Renzi e De Luca, la strana coppia demolisce l’Autonomia differenziata. Il governatore: «Una truffa», il leader di Iv: «Spaccherà Fi»
Incontro a Napoli sui rischi della riforma Calderoli. L’ex premier: «Una sconfitta anche per il Nord». Il presidente della Regione annuncia che si ricandiderà per il terzo mandato e boccia la legge: «Distruggerà l’unità nazionale»
«Questa è una certezza pari alla legge di gravità: io ci sto e mi candido, fate che c…o volete». L’incontro a Napoli ha come tema il No all’Autonomia differenziata, ma il governatore campano Vincenzo De Luca, seduto accando a Matteo Renzi, parte da suo terzo mandato: «Ci rivedremo anche nella prossima legislatura». La strana coppia – il leader di Italia Viva uscito dal Pd per ripartire in solitaria e il presidente della Regione che con i dem nazionali si è scontrato più volte di quante si sia trovato d’accordo – si ritrova sui temi della legge spacca Italia e (anche) sull’ipotesi di prolungare l’esperienza di De Luca in Regione. Renzi lo mette subito in chiaro: «Noi siamo a favore del terzo mandato nelle Regioni, vedremo quello che accadrà». Renzi e De Luca hanno molto discusso e litigato nel corso degli anni ma sono colleghi da 15 anni, da quando – ricorda Renzi – «lo chiamavamo “Vincenzo la fontana”, perché era quello che rimetteva a posto Salerno attraverso una serie di opere anche di arredo urbano».
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Oggi tornano dietro lo stesso tavolo per raccontare che l’Autonomia differenziata non funziona. Per De Luca «è una truffa». Per Renzi «una sconfitta per tutti». Il leader di Iv evidenzia che la riforma «crea diseguaglianze al Sud e più burocrazia al Nord. Se ci sarà il referendum, e io mi auguro che ci sia, sarà evidente che il governo è contro il Mezzogiorno e non è capace di gestire la sanità, che le Regioni fanno il proprio meglio, ma è il governo che con l'autonomia crea diseguaglianze incredibili».
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Il tema è politico anche perché potrebbe aprire crepe nel centrodestra: «È certo – dice Renzi - che c'è una contraddizione interna alla maggioranza perché Forza Italia non è un partito nazionale: è forte in tre Regioni: Calabria, Campania e Sicilia. Se il referendum ci sarà, Forza Italia esploderà ed esploderà Forza Italia al Sud». È per questo, secondo l’ex premier e sindaco di Firenze, che gli azzurri provano a frenare la riforma.
L’elenco di interventi in Campania con i quali De Luca autopromuove la propria ricandidatura (15 nuovi ospedali in cantiere per 2 miliardi di euro, più di 3 miliardi di interventi per arrivare all’autonomia idrica, costruzione di nuove scuole, trasporto scolastico gratuito fino a 26 anni, i 6 miliardi di euro dell’Accordo di coesione, solo per citarne qualcuno) fa quasi pensare che il governatore sia favorevole all’Autonomia differenziata. E invece De Luca ricorda di essere sempre stato in prima linea nella battaglia, fin dalla manifestazione fatta il 16 febbraio scorso a Napoli.
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«Non era molto chiaro allora quali erano i pericoli – spiega –. Abbiamo guidato la battaglia contro l’Autonomia senza pregiudizi ideologici: ci muoviamo con spirito risorgimentale, siamo per modernizzare l’Italia ma intendiamo unirla sulla nostra linea che è quella della burocrazia zero». Il messaggio per i governatori del Nord è chiaro: «Siamo per l’Autonomia con maggiore forza di quanto non lo siate voi, per trasferire poteri e competenze più vicino ai cittadini ma siamo contro la rottura dell’unità nazionale che, con la riforma, si determina sulla sanità e la scuola pubbliche». L’impostazione di Calderoli «prevede la conferma della spesa storica e la possibilità per il Nord di incamerare il residuo fiscale: questo toglierà le risorse per finanziare il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119 della Costituzione. Dobbiamo dirci la verità: l’Autonomia differenziata a oneri zero per il bilancio dello Stato è una grande truffa, non c’è altro da dire».