Il rapporto

Acqua azzurra acqua “cara”: bollette sempre più salate, a Vibo Valentia gli aumenti maggiori tra 2022 e 2023

In 5 anni in Calabria la spesa annuale per famiglia è passata da 297 a 349 euro, con un incremento del 17,7%, in linea con la media nazionale. I costi minori a Cosenza, che condivide con Milano il primato di capoluogo di provincia più economico d'Italia

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di Mariassunta Veneziano
19 marzo 2024
11:23

A Vibo Valentia l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente, a Cosenza i costi minori. Parliamo delle bollette dell’acqua: la spesa media delle famiglie italiane è stata di 478 euro nel 2023, con un aumento del 4% rispetto al 2022 e del 17,7% negli ultimi 5 anni. Il dato emerge dal XIX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, diffuso in vista della Giornata mondiale dell'acqua che ricorre il 22 marzo.

Tra le regioni, la Calabria si attesta sulla media nazionale del 17,7% in termini di variazione di spesa tra il 2019 e il 2023: si è passati da 297 a 349 euro, con un incremento del 4% rispetto al 2022 (336 euro). Gli aumenti maggiori, con bollette più che raddoppiate (+54,5%) in Molise mentre in termini assoluti è la Toscana la regione più cara con 732 euro.


L’analisi ha avuto come riferimento una famiglia tipo composta di tre persone e un consumo annuo di 182 metri cubi d’acqua.

I rincari si sono registrati in più dei due terzi dei capoluoghi di provincia italiani, a Vibo la spesa è cresciuta del 16% dal 2022 al 2023. In testa alla classifica Frosinone, con una spesa media annuale di 867 euro mentre Cosenza condivide con Milano il primato di capoluogo più economico d’Italia con 184 euro. Tra i 10 con i costi più bassi anche Catanzaro (276 euro).

Il quadro generale emerso durante l’evento di presentazione del Rapporto - “Cara acqua, una risorsa da risparmiare e tutelare” - è quello di cittadini poco informati sia sui propri consumi sia sulle possibilità di risparmio. Da una consultazione che ha interessato 3355 cittadini viene fuori infatti che dichiarano di usare quotidianamente 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio ad abitante indicato da Istat in circa 215 litri al giorno.

Quasi uno su tre, inoltre, non conosce il proprio fornitore del servizio idrico e oltre il 37% ritiene la bolletta troppo alta. E ancora: il 43% non conosce il bonus sociale e il 62% quello integrativo messo eventualmente a disposizione dai Comuni mentre quasi l’80% vorrebbe ricevere informazioni sull’impronta idrica dei prodotti che acquista per poter compiere scelte più responsabili. 

Un'attenzione all'ambiente che emerge anche dall'analisi dei comportamenti, secondo cui oltre il 90% degli intervistati si dichiara attento a non sprecare acqua, per esempio preferendo la doccia al bagno e utilizzando gli elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.

Circa la metà non beve acqua di rubinetto e, sebbene dichiari di avere a disposizione nel proprio comune le cosiddette case dell’acqua, quasi il 40% afferma di non averne mai fatto uso. E a proposito di acqua del rubinetto, un cittadino su due considera insufficienti le informazioni a riguardo e vorrebbe riceverne attraverso la bolletta. Il 45% ritiene comunque più sicura e controllata l’acqua in bottiglia, percentuale che sale al 57% nel Sud e nelle Isole: la spesa media mensile per l'acquisto è fra i 20-25 euro a famiglia.

«Anche quest'anno registriamo un ulteriore incremento dei costi sostenuti dalle famiglie per il servizio idrico e, a fronte di ciò, torniamo a sottolineare la necessità di rafforzare gli strumenti a supporto delle fasce più deboli della popolazione, ampliando la platea degli aventi diritto al bonus sociale idrico e la diffusione dei bonus integrativi previsti da un numero ancora limitato di territori» afferma Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.

Una famiglia di tre persone, con soglia Isee fino a 9.530 euro e che ha accesso al bonus sociale idrico, secondo le rilevazioni dell'Osservatorio, risparmia annualmente circa 104 euro, ossia il 22% o 27% in meno a seconda che abbia un consumo annuo di 182 metri cubi o di 150 metri cubi.

«Molto ancora c'è da fare al fine di promuovere comportamenti più sostenibili da parte dei consumatori, anche se, anno dopo anno, si rivelano sempre più attenti e interessati ad avere strumenti chiari per compiere scelte sostenibili. A tal proposito - aggiunge Toto - apprezziamo la direttiva 825/2024 sulla Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, pubblicata in Gazzetta ufficiale Eu, che rappresenta un primo importante passo per porre dei limiti alle comunicazioni ambigue e strumentali riguardo l'impatto ambientale di prodotti e servizi, accogliendo così la richiesta dei consumatori di una informazione più attendibile e veritiera».

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