La storia (poco edificante) della gestione del servizio idrico: il crac di Soakro con un buco da 49 milioni di euro e il debito da 25 milioni di Congesi. La palla ora passa a Sorical che lamenta: «Abbiamo ereditato un potabilizzatore fatiscente e gli utenti devono mettersi in regola»
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Com’è possibile che da due anni l’acqua a Isola Capo Rizzuto non sia ancora potabile? Parecchi cittadini si sono rivolti all’autorità giudiziaria e la Procura di Crotone ha aperto un’inchiesta ad ampio raggio inviando i carabinieri del Comando provinciale ad acquisire documenti nelle sedi di Arpacal, Sorical, Arrical e del Comune. Un’indagine che punta a ricostruire una gestione idrica diventata, nel tempo, un labirinto di enti, contenziosi e debiti milionari.
La storia della gestione della rete idrica su quel territorio è complessa e qualcuno rischia di restare col cerino in mano. Fino 2024 la gestione del servizio idrico era in mano a Congesi, un consorzio partecipato da 14 comuni del Crotonese (il 50% delle quote era detenuto dal capoluogo Crotone), ora in fase di liquidazione dopo aver accumulato un debito da 25 milioni di euro nei confronti di Sorical (Società di ricorse idriche calabresi controllata dalla Regione). Nel 2024 Sorical ha cercato di far dichiarare dal Tribunale di Crotone il fallimento di Congesi ma i giudici hanno rigettato la richiesta ritenendo che i consorzi di comuni sono da considerare a tutti gli effetti enti pubblici e quindi non possono fallire anche se hanno debiti monstre come quello di Congesi nei confronti di Sorical.
Le “bad companies”
Tra l’altro Congesi nasceva dalle ceneri di Soakro, società acque potabili Crotone, che ha gestito il servizio idrico e di depurazione in diversi comuni della provincia fino al gennaio del 2016, quando venne dichiarata fallita lasciando un buco quantificato in 49 milioni di euro. Il 10 settembre 2024 il Tribunale di Crotone ha condannato 14 persone, tra amministratori pubblici, dirigenti e funzionari. Da bancarotta fraudolenta il reato è stato riqualificato in bancarotta impropria semplice. Secondo l'accusa, amministratori e funzionari della Soakro avrebbero inserito, nei bilanci della società, crediti vantati nei confronti di Sorical, relativi alla differenza tra il costo dell'acqua preteso dalla società regionale e quello che, invece, Soakro riteneva di doverle corrispondere. Ma secondo la Procura di Crotone questi debiti non sarebbero mai esistiti. Ora il procedimento pende davanti alla Corte d’Apello di Catanzaro.
Ad ogni modo, il risultato finale delle gestioni Soakro e Congesi è stata un’infilata di debiti milionari e gravi disservizi nel servizio idrico sparsi per tutta la provincia pitagorica. Oggi Congesi è in fase di liquidazione «dopo un anno dalla promessa del sindaco di Crotone – dice Cataldo Calabretta, amministratore unico di Sorical –. Noi a Congesi abbiamo garantito i posti di lavoro e nessuno ha detto niente, come se fosse tutto dovuto». Ad ogni modo «il credito vantato da Sorical nei confronti di Congesi segue il percorso dei relativi contenziosi».
Da Congesi a Sorical
Dal primo gennaio 2025 Sorical spa è subentrata nella gestione del servizio idrico che era di Congesi, Isola Capo Rizzuto compresa. «La situazione di Isola è un po’ particolare – afferma Calabretta – perché aveva più enti gestori: l’Arsac, il Consorzio di bonifica e noi che fornivamo la grande adduzione».
Oggi Sorical a Isola gestisce il servizio idrico (manca la parte relativa alla depurazione) e dentro ci sta anche il potabilizzatore che, spiega Calabretta, è stato «trovato da Sorical in una situazione di completa fatiscenza». La spa in questa vicenda si considera «parte lesa» perché, dice il manager, «abbiamo ereditato la gestione». Senza contare che nella particolarità di Isola sono inclusi grandi villaggi turistici che hanno un rapporto diretto con il Comune e non con il gestore.
«Solo il 10% dei cittadini paga l’acqua»
Una situazione «frammentata» alla quale si somma un abusivismo atavico. E non parliamo di allacci illegali solo in agricoltura ma anche tra i privati. Sorical, dice Calabretta, sta mettendo in atto una sanatoria che, ad oggi, ha interessato circa 300 allacci. Ma i dati di cui è in possesso la spa sono allarmanti: «A Isola di Capo Rizzuto solo il 10 percento dei cittadini paga il servizio idrico, molti sono allacciati alla rete abusivamente». «Fino al 31 dicembre è possibile mettersi in regole senza subire sanzioni amministrative e penali – dice Calabretta –. Da gennaio metteremo in campo tutte le azioni che Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ndr) consente per incassare la tariffa».
Per il resto, spiega il manager, «con il subentro di Sorical nei territori gestiti dal Congesi (14 comuni, ndr) ripartiamo da zero: investimenti per migliorare il servizio e per efficientare la gestione amministrativa saranno a carico di Sorical».
«Abbiamo realizzato un intervento di 1300 metri di condotta dalle vasche Sant’Anna per potenziare la dotazione della città soprattutto per il periodo estivo». A questo si aggiungono l’installazione di misuratori di campo che monitorano lo stato della rete idrica e nuovi contatori. Una spesa da 800mila euro circa.
Il potabilizzatore che va in tilt
Resta, però, il problema del potabilizzatore che «va in tilt» quando supera i 20 litri di acqua al secondo. Sorical, dal primo gennaio 2025 è subentrata a Congesi ma il passaggio formale deve ancora avvenire col proprietario del potabilizzatore che è il Comune di Isola e «ci deve essere il riconoscimento di Arrical (Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria, ndr) che è l’ente d’ambito», spiega Calabretta.
Burocrazia, passaggi formali e responsabilità condivise – o scaricate – stanno rallentando tutto. E mentre gli uffici discutono, Isola Capo Rizzuto resta da due anni senza acqua potabile. Un paradosso che continua a pesare sui residenti e che ora la magistratura cercherà di ricostruire, individuando eventuali omissioni e ritardi.



