Dall’inchiesta Millennium emerge il tentativo di Giuseppe Barbaro, accusato di essere al vertice del clan di Platì, di rimettere in circolo in Europa o in Cina una montagna di denaro contante. Per il gip si tratterebbe di soldi raccolti dopo una rapina. Un amico avrebbe offerto aiuto in cambio di voti
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«Gli è caduto un poco di inchiostro sopra e si sono macchiati». Nel dialogo con Giuseppe Barbaro, un amico presenta una serie di idee per riciclare un’enorme quantità di denaro a disposizione del clan di Platì. Barbaro è, per la Dda di Reggio Calabria, uno dei capi della cosca: avrebbe pianificato i più importanti affari nel campo del narcotraffico.
Proprio di una compravendita di droga si discute nell’intercettazione finita agli atti dell’inchiesta Millennium che, nei giorni scorsi, ha portato all’arresto di 97 persone nel Reggino. Barbaro, insieme con un socio ora defunto, ragiona su come riutilizzare una grossa quantità di banconote – che in un’altra conversazione vengono quantificate in 10 milioni di euro – che non sono spendibili perché “macchiate” dall’inchiostro espulso da un dispositivo anti-rapina. Una cifra enorme, che il gruppo cerca di rimettere in circolo utilizzando i propri contatti con soggetti di origine cinese.
L’episodio raccontato vale per gli inquirenti al di là della sussistenza della gravità indiziaria» perché dimostrerebbe la possibilità da parte di Barbaro&Co «di avvalersi di contatti a livello internazionale (in Spagna o addirittura in Cina), di rapporti con dirigenti compiacenti di istituti di credito, di collusioni con esponenti del mondo politico dai quali ottenere favori in cambio della promessa di pacchetti di voti».
I 10 milioni “macchiati” per comprare la cocaina
Nel caso specifico, il 17 giugno 2021 Barbaro e il suo presunto complice pianificano l’acquisto di una grossa partita di cocaina. Come fare per pagare i fornitori? Il compare di Barbaro propone di pagare a pagare con le banconote «macchiate», nella speranza che nessuno se ne accorga. Sa che non sarà facile perché i soldi arrivano da una rapina ma il gioco vale la candela: «2 milioni di euro sono 250 chili», nell’ipotesi di utilizzare tutto il denaro l’acquisto potrebbe superare la tonnellata di coca.
L’ipotesi di riciclare i soldi in banche spagnole
L’affare è troppo ghiotto per non provarci. Qualche giorno dopo, infatti, Barbaro torna sulla questione e spiega che si sta dando da fare per cambiare i soldi macchiati tramite una persona che aveva contatti con direttori di banche spagnole. L’ipotesi è quella di perfezionare l’operazione con l’aiuto di manager di banca compiacenti che avrebbero dovuto mischiare le banconote macchiate in possesso dei Barbaro con quelle dell’istituto di credito. Poco alla volta: Giuseppe Barbaro propone di iniziare con un milione di euro per poi riprovarci con i 10 milioni provento della rapina.
«Se posso cambiare sti soldi gli raccolgo i voti»
Per gli investigatori, «la persona a cui Barbaro» si sarebbe «rivolto per riciclare i soldi macchiati era un politico (o comunque una persona interessata alle elezioni) che aveva chiesto, come prezzo per la sua intermediazione con le banche spagnole, un pacchetto di voti». È un’interpretazione che si basa sulle parole dello stesso Barbaro: «Se posso cambiare sti soldi, io i voti glieli raccolgo e faccio che glieli raccolto pure là nella Piana».
L’opzione di riciclare i 10 milioni in Cina
Un altro dei possibili sbocchi per rimettere in circolo quella montagna di soldi porta in Cina, meta sempre più frequente per le manovre finanziarie dei clan non solo calabresi: «Lui può mandare in Cina», dice ancora Barbaro.
Per il gip distrettuale gli accertamenti non paiono lasciare dubbi: Barbaro e il suo socio avrebbero la disponibilità di banconote “macchiate” per circa 10 milioni di euro. Tutto porta a pensare che sarebbero il frutto di una rapina: la quantità, la presenza di macchie di inchiostro e l'impossibilità di cambiarle in banche italiane. Per il giudice delle indagini preliminari, ogni altra eventualità è «illogica».