Doccia fredda

La Calabria dice No alla rottamazione delle cartelle esattoriali: la decisione della giunta regionale

Su proposta dell’assessore Princi la Regione ha stabilito di non aderire al condono inserito nella Finanziaria che prevede l’annullamento dei debiti tributari fino a mille euro. La motivazione: «Dobbiamo salvaguardare i conti e non incentivare l’evasione» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Massimo Clausi
31 gennaio 2023
11:47
La Calabria rinuncia alla rottamazione delle cartelle. Nel riquadro, l’assessore Princi
La Calabria rinuncia alla rottamazione delle cartelle. Nel riquadro, l’assessore Princi

Niente condono tributario per i contribuenti calabresi. È quanto ha deciso la giunta regionale, su proposta della vicepresidente, con delega ad Economia e Finanza, Giusi Princi nella delibera n° 27 del 30 gennaio scorso. In particolare la delibera prevede di non applicare quanto previsto dall’ultima finanziaria del Governo. Questa dispone, come noto, l’annullamento automatico (cd. saldo e stralcio), alla data del 31 marzo 2023, dei debiti tributari fino a mille euro (comprensivi di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.

 La legge di bilancio, poi, dà la possibilità a tutti gli altri enti che non rientrano in questa prima categoria di compiere la stessa operazione sulle cartelle soltanto per la parte relativa a sanzioni, interessi legali e more. Ovviamente gli enti possono anche scegliere di non aderire a questa previsione, attraverso un atto specifico che deve essere pubblicato sul sito istituzionale dell’ente dandone tempestiva comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate. Proprio questo ha fatto la giunta regionale con la delibera del 30 gennaio scorso. I motivi? Leggendo la delibera sono di duplice natura.


Il primo è una scontata salvaguardia dei conti pubblici. Il secondo riguarda motivazioni più politiche. Ecco infatti cosa si legge nella delibera “le reazioni di comportamento dei contribuenti conseguenti all’applicazione di tale tipologia di strumenti agevolativi, secondo dati da più parti acclarati (Commissione UE, Ministero dell’economia e delle finanze, Agenzia delle entrate), determinano un impatto negativo sulla loro propensione ad adempiere per il futuro, in quanto diminuiscono la fiducia dei cittadini che regolarmente pagano le tasse, minando la credibilità della Pubblica Amministrazione nella riscossione, mentre potrebbero incentivare i contribuenti non in regola a continuare ad evadere gli obblighi, sperando in una futura agevolazione”.

Il primo punto attiene quindi ad una materia complessa quale la fiscalità sulla quale è scivoloso addentrarsi senza avere un quadro completo perché c’è il rischio di debordare nel populismo. Certo un inciso va sottolineato ovvero il fatto che i calabresi sono già abbastanza oberati di tasse visto che da dodici anni, ovvero da quando è in vigore il piano di rientro dal debito sanitario, paghiamo le addizionali regionali Irap e Irpef ai livelli massimi in cambio di servizi indecenti. Va bene anche così si potrebbe dire, perché sono in tanti quelli che pagano regolarmente le tasse e giudicano immorale i continui saldi e stralcio. Ma ripetiamo si tratta di politiche fiscali sulle quali si potrebbe discutere all’infinito.

Ma al di là del tema dei conti pubblici dietro questa vicenda di cela anche un nodo politico. Il centrodestra da sempre è la parte politica che “tifa” per una fiscalità più leggera e meno invasiva per i contribuenti. La giunta Occhiuto ha invece scelto, legittimamente, un’altra via. E qualcuno è già pronto a soffiare sul fuoco dei rapporti non troppo idilliaci che si registrano oggi alla Regione fra Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Giornalista
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