• Visita la sezione DestinazioniDestinazioni
  • Visita la sezione EventiEventi
  • Visita la sezione FoodFood
  • Visita la sezione StorieStorie
  • Visita la sezione Evento TropeaEvento Tropea
di Francesca Giofrè
8 marzo 2024
12:10

8 marzoNon tutte ma in nome di tutte: ecco le donne calabresi che hanno fatto la differenza

Tenacia, coraggio e determinazione sono nel loro Dna. Nella giornata dell'8 marzo una carrellata di storie, alcune conosciute e altre meno, dal secolo scorso ai giorni nostri

Storie

Simbolo di tenacia, di forza, di determinazione. Ma anche di dedizione e amore. Tutto questo sono state e sono le donne calabresi. Contadine, mamme, pilastri per le proprie famiglie e custodi di tradizioni tramandate di generazione in generazione. E ancora, politiche, studiose e gran lavoratrici. Nate e cresciute in una terra bellissima ma a tratti difficile, e forse è proprio questo il segreto. Le sfide economiche, sociali e culturali di fronte a cui si sono trovate ne hanno forgiato il coraggio, facendo di loro creature che raramente si arrendono davanti alle difficoltà. Nella giornata in cui, a livello internazionale, si celebrano le donne e si ribadisce quanto sia importante la loro emancipazione e il raggiungimento di pari diritti rispetto agli uomini, vogliamo ricordare alcune delle donne che in Calabria hanno fatto la differenza, negli anni passati ma anche ai giorni nostri. Donne che hanno portato alto il nome della loro terra, sacrificandosi o raggiungendo traguardi importanti in diversi ambiti – dalla politica alla musica, passando per le scienze e il sociale – e dimostrando che quello che viene definito sesso debole di debole spesso e volentieri ha ben poco.

1 di 7
1

Giuditta Levato

Giuditta Levato aveva solo 31 anni ed era incinta di sette mesi del suo terzo figlio quando, nel 1946, morì assassinata a Calabricata - all'epoca frazione del comune di Albi e oggi di Sellia Marina, nel Catanzarese. È nota per essere stata la prima vittima degli scontri durante le lotte dei contadini al latifondo. Classe 1915, viene ricordata come una donna piena di coraggio, che non si è mai fatta spaventare dalla fatica. Nemmeno quando il marito dovette partire per la guerra e lei rimase da sola a lavorare i terreni e ad assicurare così che ci fosse sempre il pane in casa. Tutto cambiò quando nel 1944, quando il ministro Fausto Gullo (calabrese) fece approvare un decreto che prevedeva la ridistribuzione delle terre incolte ai contadini. Una norma che fu ampiamente contestata dai latifondisti, i quali non si fecero scrupoli a usare la violenza contro quei poveri lavoratori che presero via via ad occupare le “loro” terre. Di fronte a tali soprusi, nel 1946 Giuditta si organizzò con altre donne per affrontare il “signorotto” del paese. Proprio dal fucile di un uomo al servizio di quest’ultimo, durante le proteste, partì un colpo che raggiunse la donna all’addome. Era il 26 novembre, Giuditta morirà qualche giorno dopo in ospedale. Il suo ricordo è ancora vivo: a lei nel 2004 è stata intitolata la sala conferenze di Palazzo Campanella a Reggio e diverse strade, in Calabria ma non solo, portano il suo nome.

GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top