’Ndrangheta

Inchiesta su voto di scambio a Reggio: il ruolo di Neri (Fdi) e Sera (Pd) nelle indagini del Ros

Secondo i carabinieri i due politici avrebbero accettato sostegno elettorale da esponenti della cosca Araniti in cambio di assunzioni e incarichi. Ecco gli episodi citati nell’ordinanza

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di Redazione Cronaca
11 giugno 2024
12:51
Giuseppe Neri e Giuseppe Francesco Sera
Giuseppe Neri e Giuseppe Francesco Sera

Nuovi dettagli emergono in merito all'inchiesta Ducale scattata all'alba di oggi a Reggio Calabria. In particolare, i carabinieri del Ros, monitorando la campagna elettorale del 2020 per il rinnovo del consiglio comunale, hanno ricostruito le condotte di Giuseppe Francesco Sera, ai tempi candidato nelle liste a supporto di Giuseppe Falcomatà (il sindaco risulta indagato per voto di scambio politico-mafioso). Sera, per il quale il gip Vincenzo Quaranta ha rigettato la custodia cautelare in carcere richiesta dalla procura distrettuale, «aveva accettato la promessa di procurare voti in suo favore da parte di soggetti appartenenti alla 'ndrangheta e, più precisamente, alla cosca Araniti», dietro autorizzazione del capocosca Domenico Araniti, 72 anni, detto "il Duca".

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Raccolta voti in cambio di favori

Secondo gli inquirenti, Sera si era accordato con il capocosca Domenico Araniti recandosi presso la sua abitazione il 6 settembre 2020, nonché con Daniel Barillà, «rappresentante politico e intermediario per conto della cosca Araniti, su mandato e con la supervisione del capocosca e con l'ausilio di Paolo Pietro Catalano (indagato), hanno attuato la promessa di raccolta voti in cambio dell'erogazione e della promessa di varie utilità, tra le quali, la promessa di inserire Antonino Araniti, figlio di Domenico, nella struttura politica comunale del Partito democratico, con il contestuale impegno a spostarlo dall’Ufficio comunale Settore Patrimonio ed Erp cui apparteneva, cercando di evitargli le sanzioni disciplinari derivanti dalla sua condotta negligente nello svolgimento dei compiti connessi al suo rapporto lavorativo (sanzione tuttavia comminatagli, con licenziamento disciplinare)».


Inoltre, la proposta di nominare il Barillà amministratore/liquidatore della Leonia spa (società esternalizzata sciolta per infiltrazione mafiosa ndr) poi non realizzata, poiché l'incarico risultava incompatibile con la nomina di Barillà a componente dell'organo interno di valutazione del Comune di Reggio Calabria, avvenuta con decreto 40 del 21 dicembre 2020. Il candidato Giuseppe Francesco Sera è risultato eletto nelle consultazioni per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria del 2020.

Il coinvolgimento dell’esponente Fdi Neri

Nell’indagine emerge anche la figura del capogruppo al Consiglio regionale della Calabria di FdI, Giuseppe Neri, 52 anni. Neri, candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2020 e del 2021, che, si legge nell'ordinanza, «ha accettato la promessa di procurare voti in suo favore da parte di appartenenti all'associazione mafiosa e, più precisamente, alla cosca Araniti, operante prevalentemente all'interno del territorio urbano di Reggio Calabria e, in particolare, a Sambatello, e comunque da parte di soggetti che ne rappresentavano la volontà poiché autorizzati dal capocosca Domenico Araniti 'il Duca'», (arrestato oggi), «minacciando coloro che facevano campagna elettorale in favore di altri candidati come, ad esempio, in occasione delle minacce rivolte da Daniel Barillà e Ignazio Borruto, a Stefano Bivone (presidente provinciale della Coldiretti di Reggio Calabria), nonché di altra persona titolare di una scuola guida reggina, per indurli a non votare il candidato concorrente Creazzo Domenico ed orientare il loro consenso elettorale verso il candidato Giuseppe Neri».

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Gli accordi

 Secondo gli inquirenti, «lo stesso Neri si era accordato con Daniel Barillà, dedito all'infiltrazione del settore politico-istituzionale, che operava su mandato e con la supervisione del capocosca Domenico Araniti, e con il supporto dei sodali Paolo Pietro Catalano e Ignazio Borruto, nonché di Sergio Rugolino, mediante i quali veniva attuata la promessa di raccogliere voti». Gli investigatori, citano a supporto dell’ipotesi accusatoria il conferimento (con Delibera n. 12 del 12 novembre 2020 della "Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello stretto-Ufficio di Presidenza", a firma di Neri dell'incarico di professionista esterno per la redazione di un progetto di Piano per lo sviluppo infrastrutturale e della mobilità nell'Area dello Stretto in favore di Daniel Barillà, e la promessa fatta a Paolo Pietro Catalano di garantire opportunità lavorative per l'avvocato Alessandro Serraino.

Inoltre, la promessa di ottenere un posto di lavoro presso l'Atam di Reggio Calabria, a favore di Santo Delfino, che aveva partecipato al concorso pubblico per 30 nuovi assunti, indetto del 2020 dall'Azienda trasporti per l'Area metropolitana di Reggio Calabria, per l'assunzione di "operatori d'esercizio" Ccnl Autoferrotranvieri, le cui prove si erano concluse il 20 febbraio 2020, «fatto aggravato, poiché il candidato Giuseppe Neri – concludono gli inquirenti - è risultato eletto nelle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 2020 e del 2021». 

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