Rivelazioni

Un pentito svela le regole che ogni ‘ndranghetista in carcere doveva rispettare

Gennaro Pulice, ex killer lametino, afferma che in ogni istituto c'era un responsabile di sezione addetto al mantenimento del «buon ordine» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Alizzi
3 luglio 2023
06:20

Cosa succede nelle carceri italiane e più in particolare in quelle calabresi? I collaboratori di giustizia danno una loro versione delle dinamiche carcerarie attraverso un racconto che va oltre i confini della realtà. Accade che la criminalità organizzata di stampo mafioso abbia le sue regole anche in regime detentivo. Fatti che sono stati illustrati dal collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, ex killer lametino, al magistrato antimafia Domenico Guarascio.

«All'interno delle carceri, vi è sempre un responsabile di sezione, ossia uno 'ndranghetista che all'interno della provincia ove è sito il carcere, mantiene il cosiddetto "buon ordine"», al fine di «evitare contrasti tra i vari ristretti. A Siano, il responsabile della sezione è sempre un lametino, in quanto Catanzaro non ha una consorteria 'ndranghetistica di maggiore spessore rispetto a quelle sedenti a Lamezia Terme» dichiara Pulice. «In quegli anni ero io il responsabile della sezione e ricordo che Luca Megna», il figlio di Domenico "Micu" Megna, ucciso da Leo Russelli, «mi venne presentato e garantito dal cirotano Pino Sestito. Mi spiego meglio: il responsabile di sezione è lo 'ndranghetista maggiormente rappresentativo della provincia ove è ubicato il carcere e poi, chiaramente, ogni rappresentante della famiglia è responsabile, all'interno della sezione, dei suoi appartenenti» aggiunge il pentito lametino.


«In tal senso, il maggior rappresentante della cosca cutrese, ad esempio, è responsabile dei suoi e così via. La cosa particolare è che Luca Megna mi venne presentato ed era sotto la protezione di Pino Sestito, esponente della cosca cirotana e cognato di Cataldo Marincola. Trovai la cosa particolare in quanto sapevo che la cosca Megna era una 'ndrina autonoma, sicché fu strano che a garantire per Luca Megna fosse un cirotano». Dichiarazioni contenute nell'ultima inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca di Papanice.

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