un “no” silenzioso al sistema.

Ma attenzione: non votare non è un atto neutro. È un favore fatto a chi preferisce che le cose restino così come sono. È un modo per togliersi dal gioco, per cedere il diritto più potente che abbiamo in democrazia: quello di decidere.

La Costituzione italiana, all’articolo 48, ci ricorda che “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Quelle parole non sono solo un principio astratto: sono un invito alla partecipazione. Un richiamo alla responsabilità. Un atto d’amore verso la nostra comunità.

Perché votare è un gesto romantico, nel senso più alto e civile del termine. Significa credere che le cose possano cambiare. Che la storia non è già scritta. Che anche se il presente ci delude, il domani può essere diverso — ma solo se lo scegliamo, insieme. Per questo, oggi, diciamo: non restare a guardare. Non tacere. Vota. Che tu sia in Calabria o altrove, il tuo voto ha valore. Conta, pesa, cambia.

E se anche nessuno ti rappresenta appieno, se nessun candidato o partito ti convince del tutto, scegli il meno lontano da te, non il nulla. Perché chi non vota non si tira fuori, ma si arrende. E questo tempo, così difficile, così fragile, non ha bisogno di silenzi, ma di voci forti, di cittadine e cittadini che non si rassegnano. Votare è un diritto. Votare è un dovere. Ma soprattutto, votare è ancora un atto di speranza