Elezione contestata

Massoneria, il calabrese Antonio Seminario si è insediato al vertice del Grande Oriente d’Italia

La proclamazione ufficiale è arrivata al termine della Gran Loggia di Rimini e dopo aspre polemiche per l’esito del voto sovvertito dalla Commissione elettorale nazionale. Restano in campo i ricorsi dello sfidante Taroni

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di Pablo Petrasso
6 aprile 2024
18:18
Antonio Seminario (foto dalla pagina Fb del Grande Oriente d’Italia)
Antonio Seminario (foto dalla pagina Fb del Grande Oriente d’Italia)

Il percorso - a tratti accidentato - per rinnovare i vertici del Grande Oriente d’Italia si è concluso ufficialmente oggi, sabato 6 aprile, alle 14 a Rimini. Nel corso della Gran Loggia si è insediato come Gran Maestro del Goi Antonio Seminario, imprenditore rossanese nel settore dei prodotti petroliferi. Seminario, il primo calabrese a guidare la più importante fratellanza massonica in Italia, succede a Stefano Bisi e resterà in carica per 5 anni.

Il passaggio di consegne si è materializzato davanti a 5.700 iscritti e 33 rappresentanze massoniche estere giunte in Emilia Romagna: dall’Albania al Montenegro, dalla Burkina Faso alla Russia.


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“La luce delle idee nella bellezza delle azioni” è stato il tema scelto per la due giorni. «Un tema - si legge sulla pagina web del Goi - che rappresenta un invito a riflettere su due elementi che sono fondamentali nel lavoro quotidiano di ogni libero muratore: aspirare alla luce, che si chiede di ricevere al momento dell’ingresso nella Comunione e che brilla da secoli all’interno dei templi; e perseguire la bellezza nelle azioni che compiamo nel nostro impegno quotidiano a migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda».

Bisi, nella sua allocuzione si è detto «orgoglioso e fiero di questi dieci anni», anni che sono stati pieni di risultati e momenti importanti. «Un decennio tumultuoso, romantico, complicato, entusiasmante» ma, ha aggiunto, «la rotta del futuro è ben tracciata. Il solco è anche nel mare. E da domani toccherà al nuovo Gran Maestro Antonio Seminario e ai fratelli della Giunta continuare e migliorare l’Opera».

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Il Gran Maestro uscente ha fatto un riferimento agli scontri che hanno caratterizzato la campagna elettorale, mettendo nel mirino «quanti hanno dato vita a un insensato teatrino, dimostrando di non avere senso della responsabilità e spirito di appartenenza ed hanno fatto un danno enorme alla Comunione cercando di esasperare i toni e dividere i fratelli». Nei mesi scorsi, all’interno del Goi si è sviluppato un vivace dibattito a partire dai temi dell’antimafia.

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Leo Taroni, sfidante di Seminario, è sceso in campo chiedendo alla fratellanza di prendere una netta posizione sulle infiltrazioni mafiose nella massoneria. In questo contesto non sono mancati attacchi neanche troppo velati alla gestione Bisi. Altro scontro si è verificato dopo il voto: in un primo momento sembrava che a prevalere fosse stato proprio Taroni, ma il risultato è stato sovvertito dopo le verifiche della Commissione elettorale nazionale che ha annullato 139 preferenze per Taroni che erano sprovviste del talloncino antifrode. Esito finale contrastato e minacce di ricorso hanno accompagnato la riunione che ha sancito l’insediamento del calabrese Seminario, sostenuto - oltre che da Bisi - anche da Ugo Bellantoni, uno dei massoni più influenti in Calabria. Il percorso elettorale è giunto al termine e per il Goi inizia una nuova fase. La spaccatura tra Nord e Sud (dove si concentra il consenso per Seminario), però, resta. E anche i ricorsi annunciati da Taroni.

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