Battuta d’arresto

La rivoluzione idrica della Regione inciampa sul ricorso al Tar promosso dal Comune di Crotone

L'amministrazione pitagorica ha impugnato il cronoprogramma per il passaggio di competenze e funzioni a Sorical ritenuto «illegittimo e lesivo dell'interesse pubblico» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
6 febbraio 2023
18:58
La riunione organizzata da Occhiuto per illustrare ai Comuni il cronoprogramma del passaggio di competenze
La riunione organizzata da Occhiuto per illustrare ai Comuni il cronoprogramma del passaggio di competenze

Piove una grana giudiziaria sull’architrave puntellato dal commissario straordinario di Arrical, Bruno Gualtieri, per traghettare il passaggio di competenze in materia idrica dai comuni calabresi a Sorical. L’amministrazione comunale di Crotone ha, infatti, impugnato al Tar il decreto 60 del 30 dicembre 2022 con il quale è stato approvato il cronoprogramma delle fasi di subentro di Sorical in qualità di gestore unico del servizio idrico integrato

Timing interrotto

Una anticipazione del timing era stata fornita dalla Regione ai sindaci riuniti per l’occasione in Cittadella lo scorso 28 dicembre, poi messo nero su bianco nel decreto due giorni dopo e parzialmente emendato con integrazioni il successivo 20 gennaio. Il Comune di Crotone ha impugnato entrambi gli atti considerati «completamente illegittimi oltre che lesivi e pregiudizievoli della sfera giuridica dell’interesse pubblico sotteso, nonché economico» per ottenerne l’annullamento.


Fase transitoria

Nello specifico, si contestano la gran parte delle azioni contenute nel cronoprogramma che prevede una fase transitoria di sei mesi nel subentro delle funzioni. Per l’intero 2023, ad esempio, «la gestione del servizio idrico resterà di competenza dei Comuni, che dovranno adottare nei propri bilanci il Pef. Il piano conterrà i costi del servizio, quelli per il personale, per le materie prime e di consumo e le attività di manutenzione ordinaria non capitalizzate».

Emissione delle bollette e riscossione

«La bollettazione e la riscossione, invece, per l’anno 2023 sarà effettuata da Sorical per conto dei Comuni che però manterranno all’interno del Pef sia le entrate che le uscite relative all’erogazione del servizio. Sui flussi incassati Sorical tratterrà in quota parte le proprie spettanze per la vendita di acqua all’ingrosso, l’eccedenza dell’incassato verrà invece inviata ai Comuni, per consentire agli stessi la copertura dei propri costi gestionali. Laddove gli incassi da tariffa non fossero sufficienti, il Comune continua a coprire i costi di fornitura idrica all'ingrosso in una misura non inferiore a quella garantita negli ultimi anni». 

Debiti e piani di rientro

E, infine, «nei casi in cui siano presenti debiti dei Comuni relativi a forniture di acqua all’ingrosso da parte di Sorical e ad esercizi di anni precedenti al 2023, i Comuni si impegnano a rispettare i relativi piani di rientro, concordati con Sorical. Qualora i piani di rientro non fossero rispettati, Sorical può trattenere sull’incassato 2023 anche le quote della rata annuale scaduta e non pagata dal Comune».

Rivoluzione rallentata

Insomma, un ricorso che rischia di far saltare il banco, qualora venisse accolto, o quanto meno di dilatare i tempi della rivoluzione idrica disegnata dal presidente della Regione Calabria. Com’è noto, infatti, Sorical tornata completamente pubblica dovrà subentrare in tutti i rapporti attualmente intrattenuti dai Comuni per il servizio idrico integrato: trasferimento del catasto delle utenze, gestione delle tariffe, bollettazione e riscossione, gestione delle reti e dei depuratori.

Giornalista
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