La scelta

Rende, scatta la Severino per Manna. Ma a sorpresa subentra l’assessore Petrusewicz

Altro colpo di scena: Artese da ieri non è più vicesindaca. Dal 31 agosto 2022 ad oggi la città ha cambiato sette volte "primo cittadino", per effetto delle decisioni assunte sia dalla Prefettura di Cosenza che dalla magistratura giudicante (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Clausi
12 maggio 2023
19:29
Marta Petrusewicz
Marta Petrusewicz

Altro colpo di scena a Rende dopo la condanna a due anni e otto mesi di Marcello Manna a Salerno. Il sindaco di Rende sarà sospeso a stretto giro dal Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella che applicherà la Legge Severino. La vacatio in Comune, però, non sarà colmata da Annamaria Artese che proprio ieri ha rimesso la carica di vicesindaca, ma dall’assessore alla Cultura Marta Petrusewicz a cui era stata attribuita. È una vera e propria sorpresa, perché il tutto è stato fatto in sordina.

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L’opposizione rappresentata da Attiva Rende e dalla Federazione Riformista ha già fatto sentire la sua voce dopo la decisione del GUP di Salerno. «Sotto il profilo esclusivamente politico - hanno detto gli esponenti della minoranza consiliare - riteniamo che il sindaco Marcello Manna debba rassegnare immediatamente le dimissioni dalla carica, come peraltro da noi richiesto sin dai primi giorni del mese di settembre dello scorso anno. Questo nella speranza che le dimissioni possano evitare alla nostra comunità ulteriori danni materiali ed immateriali. La condanna comporterà la sospensione per diciotto mesi, qundi la sindacatura è inevitabilmente giunta al termine. Riteniamo sia doveroso da parte di Manna compiere quest’ultimo gesto di responsabilità verso le istituzioni e la cittadinanza rendese»


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A reggere le redini della Giunta, pertanto, non sarà Annamaria Artese. La titolare delle deleghe al Welfare e tra le altre cose segretaria cittadina del Partito Democratico, aveva già fatto le veci del sindaco nel lasso di tempo intercorso tra l’operazione della Dda di Catanzaro “Reset” e quella della Procura di CosenzaMala Arintha”. La prima interessò Manna, la seconda lei.

Dal 31 agosto 2022 (il giorno prima del blitz ordinato dal procuratore Nicola Gratteri) ad oggi, la città di Rende ha cambiato “sindaco” sette volte. La figura apicale è infatti mutata di volta in volta in base alle indicazioni della Prefettura. Particolare risalto ha avuto l’interregno di Franchino De Rango, diventato vicario in assenza delle due principali personalità della squadra di governo rendese. 

Ha cercato, non trovando però sponde in Consiglio comunale, di ridisegnare l’assetto dell’esecutivo fino ad alzare bandiera bianca e rimettere il proprio mandato. L’unico suo provvedimento è stata la nomina di Maria Clelia Badolato, nome “benedetto” anche da Annamaria Artese che nel frattempo aveva incassato il via libera del Tribunale del Riesame il 30 marzo. A stretto giro anche Marcello Manna aveva ottenuto l’annullamento del divieto di dimora nel comune da lui amministrato

Poco meno di un mese e mezzo di normalità, insomma, con il convitato di pietra chiamato commissione d’accesso antimafia che nel frattempo ha completato la sua ispezione in Municipio. La Prefetta Vittoria Ciaramella ora notificherà il provvedimento derivante dalla Legge Severino e per tale effetto Marta Petrusewicz inizierà ad esercitare le funzioni di primo cittadino. Una sorpresa, l’ennesimo colpo di scena del Comune di Rende.

La nota della giunta: solidarietà a Manna

Intanto la giunta comunale di Rende esprime «massima vicinanza e incondizionata solidarietà a Marcello Manna in questo delicato momento». «Pur nel rispetto del lavoro della magistratura – è scritto in una nota -, non possiamo celare il timore che certe dinamiche possano avere altre finalità. Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a una sospensione che penalizza il sindaco, ma anche la città intera. In questi mesi stiamo assistendo e subendo un vero e proprio accanimento giudiziario senza precedenti. Da parte nostra l’indiscussa certezza della levatura morale, prima che politica di chi ha guidato la nostra città, facendola divenire tra le più fiorenti realtà del sud d’Italia. Certi, dunque che sarà la storia, unica giudice supra partes, ad assolverlo, continueremo proseguendo per la strada da lui tracciata».

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