Elezioni

La vittoria in Sardegna dimostra che il campo largo Pd-M5s funziona: in Calabria il banco di prova sarà Vibo. Romeo prova a replicare Todde

VIDEO | Nella punta dello Stivale il dialogo fra le due forze politiche va avanti da tempo. Alle ultime Regionali il risultato fu disastroso, bene invece a Cosenza dove Caruso ha dato una delega ai grillini pur in assenza di consiglieri. E ora si guarda al capoluogo di provincia che andrà al voto a giugno, dove domenica è arrivata Schlein

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di Massimo Clausi
27 febbraio 2024
12:20

Ha vinto il centrosinistra o ha perso il centrodestra in Sardegna? La domanda è meno retorica di quanto possa apparire visto che sull’esito delle Regionali sull’isola molto ha pesato la lite interna fra Lega e Fratelli d’Italia. Uno scontro talmente palese che ha portato la Meloni ad invitare gli alleati a smetterla di fare i dispetti.

I numeri d’altronde sono chiari. La Todde vince su Truzzu sul filo di lana e grazie al voto disgiunto che la legge elettorale sarda permette. C’è però da considerare che il centrodestra perde dove ha governato e non solo perché la Regione era guidata dal leghista Solinas, ma anche perché Truzzu perde malamente a Cagliari, città dove è sindaco. Due elementi che non posso sfuggire ad una analisi obiettiva.


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Detto questo la vittoria in Sardegna è storica sia perché il M5s conquista la sua prima Regione sia perché per la prima volta l’isola è governata da una donna. Il campo non è quello largo, ma si era limitato all’alleanza a due fra Pd e M5s. Allora interessante sarà il voto in Abruzzo fissato per il 10 marzo. Qui l’ex rettore dell'Università di Teramo e docente universitario, Luciano D’Amico, può contare davvero sul campo largo che comprende non solo Pd e M5s ma anche Azione e Italia Viva. Queste elezioni saranno allora il vero banco di prova per il centrosinistra.

Un esperimento che anche in Calabria può trovare le prime risposte. A giugno si voterà infatti anche per il rinnovo del consiglio comunale di Vibo Valentia. Anche qui Pd e M5s si presentano uniti, candidando Enzo Romeo, già presidente della Provincia. Un accordo raggiunto faticosamente, dopo mesi di trattative, pazientemente cucite dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo che da quando è entrato in Consiglio regionale prova a sperimentare  un’alleanza anti-centrodestra.

Anche a Vibo il campo non è larghissimo, visto che i centristi di Pitaro hanno preferito correre da soli in polemica con il sindaco uscente, e per ora ricandidato dal centrodestra, Maria Limardo. L’obiettivo per i dem vibonesi è quello di arrivare al ballottaggio, sapendo che in quel caso al secondo turno potrebbero contare appunto sui voti dei centristi. Il Pd ci crede e lo dimostra anche la recente visita di Elly Schlein a Vibo. Nell’occasione la segretaria ha ribadito la linea (che in Sardegna si è mostrata vincente), di spostare il Pd a sinistra. «Un futuro diverso è possibile, basta crederci ed impegnarsi tutti - disse - portando avanti politiche di sinistra che tengano conto dei bisogni reali delle persone, dai cambiamenti climatici alla difesa dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, dal lavoro alla sanità».

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Vedremo che succederà a Vibo. Difficile invece che si replichi l’esperienza a Corigliano Rossano, altro grande centro chiamato al voto in primavera. Qui il Pd si è spaccato, con pezzi che sostengono il sindaco uscente Flavio Stasi (che ha un buon feeling con il gruppo regionale) e altri che vogliono andare da soli. La situazione è ancora fluida, ma difficilmente ci sarà una ricomposizione.

Per amore di verità va detto che non è la prima volta che in Calabria Pd e M5s si “fidanzano” elettoralmente. La prima volta è andata malissimo e ci riferiamo alle ultime Regionali dove il M5s è riuscito nell’impresa storica di eleggere ben due consiglieri regionali, mentre il Pd ha incassato forse il risultato peggiore della sua storia recente.

Troppe variabili però influenzarono il voto. A partire dalla presenza di Luigi De Magistris e la lunga polemica incentrata su Mario Oliverio, che alla fine decise di candidarsi in autonomia. Insomma in Calabria due anni e mezzo fa è successo l’esatto contrario di quello che è accaduto ieri in Sardegna.

Il dato, però, è che i rapporti fra Pd e M5s sono buoni e il dialogo è costante. La riprova è il Comune di Cosenza dove il sindaco Franz Caruso ha assegnato una delega alla grillina Veronica Buffone, nonostante il M5s non esprima alcun consigliere comunale. Un riconoscimento quindi politico che occhieggiava proprio al consolidamento dei rapporti fra i due partiti in futura chiave regionale.

Al voto in Calabria, salvo improbabili sorprese, mancano circa tre anni. Il segretario regionale Nicola Irto sta continuando a tessere i rapporti con i grillini, in Calabria e a Roma. Tre anni sono un tempo politicamente infinito e potrebbe succedere di tutto. In mezzo, fra l’altro ci sono le Europee e se il M5s in Calabria surclasserà il Pd nulla vieta che toccherà ai grillini esprimere il candidato presidente, con buona pace dei movimenti sotterranei che già si registrano fra i dem.

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Per queste cose però c’è tempo. Ora tutto il centrosinistra è concentrato sull’Abruzzo e quello calabrese su Vibo che può essere un esperimento pilota. In fondo se in Sardegna ha vinto il centrosinistra o ha perso il centrodestra poco importa. Quel che conta è che la vittoria sta facendo spirare una nuova, e più entusiasta, aria da quelle parti e ha dato un abbrivio in più alla ricerca dell’intesa con i grillini.

Giornalista
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