C'è anche Gad Lerner, con "Gaza, odio e amore per Israele" tra i finalisti del Premio letterario Caccuri 2025, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel panorama culturale italiano. Nel cuore di un’estate segnata dagli echi del conflitto nella striscia di Gaza, Lerner porta in Calabria, un libro che rappresenta un grido, una domanda lanciata nel vuoto di coscienze assopite, una sfida ai dogmi identitari che alimentano l’odio.

“Muori Sansone con tutti i filistei!”: recita l’episodio biblico ambientato a Gaza, dove l’eroe ebreo si sacrifica abbattendo le colonne del tempio e portando con sé i suoi nemici, i filistei, il popolo che ha dato il nome alla Palestina e ai palestinesi. Una frase tragica, che oggi suona sinistramente profetica. Gaza è di nuovo al centro della storia, ma questa volta è cronaca. È da lì che, il 7 ottobre 2023, sono partite le milizie di Hamas per compiere il più sanguinoso massacro di ebrei dalla Shoah. Ed è lì che il governo israeliano di Benjamin Netanyahu ha risposto con una guerra spietata, che molti osservatori internazionali non esitano a definire genocidio.

Lerner, affronta l’abisso che separa l’ideale originario di Israele – rifugio e riscatto dopo l’Olocausto – dalla realtà di oggi: uno Stato sempre più segnato dall’esclusivismo etnico, dal nazionalismo messianico, dalla deriva autoritaria della destra sionista. Ma il suo sguardo non si limita ai confini di Tel Aviv. Si allarga alle Comunità ebraiche della diaspora, ferite, isolate, spesso incapaci di accettare critiche senza gridare all’antisemitismo. E intanto il popolo palestinese, intrappolato tra fondamentalismo islamista e occupazione militare, continua a pagare il prezzo più alto.

Con la lucidità di chi conosce bene entrambe le anime dell’identità ebraica – quella della memoria e quella del potere – Lerner si interroga sul destino di Israele e sul ruolo che può ancora avere l’ebraismo della tolleranza, quello di Primo Levi, per intenderci. «Si può vivere in paradiso sapendo di avere l’inferno accanto?» chiede. Ed è una domanda che chiama in causa anche l’Europa, l’Italia, la nostra capacità di distinguere tra critica politica e odio razziale.

La candidatura al Premio Caccuri 2025 consacra un libro che non teme di disturbare. In un mondo che spesso confonde l’equidistanza con il silenzio, Lerner sceglie di prendere posizione. Non per giudicare, ma per comprendere. E forse, per ricordarci che la pace passa prima di tutto da un esercizio di verità.