L’intervista

Turismo in Calabria, per Federalberghi bene ma non benissimo: il carovita pesa sulle tasche degli italiani

VIDEO | Secondo l'associazione degli albergatori calabresi «le maggiori località turistiche hanno registrato alte percentuali di prenotazioni ma non il sold out». Presenze estere al 30%. Settembre e ottobre? «Una scommessa» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
18 agosto 2023
06:30

«Un maggio e giugno discreto, un buon luglio e un agosto ancora in corso ottimo ma non eccellente». Così il presidente di Federalberghi Calabria, Fabrizio D'Agostino, traccia un primo, parziale bilancio della stagione estiva 2023 che potrebbe superare i 7 milioni e mezzo di presenze turistiche.

«Le maggiori località turistiche hanno registrato alte percentuali di prenotazioni ma non il sold out per ragioni che derivano principalmente dal caro energia e dal caro mutui. Il rialzo dei prezzi non ha consentito di ottenere risultati eccellenti, quali ad esempio quelli conseguiti nel 2019 che per la Calabria è stato l'anno dei record con nove milioni e mezzo di presenze. Lo scorso anno la regione ha registrato sette milioni e mezzo di presenze, quest'anno riteniamo che questo limite verrà superato».


Quali sono le principali mete che trainano l'estate calabrese?
«Su tutte c'è Tropea, naturalmente anche Diamante e tutto l'alto ionio cosentino con i laghi di Sibari che fanno numeri importanti. Poi c'è la Costa Viola e l'area di Reggio Calabria con i suoi Bronzi. Insomma, la Calabria è tutta bella, ha un vasto patrimonio storico, artistico e naturalistico con il mare, la montagna e i parchi. Dobbiamo mettere in evidenza tutte le sue peculiarità, anche in ambito enogastronomico che sono il nostro forte». 

Quanto ha influito l'aumento dei prezzi sull'andamento della stagione turistica in Calabria?
«È un problema nazionale. Tutte le località turistiche e, in generale, il turismo in Italia ha sofferto per questi aumenti. È un problema che ha toccato le famiglie con l'aumento dei mutui e il caro benzina, le quali hanno fatto i conti in tasca prima di partire».

La Calabria, per il secondo anno consecutivo, si assesta tra i sette e gli otto milioni di presenze. Cosa si potrebbe migliorare per sfondare il tetto di cristallo?
«Intanto aspettiamo i dati definitivi, certamente l'obiettivo da raggiungere è la percentuale ante covid e ante guerra. Il 2019 è stato un periodo in cui la Regione aveva intrapreso un percorso importante attraverso l'incoming che il presidente, Roberto Occhiuto, attraverso i nostri suggerimenti, sta continuando a perseguire. Ad esempio, ha ripubblicato un avviso che consente alle compagnie aeree di viaggiare su Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone a prezzi calmierati. Ciò consente di essere attrattivi sui circuiti internazionali perché dobbiamo colpire non i 50 milioni di italiani ma i 500 milioni di turisti europei che cercano territori nuovi. E la Calabria è tutta da scoprire». 

Anche se dati parziali, in termini percentuali quanto ha pesato il turismo estero sulle presenze in Calabria?
«Quest'anno gli stranieri hanno inciso notevolmente sui dati dell'incoming turistico regionale perché il circuito nazionale ha avuto dei rallentamenti mentre abbiamo registrato la presenza di tedeschi, finlandesi, francesi, spagnoli. Ci sono stati molti americani e canadesi. Un turismo che ha inciso notevolmente, oltre il 30%».

Quali sono le prospettive per settembre e ottobre?
«È questa la scommessa. Abbiamo la necessità di incentivare i voli charter durante i periodi da maggio a giugno e da settembre ad ottobre. Questo è il periodo in cui i turisti vanno attratti attraverso azioni di marketing già al TTG di Rimini e alla Bit di Milano, eventi in cui si programmano le stagioni estive».

Giornalista
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